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Nuova Questura. Indagato Damerini per bancarotta

La nuova questura mai utilizzata continua essere al centro delle cronache locali e giudiziarie .

Ora è la volta dell’ex proprietario Gian Franco Damerini. Si apprende che è indagato dall’autorità giudiziaria per bancarotta fraudolenta e proprio per questa ragione gli sono stati sequestrati conti correnti per un ammontare di 200 mila euro.

L’accusa ritiene che nel 2008 e 2009, Damerini abbia sottratto dai conti della società DA.Ma, di cui ne era il proprietario ed amministratore, 200 mila euro. La società DA.MA già allora, sostengono le Fiamme Gialle, era in una situazione finanziaria precaria. A Damerini vengono mosse anche altre accuse rispetto al pagamento (non pagamento) dell’Imu. Il suo legale ritiene di poter dimostrare l’infondatezza delle accuse.

Questa nuovo filone di indagine va ad arricchire la storia della nuova questura.

Un intervento previsto nel 1998/1999, i cui lavori sono iniziati nel 2001 e terminati nel 2004. Un progetto nato in collaborazione non solo con l’amministrazione comunale di Rimini ma anche e soprattutto con il Ministero degli Interni. E’ il Ministero degli Interni che approva il progetto e le caratteristiche funzionali. Viene anche stabilito anche il prezzo d’affitto: 3,3 milioni di euro all’anno.

E’ proprio l’ammontare dell’affitto che provoca  un braccio di ferro tra la proprietà DA.MA e lo Stato. Un braccio di ferro che si è concluso con il fallimento della società di Damerini e con un manufatto in completo degrado.

Ora l’immobile è andato all’asta lo scorso 15 febbraio, con un prezzo di 10 milioni di euro. Asta, come era prevedibile andata deserta. Ora si attende la nuova asta prevista per il prossimo 17 maggio. L’acquirente principale dovrebbe essere l’Inail che potrebbe fare l’investimento per rendere funzionale per le forze dell’ordine l’edificio. Questo è quanto previsto anche dal “Patto per la Sicurezza” firmato dagli enti locali e dal ministro Minniti a fine anno.

La nuova questura è stata oggetto anche di un’altra indagine a seguito dell’esposto denuncia, fatto da Guerrino Mosconi (liquidatore, allora, della società DA.MA) nei confronti dei sindaci che si sono succeduti dal 1999 al 2015.

Nell’esposto Mosconi sosteneva che il Comune di Rimini non avrebbe fatto tutto il possibile per mandare in porto la questura. I reati ipotizzati nell’esposto, erano quelli descritti nel codice penale all’art. 323 (abuso di ufficio) e 328 (rifiuto di atti di ufficio).
Dopo le indagini del caso la Procura della Repubblica chiese l’archiviazione che il Gip approvò nell’udienza del 16 Dicembre 2016 in modo netto.

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