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Sìpa s’i bsarél, e niente paura dell’inchiostro!

La sìpa s’i bsarél, col suo sughetto da raccogliere, alla fine, col pane casereccio, entra con onore nei menu di molti ristoranti romagnoli, solitamente nella lista degli antipasti caldi.

In famiglia costituisce da sempre un secondo piatto primaverile, dove il prodotto di stagione del mare, rappresentato dalla seppia, si sposa con l’altrettanto stagionale frutto dell’orto, i piselli belli freschi.

Grazie alla grande distribuzione e alle metodologie odierne di trasformazione e conservazione, questa pietanza si può gustare in ogni periodo dell’anno. Ma, diciamo la verità, tra aprile e maggio il sapore è tutt’altra cosa…

Abbiamo voluto cimentarci partendo proprio dalla seppia ancora munita di tutti i suoi ammennicoli, inchiostro compreso, con grande divertimento del nipotino di tre anni, incuriosito dagli schizzi neri apparsi come per magia sul volto della nonna.

Infine, tolti la pelle, gli occhi, il becco corneo e l’osso alla seppia, abbiamo vinto la sfida casalinga, pronti per mettere insieme la nostra cena di stagione.

Questi gli ingredienti per quattro persone:

  • 4 o 5 seppie di media pezzatura
  • 600 grammi di piselli da sgranare
  • mezzo bicchiere di vino bianco secco
  • 500 gr. circa di passata di pomodoro
  • mezza cipolla
  • uno spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • olio extra vergine di oliva
  • sale, pepe, peperoncino.

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In un tegame largo abbiamo fatto dorare nell’olio la cipolla tritata finemente e lo spicchio d’aglio intero, aggiungendo poi le seppie tagliate a listarelle (tentacoli compresi). Una volta che queste hanno perso la loro acqua, abbiamo sfumato col vino bianco e lasciato evaporare per qualche minuto.

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Quindi abbiamo aggiunto la salsa di pomodoro, condendo con sale, pepe e peperoncino.

Una bella mescolata, aggiungendo anche tutti i piselli e un mezzo bicchiere di acqua.

Abbiamo lasciato sobbollire a fuoco basso per circa 30-40 minuti, controllando di tanto in tanto, quindi servito il nostro profumato intingolo accompagnandolo con fette di pane casereccio, indispensabile per la “scarpetta” finale.

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La famiglia ha gradito, nipotino compreso!

Maria Cristina Muccioli

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