Ha fatto discutere in questi giorni la notizia dell’apertura di una moschea a Borgo Marina, duramente attaccata da Jacopo Morrone, esponente della Lega Nord Romagna, che ne ha richiesto con un intervento di ieri l’immediata chiusura.
Agli attacchi risponde l’associazione Attawhid, gestrice del centro, che precisa che non si tratta – contrariamente a quanto detto – dell’apertura di una nuova sede, bensì del trasferimento della sede prima ubicata in Corso Giovanni XXIII, nello stabile in via San Nicolò.
La nuova destinazione – scrive l’Associazione – offre infatti uno spazio più accogliente per poter esercitare il diritto al culto con la dignità che ogni paese civile garantisce. L’auspicio è che sia respiro anche per i residenti della zona che negli anni hanno sofferto, con noi, la precarietà degli spazi finora utilizzati. Ne approfittiamo fin da ora per invitare a visitare la nuova sede, aperta a chiunque e al servizio di tutta la cittadinanza, anche per affrontare insieme le eventuali perplessità e risolverle in nome del buon vicinato e del reciproco rispetto per una civile e proficua convivenza.
Allo sciacallaggio politico con cui qualcuno tenta di pescare nuovi voti creando muri e barriere per frantumare la cittadinanza risponderemo con i fatti, – chiude Attawhid – dimostrando che queste “preoccupazioni” sono solo frutto della intolleranza nei confronti dei nuovi cittadini.
Sempre in relazione alle dichiarazioni di Morrone, arriva anche il commento dell’Amministrazione del Comune di Rimini, che come Attawhid invita a non strumentalizzare dietro caricature e voci grosse una questione, come quella della civile convivenza, che merita ben altro approfondimento e approccio:
“Giuridicamente avanzata la lettura che fa il segretario romagnolo della Lega Nord, Jacopo Morrone. A tutti gli effetti, infatti, propone di introdurre nel codice il ‘reato di religione islamica’. Chiunque si professa tale è automaticamente, spiega il leghista, un criminale, un terrorista, o comunque una persona da cui è meglio stare lontani un miglio, lui e i luoghi in cui si riunisce assieme a gente come lui. E a chi pensa sia una idea ‘lievemente’ discriminatoria, Morrone risponderebbe che a sbagliare è chi cita leggi e Costituzione, troppo morbide, troppo ‘di sinistra’. Chi crede nell’Islam è colpevole di qualcosa a prescindere, il giudizio è collettivo e non più sulla colpa individuale. Come dire che tutti i leghisti d’Italia sono colpevoli di appropriazione indebita, che è un modo elegante per dire che si sono intascati cose che non erano loro, perché lo hanno fatto Bossi e Belsito. Ovviamente non è così.
Il livello sconsolante del pensiero di Morrone ha il torto, ancora una volta, di caricaturizzare questioni che meriterebbero ben altro approfondimento e approccio. Quello del trasferimento da un immobile all’altro del centro islamico in via S. Nicolò è sicuramente un tema serio, da affrontare senza sfoderare lo spadone del crociato. Il tema non è il credo religioso ma le regole di civile convivenza che devono valere per tutti e in ogni luogo, sia italiani che stranieri, e quindi senza distinzioni, pregiudizi o indulgenze di ogni tipo. Per questo il Comune di Rimini ha già intrapreso e proseguirà tutte le verifiche, i controlli, gli interventi per ottenere il risultato della convivenza armonica tra tutti i residenti di Borgo Marina e di ogni altro quartiere della città. Il rispetto delle regole, dalle più piccole alle più grandi, deve valere per tutti, nessuno escluso. Questo non finiremo mai di dirlo e di perseguirlo con gli strumenti amministrativi. Perché sono il degrado e la sensazione del mancato rispetto delle regole i migliori alleati di chi, per proprio interesse, vorrebbe rifare una crociata dietro l’angolo di casa.”.