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Della Chiara, Articolo 1 Rimini: “Lavorare sull’emergenza ma per disegnare il futuro”

Chiamamicitta.it continua il confronto con le forze politiche riminesi sull’attuale situazione economica e le prospettive per la fase 2 della ripartenza. Dopo l’intervista al segretario del Pd di Rimini Alberto Vanni Lazzari e quella ai coordinatori di Italia Viva Giorgia Bellucci e Gianluca Fabbrani, all’esponente dei 5 Stelle Carla Franchini, oggi la parola a Lorenzo Della Chiara di Articolo 1.

Lorenzo Della Chiara, Coordinatore provinciale di Articolo 1 – Movimento Democratico Progressista, è di Cattolica ed ha 36 anni. Laureato in Giurisprudenza e in Sociologia politica, è insegnante in scuole superiori private.

Articolo 1- Movimento Democratico Progressista è nel governo nazionale presieduto da Conte con il suo Segretario nazionale Roberto Speranza, ministro della Salute. A livello regionale ha sostenuto la candidatura di Stefano Bonaccini con la lista “Emilia-Romagna coraggiosa” ed Elly Schlein è oggi la Vice-Presidente della Regione. A Rimini il partito non ha rappresentanti in Consiglio Comunale. 

Della Chiara,Come Articolo 1 siete al governo a Roma e a Bologna.  Per te oggi cosa significa far politica a livello nazionale, a livello regionale e a Rimini?

«La politica non è mera attività amministrativa, ovvero gestione dello stato di cose esistenti. Fare politica significa incidere nella vita materiale delle persone attraverso scelte in grado di orientare il senso comune. Per potere fare ciò è necessario avere una visione, una prospettiva ideale, una weltanschauung, insomma, una cultura politica. La dimensione territoriale è perciò importante nell’orientamento delle scelte, anche in considerazioni delle specificità locali. Fare politica a livello nazionale è certamente un lavoro di ampio respiro che permette di avere relazioni ai più disparati vertici istituzionali. L’attività politica regionale risente inevitabilmente degli equilibri nazionali e ne è condizionata ma è a sua volta in grado di condizionare la politica locale».

Nulla sarà più come prima del coronavirus. Come vedi il prossimo futuro di Rimini?

«Il mondo non sarà certamente più lo stesso dopo il coronavirus. Esisterà un’umanità pre-Covid ed una post-Covid, a costo di apparire apocalittici. Rimini è uno dei territori maggiormente colpiti a livello nazionale. Inoltre si nutre di un’economia a forte vocazione turistica ed è animata da una popolazione, quella romagnola, sanguigna, verace ed amante delle relazioni umane. Sarà perciò necessario rivedere le attività professionali, economiche ed anche umane secondo nuovi parametri. Dalla nostra capacità di adattamento e saperci reinventare passerà la nostra salvezza».

Il settore turistico è quello che sta pagando il prezzo più caro alla pandemia del Covid19. Quali le proposte da mettere in campo per farvi fronte?

«Ci sono due livelli a cui agire per difendere il nostro turismo. Quello “immediato” ha l’obiettivo di salvare imprese e lavoro nel 2020. A questo scopo ok al bonus vacanze del Governo; gli alberghi potrebbero aggiungere “bimbi gratis” sotto i dodici anni; cassa integrazione per lavoratori stagionali; gli investimenti nel marketing vanno sostenuti con benefit per favorire i viaggi (treni, autostrade, aerei), altrimenti sono inutili. L’obiettivo è di mantenere attiva e presente la nostra struttura turistica nei radar dei consumatori».

«Quello di “medio periodo” deve partire dal fatto che molto dovrà cambiare, l’emergenza è il momento in cui disegnare il futuro. Alcuni esempi: riqualificazione (ecologica, sismica, energetica) delle strutture ricettive anche per rilanciare l’edilizia (la deducibilità del 110% vale anche per gli alberghi? Questo va chiarito.); favorire un nuovo ciclo di uscita dal mercato degli alberghi obsoleti; destagionalizzazione ulteriore con infrastrutture pubbliche (es.: impiantistica sportiva di livello); piccoli eventi diffusi in sostituzione dei grandi raduni, come Notte Rosa e Molo, improponibili in epoca Covid.  Gli incentivi pubblici devono essere vincolati al rispetto delle norme contrattuali e accompagnati da controlli a campione».

Il confronto politico è stato fermato dal virus. Ma di politica oggi c’è bisogno più che mai per affrontare e proporre soluzioni ai problemi della gente. Come pensi si possa superare nei prossimi mesi questa difficoltà di parlare con la gente? Sarà sufficiente farlo on-line?

«Anche la politica dovrà dimostrare intelligenza e versatilità nel sapersi reinventare secondo nuovi modelli che, proprio perché nuovi, dovranno essere inaspettati. La dimensione telematica offre certamente grandi vantaggi ma ha altresì rivelato in questi anni tutti i suoi limiti. Non si può considerare un valore aggiunto l’orizzontalità della rete, l’assenza di controlli e un’idea distorta di libertà che si traduce in totale anarchia. La rete può essere lo strumento con cui rafforzare la presenza irrinunciabile della sinistra nel territorio, nei luoghi di lavoro, nelle scuole».

L’anno prossimo si vota a Rimini. Il giudizio della Città che si percepisce sui 10 anni da Sindaco di Andrea Gnassi è sicuramente positivo. Articolo 1 cosa farà? Parteciperà con il PD al prossimo governo di Rimini? Avete un candidato Sindaco in testa da proporre agli elettori?

«Articolo 1 ha dimostrato in questi mesi di accogliere i principi dell’indipendenza e dell’unità. L’indipendenza è stata e sarà declinata come autonomia del partito nelle scelte politiche ed amministrative. Detto altrimenti, ci riserviamo libertà di giudizio nelle decisioni quotidiane e di lungo termine dell’agire politico. L’unità è il valore per il quale sosteniamo coalizioni di centro-sinistra e ne rappresentiamo la componente più di sinistra sia nel Governo nazionale, che regionale. In ordine al prossimo governo della città di Rimini ci ispireremo perciò a queste linee che ci orientano nell’agire. Lavoriamo dunque per una candidatura condivisa, collegiale e di alto profilo».

Paolo Zaghini

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