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Un Triangolone pieno di incognite

Sabato scorso il sindaco Andrea Gnassi ha annunciato che il Comune di Rimini si “riprende” il cosiddetto Triangolone, cioè l’area di 22.780 metri quadri tra largo Boscovich, lungomare Tintori e viale Colombo. L’obiettivo è di procedere con la riqualificazione di tutta l’area.

In questi giorni, Chiamamicitta.it ha approfondito l’argomento, chiedendo anche la documentazioni agli uffici competenti dello Stato (Agenzia del Demanio e Corte dei Conti).

Vediamo i punti principali:
– Art. 3 del documento delle agenzie del Demanio (patti e condizioni): In relazione all’immobile in oggetto del presente provvedimento, per il quale lo Stato percepisce attualmente un entrata di € 573.860,00 a titolo di canoni per effetto delle utilizzazioni di cui art 2, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze le risorse a qualsiasi titolo spettante al Comune di Rimini sono ridotte in misura pari alla riduzione delle entrate erariali conseguente al trasferimento del presente provvedimento”. Concretamente l’art. 3 sancisce che il Comune di Rimini pagherà €573.860,00 all’anno allo Stato come compensazione delle minore entrate. Quindi è vero che le aree sono state trasferite a titolo gratuito, ma compensando i canoni che lo Stato che percepiva. Nel Decreto dell’Agenzia del Demanio per altro non si chiarisce per quanti anni il Comune dovrà pagare la cifra indicata allo Stato.

– L’art. 2 stabilisce che le aree in oggetto vengono trasferite al Comune di RiminiL’immissione nel possesso giuridico da parte dell’Ente ed il subentro del medesimo in tutti i rapporti attivi e passivi relativi al bene trasferito…” . Questo articolo lascia intendere che viene trasferito al Comune di Rimini anche il contenzioso?

– L’art. 4 (clausola di salvaguardia) dice: “Trascorsi tre anni da presente trasferimento, qualora all’esito di apposito monitoraggio effettuato dall’Agenzia del Demanio risultasse che il Comune di Rimini non utilizzi il compendio oggetto del presente provvedimento, lo stesso rientrerà nella proprietà dello Stato nella situazione in cui si trova senza che il Comune di Rimini possa pretendere dallo Stato alcunchè a qualsiasi titolo o ragione.”

– L’art. 2 stabilisce anche che le aree in oggetto vengono trasferite nel patrimonio disponibile del Comune di Rimini.

Ricapitolando: a) Il Comune paga ogni anno 573.860 euro alla Stato; b) la concessione in essere è formalmente decaduta non essendo più demanio ma patrimonio disponibile del Comune; c) su quelle aree (come su tutte le pertinenze in essere in Italia) vi è un contenzioso che va avanti da anni per l’aumento spropositato dei canoni  provocato dalla legge finanziaria del 2006. Di tale contenzioso se ne è occupato anche il Parlamento che ha legiferato la non decadenza delle concessioni che non hanno pagato i canoni fino ad un riordino complessivo di tutti i canoni demaniali. Di tale contenzioso se ne deve fare carico ora il Comune o rimane ancora in capo allo Stato?

Situazione a dir poco complessa, dove i problemi sembrano sopravanzare i vantaggi.

  • La concessione attuale è scaduta. Il Comune in che modo intende rinnovarla? L’evidenza pubblica si rende indispensabile. Ma evidenza per cosa? Riqualificazione dell’area o del singolo manufatto? E poi, concessione oppure canone di locazione, come vuole la prassi per il patrimonio disponibile di un Comune?
  • Il canone di locazione non può essere inferiore complessivamente a 573.860 € altrimenti il Comune provocherebbe un danno erariale soggetto alla Corte dei Conti.
  • Dopo tre anni vi è il rischio che tutti ritorni allo Stato. 

Sicuramente sono domande e preoccupazioni cui gli uffici competenti avranno già trovato le risposte adeguate. Risposte preziose proprio per l’importanza che assume il “Triangolone” per una parte della nostra offerta turistica.

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