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Ma al Comune di Cattolica c’è un portavoce o un ufficio stampa?

A Cattolica è in atto una rivoluzione nella comunicazione istituzionale. L’ha inaugurata Davide Varotti, nuovo portavoce del sindaco Mariano Gennari, scelto con rapporto fiduciario dopo il nulla di fatto seguito a una selezione di candidati condotta in modo per lo meno singolare (Domande del sindaco: “Di che partito sei?”, “Come hai votato la referendum”?).

Chiuso il capitolo del bando senza aver individuato nessuna figura adeguata, Gennari va dunque ad assumere un portavoce per se stesso e la sua giunta (incarico fiduciario a termine, 30 mila euro lordi all’anno), come avrebbe potuto fare fin dall’inizio.

La scelta cade su Davide Varotti, uno dei fondatori, insieme a Gennari, del Movimento 5 Stelle a Cattolica. Nel suo curriculum presentato al momento di candidarsi alle europee del 2014, si legge: “sono il responsabile commerciale di un’azienda che distribuisce prodotti chimici (adesivi sigillanti resine). (…). Ho una formazione tecnico-commerciale e anche oggi quotidianamente mi interfaccio da un lato con le mulinazionali Europee ed extraeuropee che distribuisco sul territorio e dall’altro con le realtà industriali ed artigianali di tutta Italia”.

Varotti non risulta iscritto all’Albo dei Giornalisti. Questo requisito sarebbe stato obbligatorio se il suo incarico fosse stato quello di addetto all‘Ufficio stampa (legge 150/2000); non è questo il caso, lui è solo un Portavoce.

Ma che differenza c’è fra il lavoro di un Ufficio Stampa e quello di un Portavoce? La stessa legge 150 non è affatto chiara in proposito; secondo l’art. 7, “L’organo di vertice dell’amministrazione pubblica può essere coadiuvato da un portavoce, anche esterno all’amministrazione, con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione. Nella successiva Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 7 febbraio 2002, si sottolinea che, a differenza dell’ufficio stampa e dei suoi compiti istituzionali, il portavoce “sviluppa un’attività di relazione con gli organi di informazione, in stretto collegamento ed alle dipendenze del vertice ’’pro tempore’’ delle amministrazioni stesse”. 

Secondo Giorgio Maria Leone, vice presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna, “punto fermo è che comunque il Portavoce  dovrebbe, appunto, essere ‘la voce’ del sindaco e della giunta, cominciando dal riportare le loro dichiarazioni”. È il caso di Varotti?

Viene qualche dubbio quando si legge uno dei comunicati giunti da Cattolica, quello sulla manifestazione CiocoPapà, che vale la pena di riportare integralmente:

Ciocopapà

Prima edizione partenza con il botto.
A cattolica ieri si respirava un’aria bellissima, da via dante fin su al Comune, dove si svolgeva la manifestazione Ciocopapà, i cittadini di Cattolica, dei comuni limitrofi e turisti si sono riversati nelle vie della Regina.

Ciocopapà, le attrazioni di contorno e gli operatori commerciali della Regina, complice anche il bel tempo, hanno saputo regalare ai visitatori un piacevole pomeriggio a spasso tra le vetrine del centro e tra i banchi degli espositori (dove si trovavano creazioni di mastri cioccolatieri di tutt’Italia).

Ciocopapà diventerà appuntamento annuale, quello di quest’anno è stato solo l’inizio, ma se il buongiorno si vede dal mattino, le premesse di veder nascere un nuovo evento di valore a Cattolica ci sono tutte.

Bambini, cittadini e commercianti (di Cattolica ma anche gli espositori) ci hanno raccontato la loro soddisfazione per la riuscita e l’organizzazione dell’evento.
Il coro unanime di consensi registrato in questi giorni, ci incoraggia molto, ci fa capire che siamo sulla buona strada, consapevoli però che di strada da fare c’è ne ancora moltissima, ma farla tutti insieme ci fa solo piacere.

Al di là di una sagra del cioccolato presentata come evento epocale, il nuovo corso comunicativo prevede, oltre al bando delle maiuscole e della punteggiatura, soprattutto l’abolizione del soggetto scrivente. Si tratta dunque di un commento del cittadino Varotti Davide? O di un comunicato ufficiale del Sindaco di Cattolica? Oppure dell’intera Giunta, come si desumerebbe dal plurale maiestatis? Fatto sta che il “dolce stil novo” non contempla l’uso del logo del Comune di Cattolica, né di una sua intestazione o firma.

Lo stesso si può dire per comunicazioni simili (“Dehors Incontro in comune tra amministrazione e categorie”, “Cattolica con il Cuore”) dove mai si rintracciano frasi virgolettate di Gennari o dei suoi assessori, ma solo generici riferimenti all’amministrazione, la quale solo in un caso (“NUOVO SITEMA – sic – DI RACCOLTA RIFIUTI – NELLA ZONA (PORTO-VIOLINA”) firma il documento per avvisare i cittadini del nuovo servizio.

Le leggi all’italiana sono rinomate nel generare equivoci e confusione. Proprio per questo, non sarebbe male se l’amministrazione comunale di Cattolica facesse un po’ di chiarezza sulla sua attività di comunicazione.

Anche perché, se la normativa si presta a diverse interpretazioni riguardo alla distinzione fra le attività di Portavoce, Ufficio stampa e Urp, è invece molto chiara su altri punti: le comunicazioni istituzionali di informazione al cittadino sono compito dell’Ufficio stampa e dell’Urp, non del Portavoce, che si limita a “un’attività di relazione con gli organi di informazione”; per svolgere l’attività di ufficio stampa occorre essere iscritti all’Albo dei Giornalisti e Pubblicisti, altrimenti si incorre nel reato penale di esercizio abusivo di una professione (art. 348 c.p.); per svolgere attività nell’Ufficio Relazioni con il Pubblico occorrono “diploma di laurea in scienze della comunicazione, del diploma di laurea in relazioni pubbliche e altre lauree con indirizzi assimilabili, ovvero, per i laureati in discipline diverse, del titolo di specializzazione o di perfezionamento post-laurea o di altri titoli post-universitari rilasciati in comunicazione o relazioni pubbliche e materie assimilate da università ed istituti universitari pubblici e privati, ovvero di master in comunicazione conseguito presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione e, se di durata almeno equivalente, presso il Formez, la Scuola superiore della pubblica amministrazione locale e altre scuole pubbliche nonché presso strutture private aventi i requisiti di cui all’allegato B al presente regolamento”.

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