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Italia Viva Rimini, Bellucci e Fabbrani: “Ora liquidità e regole chiare, poi il rilancio”

Chiamamicitta.it continua il confronto con le forze politiche riminesi sull’attuale situazione economiche e le prospettive per la fase 2 della ripartenza. Dopo l’intervista al segretario del Pd di Rimini Alberto Vanni Lazzari oggi intervengono i coordinatori di Italia Viva Giorgia Bellucci e Gianluca Fabbrani.

Giorgia Bellucci, 30 anni, è laureata in Economia e Gestione Aziendale a Forlì, lavoratrice autonoma ora consigliera comunale a Rimini e coordinatrice provinciale di Italia Viva. Eletta nel 2016 con il PD al Consiglio Comunale di Rimini, l’anno scorso ha seguito Renzi in Italia Viva. Con l’altra consigliera eletta con il PD, Barbara Vinci, si sono unite a Patto Civico, costituendo il nuovo gruppo Patto Civico Italia Viva formato da sei consiglieri; sostengono, con il PD, la maggioranza consiliare del Sindaco Andrea Gnassi.

Gianluca Fabbrani, 44 anni, è architetto e imprenditore agricolo. Già assessore all’Urbanistica del Comune di Novafeltria, ora è il coordinatore provinciale di Italia Viva.

Come Italia Viva siete al governo a Roma e a Rimini, e indirettamente anche a Bologna. Per voi oggi cosa significa far politica a livello nazionale, a livello regionale e a Rimini?

«Sono partecipazioni che hanno tutte un comune denominatore: ascoltare e risolvere i problemi dei cittadini e delle imprese. Ci vuole tanta passione, e coraggio, e umiltà. La politica non deve pensare di poter far tutto da sola, deve ascoltare gli esperti e poi avere capacità di sintesi e di proposta. In questo periodo ci facciamo carico di tutte le preoccupazioni, problemi dei cittadini e delle imprese, ed è frustrante molte volte non riuscire a dare delle risposte. Fare politica è un privilegio e al contempo una grande responsabilità, le tue scelte possono e devono migliorare la vita delle persone».

Nulla sarà più come prima del coronavirus. Come vedete il prossimo futuro di Rimini?

«Questo virus ha messo in luce tutti i problemi che condizionano e limitano il nostro paese da anni: la burocrazia, la scarsa digitalizzazione, i pochi investimenti in ricerca e sulla scuola, solo per dirne alcuni. Questo può essere l’anno zero, possiamo ridisegnare, rigenerare, ripensare il nostro paese. Siamo un popolo eccezionale, con grandi competenze e qualità, abbiamo le carte in regola per farcela. Rimini in particolare si è rialzata dopo eventi tragici, la Seconda Guerra Mondiale ha visto la città devastata, cancellata dai bombardamenti, in maniera diversa la mucillaggine ha messo in ginocchio il nostro turismo. Ci siamo sempre rimboccati le maniche e siamo ripartiti. Lo faremo anche questa volta, ci inventeremo un nuovo modo di pensare l’accoglienza, la ricettività, ci inventeremo un nuovo modo di stare in spiaggia, di vivere gli aperitivi e il divertimento in una nuova visione del turismo connesso con la natura e il nostro splendido entroterra. Abbiamo fatto scuola in tante cose, questa per noi è una nuova sfida, la vinceremo sicuramente perché abbiamo gente straordinaria».

Il settore turistico è quello che sta pagando il prezzo più caro alla pandemia del Covid19. Quali le proposte da mettere in campo per farvi fronte?

«Il turismo è stato il primo settore a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire e rialzarsi, perché non si vendono beni, ma emozioni, socialità tra le persone. È quello che subirà le perdite più importanti, stimate nel 60% del fatturato 2019. Le persone avranno paura a spostarsi e dovremo contare solo sul turismo nazionale. Questo comparto vale il 13% del PIL e dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per farlo rimanere in piedi. Bisogna lavorare in due fasi: la prima legata alla sopravvivenza delle imprese, la seconda al rilancio del settore».

