Cerca
Home > Intervista > Vanni Lazzari: “Nulla sarà più come prima e il Pd vuole lavorare così per il futuro di Rimini”

Vanni Lazzari: “Nulla sarà più come prima e il Pd vuole lavorare così per il futuro di Rimini”

Nulla sarà più come prima. Ma come sarà? Il Segretario del Pd riminese Vanni Lazzari parla del futuro di Rimini, del turismo e della politica dopo il coronavirus.

Segretario, nessuno ad inizio anno si aspettava un 2020 come quello che stiamo attraversando. Lockdown di due mesi, preoccupazione per il virus, crisi economica e grande incertezza su come possa ripartire l’economia, a iniziare dal turismo. Secondo lei come è stata gestita questa emergenza?

«Non condivido molte delle critiche che vengono fatte al Governo Conte. L’emergenza sanitaria è stata affrontata con determinazione. E’ stato fatto un lavoro enorme per non lasciare nessuno indietro. Interventi sull’economia poderosi, che proseguiranno anche nelle prossime settimane. Ora è necessario fare in modo che rapidamente quelle decisioni si trasformino in aiuti concreti alle imprese, ai lavoratori ed alle famiglie. In Emilia Romagna l’emergenza è stata gestita in modo corretto. Un dialogo continuo tra Regione ed amministrazioni comunali che ha permesso di affrontare le varie emergenze senza strappi istituzionali e attraverso la condivisione. Ora vi è il compito più difficile, riaprire e con quali modalità. Molto più facile chiudere, che far ripartire il motore senza strappi per la salute dei cittadini. Per una realtà come quella riminese, con l’economia turistica trainante, il 2020 sarà un anno difficilissimo».

In che senso?

«Il turismo è l’ultimo settore economico che ripartirà. La vacanza è spostamento, relazioni, svago, divertimento. Tutto questo si scontra con il “distanziamento sociale”. Quando sarà possibile viaggiare da una regione all’altra? Quando sarà possibile prendere un aereo? Quali regole dovranno essere rispettate nelle strutture ricettive, nei pubblici esercizi o sulla spiaggia? A queste domande occorre dare delle risposte. Si è iniziato con l’approvazione di protocolli sanitari per i lavoratori e gli ospiti, ma il lavoro è ancora lontano dall’essere finito».

Cosa occorre fare, secondo lei, nei prossimi mesi per rilanciare il turismo?

«Nessuno ha una ricetta in tasca. Fondamentale è il ruolo della Comunità Europea. Il turismo è uno dei settori economici, per percentuale di Pil, più importante dell’Europa. Politiche attive, finanziamenti a fondo perduto per le imprese che non apriranno o subiranno un crollo dei fatturati, ammortizzatori sociali per i lavoratori. Ma non basterà, questa è un’emergenza che richiede un pensiero per il futuro. Negli anni passati il nostro territorio è stato capace di rispondere alla crisi ambientale di fine anni ’80 con grandi investimenti. Non solo turismo balneare, ma anche fiere e congressi. Poi si sono completati i lavori per un grande progetto culturale, dal teatro al museo Fellini. Ora siamo chiamati ad un altro cambiamento che segnerà i prossimi anni».

Il Partito Democratico ha già le idee chiare di quali dovrebbero essere le proposte?

«Penso che un progetto di cambiamento che non debba essere calato dall’alto, ma frutto di un confronto e di un lavoro collettivo. Il coinvolgimento degli imprenditori e del mondo del lavoro con le loro rappresentanze sindacali ed economiche è fondamentale. Un nuovo patto per lo sviluppo per i prossimi anni, questo ci serve».

Questo per il metodo, ma avrà qualche proposta sui cui iniziare questo dibattito?

«Più che proposte puntuali, ho in testa i confini di questo lavoro. Il turismo balneare dovrà essere oggetto di un profondo cambiamento. Bene il lavoro che si sta facendo con la riqualificazione dei lungomari, ma non basta. Occorre coinvolgere anche il settore privato per un grande progetto di riqualificazione che coinvolga le strutture ricettive, basti pensare a quante non apriranno più nei prossimi anni. E poi dovranno cambiare la spiaggia, il commercio. Nuovi servizi collettivi, meno densità edilizia, più qualità ambientale. Ma sarebbe riduttivo pensare solo all’economia. Va ripensato il nostro modello di welfare con uno sguardo alle famiglie, che sempre più numerose non arrivano a fine mese. Va potenziata la sanità pubblica, soprattutto sul territorio. Irrobustire i servizi scolastici e l’uso dei contenitori culturali, il trasporto pubblico.  Nei prossimi mesi il Pd di Rimini vuole dare il proprio contributo con approfondimenti su questi temi. Ci confronteremo con la massima apertura verso tutti, per poter contribuire a un salto di qualità del nostro territorio».

