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Daniele Daino, che fa crescere i giovani talenti dell’Unione Calcio Riccione

La passione per il gioco del calcio ha accompagnato Daniele Daino per tutta la sua vita. Ex calciatore professionista di Milan, Napoli e Bologna, il difensore nato ad Alessandria nel 1979 l’anno scorso è approdato sulla panchina dell’Unione Calcio Riccione che militava in Seconda categoria. Con Daino alla guida, i riccionesi hanno centrato il salto in Prima categoria. Da dicembre di quest’anno, la società ha affidato la squadra a Gigi Angeloni, ma il tecnico piemontese è rimasto nello staff tecnico con il ruolo di Responsabile e Allenatore del Settore Giovanile. Un compito importante quello di Daino che sta portando avanti con professionalità e abnegazione, confermato anche da una lettera inviata alla nostra redazione dai genitori di alcuni piccoli calciatori.

Daino, che cosa rappresenta per lei il calcio?

«Il calcio è stato qualcosa di veramente importante nella mia vita. Mi ha insegnato a rialzarmi dopo una caduta, le regole e il rispetto. Questo gioco mi ha dato tanto ed io ho dato tutto me stesso quando ne ho avuto le possibilità. Il successo personale che è arrivato in giovane età non ha cambiato il mio modo di pensare e di essere. Oggi il calcio è cambiato parecchio. C’è troppa velocità nel giudicare situazioni che dovrebbero essere valutate con più calma e meno fretta. Oggi i ragazzi non hanno più il tempo di crescere con i loro tempi e questo a me non piace affatto. Questo sport comunque è stato ed è la mia vita e continuerà ad esserlo anche in futuro».

Come è arrivato a Riccione?

«Mi trovo a Riccione perché quattro anni fa mia figlia, dopo la stagione estiva, mi chiese se potevamo rimanere a vivere qua. Ovviamente in accordo con la mia famiglia decidemmo di fermarci in maniera permanente e oggi siamo molti felici di aver fatto questa scelta. Riccione è una città che vive di turismo ma anche di sport e ha un energia importante che ti colpisce dritto al cuore».

Quanto è difficile il compito di Responsabile del Settore Giovanile?

«Bisogna tracciare la linea guida per la crescita dei ragazzi sia dal punto di vista tecnica che umano. Cercare di trasmettere ai giocatori, ai mister, insomma a tutto lo staff la mia passione e conoscenza di questo meraviglioso sport. In poche parole mi piace l’idea che, un domani, questi piccoli calciatori possano superarsi come atleti e come uomini, iniziando a fare le cose al massimo delle loro possibilità, senza rimpianti. Non è una sfida facile farlo a Riccione, che regala tante distrazioni ai ragazzi, ma i risultati di quest’anno mi fanno capire che siamo sulla strada giusta».

Qualche giorno fa è arrivata in redazione una lettera in cui i genitori dei suoi allievi si complimentavano con lei per il suo lavoro…

«Sono molto contento che apprezzino il lavoro che sto portando avanti con i loro figli, questo è molto importante».

Continuerà il progetto con il Settore Giovanile oppure le piacerebbe ritornare a mettersi in gioco con una prima squadra?

«Sì, il progetto andrà avanti con me e Giampaolo Pascucci. Lavorerò nel Settore Giovanile a 360 gradi, con un occhio anche alla prima squadra, sempre disponibile a dare consigli utili per migliorarci e soprattutto per crescere».

Nicola Luccarelli

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