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Marzio Pecci (Lega): “A Rimini frenata dal Pd serve un balzo in avanti”

Chiamamicitta.it continua il confronto con le forze politiche riminesi sull’attuale situazione economica e le prospettive per la fase 2 della ripartenza. Dopo l’intervista al segretario del Pd di Rimini Alberto Vanni Lazzari e quella ai coordinatori di Italia Viva Giorgia Bellucci e Gianluca Fabbrani, all’esponente dei 5 Stelle Carla Franchini, al coordinatore provinciale di Articolo 1 – Movimento Democratico Progressista Lorenzo della Chiara, oggi è la volta dell’avv. Marzio Pecci capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Rimini.

Marzio Pecci è avvocato del Foro di Rimini, Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale e Capogruppo della lista Buongoverno in Provincia, membro della segreteria comunale della Lega.

Marzio Pecci

Pecci, la Lega nei sondaggi degli ultimi giorni appare un po’ in crisi?

«Parlare di Lega in crisi è come comunicare una fake news. La Lega è il primo partito del Paese ed è saldamente in testa ai consensi ed il secondo partito insegue staccato di diversi punti. Per quanto riguarda Rimini voglio ricordare che nel 2016, quando la Lega mi candidò a Sindaco per il centrodestra, era un partito del 3% e non aveva alcuna rappresentanza in Consiglio comunale. Ora siamo il secondo gruppo in Consiglio comunale con cinque consiglieri, abbiamo vinto il referendum del 2017, abbiamo eletto due parlamentari Lega nel Collegio riminese alle elezioni del 2018, abbiamo fatto un grande risultato alle elezioni europee del 2019 ed abbiamo sfiorato la vittoria alle regionali nel 2020».
«Come vede quattro anni di continuo successo. Questo è segno di salute del Partito e dimostra che stiamo lavorando bene: gli elettori apprezzano e quindi favoriscono il consenso. Non ritengo che i sondaggi misurino lo stato di salute di un partito perché bisogna guardare sempre al risultato delle urne e questi confermano, inequivocabilmente, che la Lega è in ottima salute».

A Rimini che opposizione stai svolgendo al Sindaco Gnassi?

«Io amo Rimini, è una città bella che ti avvolge e ti rispetta, ha delle enormi potenzialità di crescita in tutti i settori, ma sconta ancora l’avidità di potere dei post-comunisti che impediscono alla città di fare il balzo in avanti di tornare ad essere meta turistica. Vi sono stati alcuni tentativi di cambiamento negli anni ’90, poi tutto è tornato come prima.
Credo che bisognerà ripartire da quegli anni».
«Valga a conferma di quanto dico il fatto che a Rimini si sono impiegati oltre 50 anni per ricostruire il teatro Galli e restaurare Castel Sismondo, 70 anni per avviare i lavori di arredo del lungomare e per fare le fogne; l’Anfiteatro romano è ancora coperto dalle costruzioni abusive, la Spiaggia ha ancora il volto degli anni ’60; insomma abbiamo ancora una città che offre un prodotto turistico superato e non competitivo ad eccezione per la Movida e gli eventi riminesi che però non producono “in coming”».
«Ritengo che il mio modo di fare opposizione, spesso duro e anche forte nei toni, serva a scuotere un mondo che fino ad oggi si è limitato a reggere la coda di un partito democratico, un partito che ha cambiato si pelle, ma ha perso le sue menti migliori.  Ora con la Lega in campo, che persegue la politica del buon senso, del rispetto del lavoro e dell’imprenditoria con grande attenzione al sociale, l’alternativa a Rimini è concreta.  La nave Rimini, se vuole, può ripartire e allontanarsi dagli scogli prima che ci finisca contro. Il balzo in avanti che da tanto tempo si aspetta si può fare».

Siete come Lega all’opposizione al governo a Roma, a Bologna e a Rimini. Per te  oggi cosa significa far politica a livello nazionale, a livello regionale e a Rimini?