«La prima parola d’ordine è LIQUIDITA’: prestiti, fondo perduto e spostamento di tutte le scadenze fiscali a fine anno. Dovremo alleggerire alcune imposte come TARI, IMU, COSAP, IRAP. Alcune di queste imposte sono comunali, quindi lo Stato si deve fare carico di rimborsare i Comuni per le minori entrate, se non vogliamo che vadano in bancarotta. La seconda è REGOLE CHIARE, mancano protocolli per le riaperture in sicurezza. È necessario la reintroduzione dei voucher per aiutare l’imprenditore in questo momento di incertezza sul tema delle assunzioni. Deve essere uno strumento controllato e non abusato. E incentivi per fare le ferie, attraverso dei bonus vacanza, così da stimolare la domanda».

«Poi si deve passare al rilancio del brand Italia attraverso campagne di comunicazione, istituendo una cabina di regia pluridisciplinare ed efficiente a livello nazionale, in continuo contatto con le realtà turistiche territoriali. Incentivi fiscali di riqualificazione delle strutture, miglioramento dei servizi, della rete di collegamenti sul territorio nazionale e locale (ad esempio dalla costa all’entroterra ricco di storia e cultura del nostro territorio) e puntare molto sulla formazione del personale e sul digitale. Il turismo, in Italia, deve diventare una vera e propria industria».

Il confronto politico è stato fermato dal virus. Ma di politica oggi c’è bisogno più che mai per affrontare e proporre soluzioni ai problemi della gente.  Come pensate si possa superare nei prossimi mesi questa difficoltà di parlare con la gente? Sarà sufficiente farlo on-line? 

«Le prossime settimane e mesi saranno cruciali per il nostro futuro, una crisi economica spaventosa è alle porte, rischiamo di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro, molte imprese potrebbero non riuscire a riaprire. La fase 1 per certi versi è stata più facile, la soluzione era stare a casa. Ora bisogna ricostruire una società e un’economia profondamente compromessa. Ci vorrà tanta Politica, tanta visione del futuro, scelte coraggiose perché dovremo fare tantissimo debito sulle spalle delle future generazioni e quindi dovremo spenderlo bene. Il dibattito di queste ore dovrebbe girare intorno al come investire questi soldi, se dare sussidi oppure far ripartire la macchina. Noi siamo assolutamente contrari a dare sussidi per troppo tempo, vorremmo ricordare l’art. 1 della Costituzione: siamo una Repubblica Democratica fondata sul lavoro».

«Italia Viva a Rimini, ancor prima del Coronavirus, ha aperto decine di comitati tematici e territoriali (turismo, rigenerazione urbana, scuola, lavoro, sanità, giustizia, ecologia…). Crediamo che la vera Politica si faccia sulle idee; sono mesi che discutiamo e ci confrontiamo con le categorie economiche, le associazioni, le imprese e i cittadini, lavoriamo a delle proposte che abbiamo già inviato in Regione e ai nostri rappresentanti in Parlamento e non abbiamo intenzione di fermarci. Al momento i nostri incontri avvengo on-line, ma appena sarà possibile riprenderemo ad incontrarci di persona. Ci manca il contatto umano, aprendo anche una sede sul territorio dove chiunque potrà venire a portare proposte e suggerimenti».

L’anno prossimo si vota a Rimini. Il giudizio della Città che si percepisce sui 10 anni da Sindaco di Andrea Gnassi è sicuramente positivo. IV cosa farà? Proseguirà la collaborazione con il PD per il prossimo governo della Città di Rimini? Avete un candidato Sindaco in testa da proporre agli elettori?           

«I cambiamenti di Rimini sono sotto gli occhi di tutti, in questi 10 anni la città ha mutato volto: la riqualificazione del centro storico, il teatro e la piazza del castello, le nuove linee fognarie, la riqualificazione dell’area del ponte di Tiberio, i motori culturali, una mobilità alternativa, il Parco del Mare. C’è ancora tanto lavoro da fare soprattutto nelle periferie e Italia Viva partirà da un progetto condiviso di città. Quello che valeva 2 mesi fa oggi non vale più, le richieste e le esigenze della popolazione sono diverse e noi dovremo capire come affrontarle. Si dovrà partire dalle proposte e poi di conseguenza identificare la figura che meglio le incarni».

Paolo Zaghini

(Nell’immagine in apertura: la ministra Elena Bonetti fra Gianluca Fabbrani e Giorgia Bellucci)

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