Il blocco delle relazioni umane ha fermato anche la politica. Con difficoltà si fanno le riunioni istituzionali in videoconferenza, come il consiglio comunale. Come pensa di approfondire e discutere un programma come quello da lei delineato senza potersi riunire?

«Questa crisi ci ha dimostrato che si può lavorare anche senza muoversi da casa. Anche per la politica deve essere così. Non è necessaria la presenza fisica. Sono importanti un luogo dove poter discutere (anche virtuale), il coinvolgimento dei dirigenti e dei militanti del Pd, l’apertura all’esterno e soprattutto avere proposte da mettere sul tavolo della discussione. Anche per questa ragione ritengo che vada pensata una nuova stagione della partecipazione democratica, che riduca le distanze tra il Palazzo – politica e istituzioni-  e cittadini. Più coinvolgimento e più condivisione con diverse modalità, per rafforzare quel senso di comunità che una crisi come quella che stiamo attraversando rischia di spazzare via».

Il suo ragionamento è rivolto anche alla prossima scadenza politica, le elezioni comunali di Rimini del 2021? Dopo i dieci anni del sindaco Gnassi occorre trovare un’altra figura di primo cittadino. Quali saranno i passaggi che ha in testa per arrivare ad una proposta?

«Innanzitutto il Pd ed il centro sinistra arrivano all’appuntamento del 2021 con alle spalle un ottimo consuntivo. Il lavoro fatto in questi anni dalle giunte Gnassi ha cambiato in positivo Rimini, portando a soluzione alcuni problemi storici. Penso al piano di risanamento ambientale, alla messa in esercizio del Trc, al grande lavoro di arredo urbano e riqualificazione del centro storico. Risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Da li ripartiamo per nuovi ed altrettanti obiettivi, fondamentali per la nostra comunità. Per questo, dal mio punto di vista, sarà fondamentale ciò che sapremo fare nei prossimi mesi per definire un programma di governo per gli anni post virus. Nulla sarà come prima dopo questa pandemia, le ricette del passato vanno ripensate e riprogettate. Il centro sinistra ed il Pd sono chiamati a questo lavoro. Il nostro vuole essere un contributo per arricchire un dibattito cittadino che dovrà coinvolgere altre forze politiche, il mondo economico, sociale e culturale i cittadini».

Questo per il programma, ma cosa pensa per la coalizione e la proposta del sindaco?

«In questo momento al PD di Rimini interessa discutere di programmi, per questo valuteremo alcune proposte organizzative propedeutiche a preparare il contributo programmatico del partito alla Città; gli organigrammi, le alleanze e i nomi vengono dopo. Prima occorre una condivisione ampia e convinta di dove vogliamo andare. La coalizione dovrà ricalcare quella vittoriosa del Presidente Bonaccini. Un’alleanza larga che coinvolga tutte le anime del centro sinistra senza nessuna esclusione».

E per la figura del sindaco?

«Discuterne adesso è prematuro quanto inopportuno. Come ho già esposto pubblicamente qualche mese fa, il Partito Democratico ha nel suo Dna e nel suo Statuto la scelta delle prime cariche istituzionali con il metodo delle primarie. Lo abbiamo fatto per la scelta di Gnassi quale candidato di coalizione nel 2011 e mi pare che sia andata molto bene. Tuttavia non è necessario fare le primarie a tutti i costi, ma in questo caso ci vuole un Partito Democratico unito e ci vuole una coalizione convinta di una proposta comune. Anche questo è già stato fatto nel passato, con risultati altrettanto ottimi».

Stefano Cicchetti

(Nell’immagine in apertura, da sinistra: Alberto Vanni Lazzari, Barbara Di Natale, Nicola Zingaretti, Giovanni Casadei)

Ultimi Articoli

Scroll Up