«Io credo nella buona politica, nella politica delle idee che sappiano cambiare il Paese. Occorre dare alla politica dei contenuti per abbattere le disuguaglianze che  in questi anni sono aumentate e che in futuro, a causa della crisi, aumenteranno.  Nel breve termine avremo una perdita di posti di lavoro e chi lavorerà lo farà per  meno ore, ciò produrrà riduzione del reddito ed un maggiore indebitamento degli  operai, dei piccoli artigiani, dei commercianti e dei professionisti i cui figli non  avranno accesso né alla scuola né ad Internet ed andranno così a nutrire  quell’analfabetismo funzionale che in Italia è ancora al 47%».
«Guardando alla politica nazionale occorre che il Governo sappia mettere in  campo interventi statali nel settore dell’industria privata per creare posti di  lavoro, soprattutto, per quella industria più colpita dalla crisi.  Bisogna poi coinvolgere industria e sindacati in una azione volta a moltiplicare  le opportunità di lavoro per consentire a chi è spettatore del benessere di conquistarlo.  Bisogna, in buona sostanza, rivedere i modelli di economia da seguire. L’economia  che ha dominato fino alla crisi del 2008, è stata quella della massimizzazione del  profitto, ma questa economia è stata sconfitta e nella situazione in cui ci  troviamo, dobbiamo cogliere l’occasione del cambiamento pensando a nuovi  modelli aziendali».
«Si parla sempre di più di modelli che dovranno essere capaci di rigenerare la società  e l’ambiente ed anch’io ritengo che queste proposte siano valide, per cui bisogna  mettere in piedi manovre volte a modificare i vecchi modelli organizzativi aziendali  per ritornare ad un modello che, pur continuando a favorire il profitto,  consenta all’impresa di recuperare la sua funzione sociale per generare benessere per  tutta la comunità. Cito ad esempio Adriano Olivetti, che è stato e rimane il  simbolo dell’economia etica».
«Occorre poi salvaguardare la democrazia, nutrendola con idee e valori. Per fare questo v’è bisogno di un Governo formato da persone competenti. La crisi economica del 2008 e quella attuale del coronavirus hanno smascherato la  morte dell’incompetenza, tanto è vero che ogni intervento pubblico del governo  fa esplodere di rabbia gli ambienti produttivi del Paese e di chi non vuole essere  assistito, ma chiede solo di essere amministrato con conoscenza e competenza».
«Quindi l’investimento strategico che il Paese deve fare è sulle competenze perché occorrono Ministri che sappiano riconoscere il ruolo dell’imprenditore quale  principale generatore di sviluppo, di occupazione, di reddito e di  innovazione, tralasciando, una volta per tutte, ogni ipotesi di assistenzialismo, come è  il reddito di cittadinanza, che si è rivelato un mezzo contrario ad ogni  meccanismo economico di sviluppo e di ricchezza».
«A livello regionale la politica deve rivolgere il proprio impegno al completamento del processo delle autonomie regionali e, contemporaneamente, mettere in campo i progetti che la Regione dovrà realizzare per contribuire al rilancio del Paese e per consentire  di realizzare, al più presto, la Grande Riforma di cui il Paese ha bisogno. Inoltre, in questo momento di crisi, deve andare incontro ai bisogni dei cittadini e,  quindi, oltre alla sospensione delle imposte regionali per due anni e la  successiva rateazione triennale o quinquennale dovrebbe approvare un condono  fiscale tombale per cancellare tutti i contenziosi che le imprese private hanno in corso  con la Regione, gli Enti pubblici e la Asl, comprese le sentenze in corso di esecuzione».
«A livello comunale la prima cosa da fare, dando il buon esempio, è avviare  la “sburocratizzazione” e la “semplificazione” della macchina comunale, recepire  la normativa sui Condhotel, riscrivere il Rue, approvare il Piano Spiaggia.  Togliere, quindi, lacci e lacciuoli, per liberare le energie e ricostruire una nuova  città. Serve pensare ad un nuovo modello di città turistica che non sia solo città  balneare, ma città di turismo annuale in cui convivono i diversi turismi:  culturale, esperienziale, ambientale, enogastronomico, dei parchi, nautico, marino, fitness, wellness, ecc. con una spiaggia aperta dodici mesi all’anno  per ventiquattro ore al dì».
«Intanto per la prossima stagione estiva suggerirei di utilizzare la spiaggia per fare  teatro. Si potrebbero impiegare strutture leggere che, accompagnate dalla  tecnologia audio e video, consentirebbero di evitare l’assembramento del pubblico che  si manterrebbe a distanza favorendo, così, il rispetto delle nuove regole sanitarie.  Il teatro in spiaggia oltre alla necessaria divulgazione del prodotto teatrale, lancerebbe  al Paese un importante segnale di “ripartenza”, perché il teatro è sempre stato ricco  di significati rituali, umani, emozionali, affettivi, politici, sociali ed estetici. Il teatro  è, dunque, vita ed è da lì che si potrebbe ripartire. Se il teatro in Grecia è nato sulla terra battuta, a Rimini potrebbe ben insediarsi  sulla sabbia, in attesa che si compia il recupero dell’Anfiteatro romano».

Nulla sarà più come prima del coronavirus. Come vedi il prossimo futuro di Rimini?

«Se mi permetti, io credo che “nulla sarà più come prima” solo se noi lo vorremo. Io ho paura, invece, che tutto torni come prima perché “il prima” in Italia e a  Rimini significa crisi, una crisi che è iniziata nel 2008 e non è mai finita. Ora questa nuova crisi, che si sovrappone alla precedente, ci offre una  grande opportunità: quella di cambiare la fisionomia del Paese e di Rimini, avviando  una epoca completamente nuova. Esattamente come accadde nel dopoguerra. Per il  futuro immagino Rimini diversa da quella di oggi, con una urbanistica, a mare della ferrovia, rivolta a costruire un prodotto turistico nuovo, moderno, che  possa conquistare il mercato mondiale nei prossimi cinquant’anni. Per questa ragione  ho proposto la costituzione di un gruppo di esperti del turismo che comprenda  un sociologo ed un filosofo per progettare il nuovo turismo e quindi le nuove strutture».
«Il progetto di riconversione di Rimini e della Riviera romagnola, da finanziare con  fondi europei, dovrà comprendere la costituzione di una società immobiliare per la gestione delle acquisizioni e delle ricostruzioni, insieme alla/alle società  di gestione, che porteranno grande innovazione per un mercato mondiale. Non è utopistico pensare ad una città che faccia turismo dodici mesi all’anno con un arenile vivo per uguale periodo. Dopo trent’anni che descrivo questo progetto il primo stabilimento balneare aperto  tutto l’anno è nato a Riccione ed ora anche il Sindaco di Rimini ha iniziato a parlare  di spiaggia viva fino alla una di notte … piano piano le cose cambiano. Bisogna  dare gambe alle idee.
Per questo vedo il futuro di Rimini bello, con un Aeroporto che ci colleghi a tutte  le capitali europee e, quindi, al mondo, anche se sono conscio che prima  bisognerà “disincrostare” molti cervelli sia nelle amministrazioni pubbliche che tra  gli imprenditori privati».
«Poi abbiamo il mondo dell’industria e dell’agricoltura da salvaguardare insieme al  mondo del commercio e degli artigiani, che hanno fatto grande la nostra terra e che  non ha eguali in Europa e nel mondo. “Se vuoi puoi” rimane il mio motto».

Il settore turistico è quello che sta pagando il prezzo più caro alla pandemia di Covid19. Quali le proposte da mettere in campo per farvi fronte?

«Purtroppo il Cigno Nero, sotto le vesti del Covid19, è arrivato ed è vero che il  settore turismo è quello che paga il prezzo più alto, ma ciò è dovuto anche al fatto  che abbiamo strutture turistiche superate e per questo paghiamo un prezzo più  alto rispetto ai nostri competitor mondiali. Ho detto prima del grande progetto per il futuro, ma intanto bisogna affrontare l’emergenza. Occorre per questo che l’Europa metta a disposizione degli operatori  turistici contributi finanziari per ripartire. Occorre che il Governo sospenda, per un minimo di due anni, la riscossione dei crediti fiscali e preveda, alla scadenza,  una rateazione. La Regione ed il Comune dispongano, già adesso, la rateazione dei  propri tributi e/o imposte in tre/cinque anni».
«Ancora, occorre liberare risorse finanziarie con la pace fiscale, previdenziale ed  edilizia ed avviare le grandi opere oltre al rinnovo delle concessioni governative per  50 anni a condizione che vengano fatti subito gli investimenti nelle manutenzioni,  nelle ristrutturazioni e nei nuovi progetti. Ciò dovrà valere sia per i concessionari  di autostrade che per i bagnini e pertinenziali, il tutto accompagnato da una seria  riforma del fisco. Le risorse immesse negli investimenti consentirebbero la ripartenza del nostro Paese  per raggiungere, in poco tempo, un nuovo boom economico».
«Per l’edilizia, invece, a livello locale, come ho detto prima occorre recepire la normativa sui Condhotel oltre a riscrivere il Rue e semplificarlo per consentire la  ripresa dell’edilizia, che potrà riguardare la ristrutturazione degli immobili esistenti,  gli adeguamenti sismici ed energetici oltre ad un Piano di housing sociale che sia  regolato da una normativa che vieti la costruzione di case di dimensione inferiore a 70 mq. Tutte le case di nuova costruzione e quelle che saranno ristrutturate  dovranno essere “robotizzate” in modo che consentano l’isolamento, lo smart working e la telemedicina».
«Poi penso alla sburocratizzazione ed alla semplificazione per eliminare gli attuali costi dell’apparato amministrativo che sono altissimi per i cittadini ed imprese un costo altissimo. Vorrei tanto che l’amministrazione riminese provasse a fare questo, ma vedo troppe resistenze. Per questo cambierei subito l’assessore alla informatizzazione e tutti quei dirigenti che non sono disponibili ad innovare. La crisi ci obbliga ad  avere coraggio e ad abbandonare quel sistema pubblico del “vivere e lascia  vivere” oppure del “tirare a campare”. Ora o mai più».

Il confronto politico è stato fermato dal virus. Ma di politica oggi c’è bisogno più che  mai per affrontare e proporre soluzioni ai problemi della gente. Come pensi si  possa superare nei prossimi mesi questa difficoltà di parlare con la gente? Sarà  sufficiente farlo on-line?

«Da alcune settimane ho iniziato a parlare di Fase 2, cioè come fare ripartire l’economia, quando ancora la politica ed il Commissario alla Sanità si fermavano alla lettura, giornaliera, del bollettino di morte perché fermi sulla “Fase 1”.  Ora che è stata quasi avviata la “Fase 2”, io e Lega guardiamo già alla “Fase 3” e cioè  alla fase della ricostruzione e/o riconversione di Rimini e della Riviera per  costruire l’industria turistica dei prossimi 50 anni. Dunque occorre parlare ai cittadini in modo chiaro proponendo progetti concreti ed idee.  Capita che, anche se in silenzio, la maggioranza, ogni tanto, raccolga le nostre idee, le elabori e le faccia proprie a vantaggio dei cittadini.  La mia è una vita politica da “mediano” e da capitano della squadra che lavora per  far contribuire a far crescere la società in cui viviamo. La mia cultura laico-cattolica mi consente di vedere la mia città ed il Paese sempre in chiave futura e sempre con un “occhio” rivolto alla politica riformista che, non dimentichiamolo, aveva portato, negli anni ’80, il Paese a sedersi tra i primi sette Paesi più industrializzati del mondo. Poi è arrivata “l’antipolitica”, la “politica cliccata” ed infine quella del “uno vale uno” o della “decrescita felice”. Tutto questo ci ha fatto sprofondare nella crisi attuale, perché “zero vale zero”».
«In queste settimane da “recluso” ho mantenuto, grazie a voi, agli altri giornali online, ai social ed alla carta stampata il rapporto con i cittadini, comunicando idee e progetti e ricevendo segnalazioni di disfunzioni nell’ambito della pubblica amministrazione ed in particolare della sanità, ma di questo avremo modo di riparlare in futuro perché, chi ha sbagliato dovrà rendere conto soprattutto ai famigliari delle vittime».
«Sono certo che tra non molto tempo torneremo in piazza con i nostri banchetti per comunicare a tu per tu con i cittadini, ma intanto proseguiamo con i social. Per la vita di partito abbiamo già inaugurato i primi incontri in videoconferenza, in attesa di tornare nella nostra sede di Rimini in via Bonsi».

L’anno prossimo si vota a Rimini. Il giudizio della Città che si percepisce sui 10 anni  da Sindaco di Andrea Gnassi è sicuramente positivo. La lega come parteciperà a  questa competizione elettorale? Sarà ancora insieme a Forza Italia e a Fratelli  d’Italia? Avete già un candidato Sindaco in testa da proporre agli elettori?

«Hai detto bene, si “percepisce”, perché non è la realtà. Certamente il Sindaco ha un ottimo ufficio di comunicazione che magnifica tutti i giorni ogni “paglia” che svolazza nell’aria, mentre nella sostanza di progetti realizzati dalla sua Giunta c’è poco a differenza dei fallimenti che, invece, sono tanti. Ad esempio, i progetti delle fogne e del teatro Galli erano progetti che giacevano nei cassetti dell’amministrazione da decenni, per cui i“successi” del Sindaco sono limitati agli eventi cioè quelli che lo fanno apparire maggiormente: il Paganello, la Molo Street, i concerti di fine anno. Purtroppo, chi vive l’amministrazione sedendo sui banchi dell’opposizione, in questi anni, ha visto: il maggior prelievo fiscale, l’introduzione dell’imposta di soggiorno, l’imposta sui passi carrai, l’aumento delle aliquote, oltre ad una crisi dell’edilizia che dura da dodici anni, una crisi economica che ha messo in ginocchio tutti gli imprenditori riminesi e
le periferie che sono rimaste come erano quarant’anni fa».
«I fallimenti del Sindaco sono: i progetti della Bolognese, della Novarese, della Murri, del Polo del benessere, l’arenile ed il Parco del Mare. Purtroppo il Parco del Mare rimarrà, nella storia riminese, un progetto a metà, che lascerà gli operatori degli stabilimenti balneari in mezzo al guado e questi continueranno a tenere e gestire i loro stabilimenti come negli anni ’60. Come potranno essere affrontate le sfide del futuro con questi impianti? Ciò che dico è lì e tutti possono vedere se è vero o no».
«E’ vero che la gente dimentica e perdona, però questo è il comune che con l’attuale amministrazione sta mettendo in crisi il bilancio comunale, non per il coronavirus, ma per la cattiva amministrazione di questi anni.  La Lega è pronta per la sfida elettorale del 2021 e lavorerà per rinnovare la coalizione di centro-destra, aperta alla società civile, come lo siamo da sempre. La situazione è molto diversa rispetto al 2016, oggi la Lega è strutturata, è un partito che ha, a Rimini, tanti iscritti e un personale politico preparato che, in questi anni, è cresciuto moltissimo. Conosce di economia, di turismo, di partecipate, di mobilità, di urbanistica, di commercio, del sociale, è attenta al mondo cattolico, alle disabilità ed alle disuguaglianze. Un personale politico col quale stiamo lavorando molto. In buona sostanza posso dire, senza paura di essere smentito, che siamo pronti per conquistare il comune di Rimini».
«Per quanto riguarda il candidato a Sindaco sarà sicuramente la coalizione ad indicare il nome, che avrà l’onere e l’onore della ricostruzione e del rilancio della città».

Paolo Zaghini

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