La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale della Calabria che prevedeva rinnovi automatici alle concessioni già esistenti. La sentenza è di fine gennaio 2021.
La situazione italiana sulle concessioni demaniali è sempre più paradossale. A fronte di una sentenza della Corte di Giustizia Europea, dell’avvio di una procedura d’infrazione, di decine di sentenze tra Corte Costituzionale e Consiglio di Stato e Tribunali civili che sostengono da anni che non è possibile con i rinnovi automatici delle concessioni demaniali turistiche, la politica e le associazioni del settore di fatto “se ne fregano” e continuano a parlare di proroghe di 30 o meglio di 50 anni, di uscite dalla Bolkestein ed altre cose simili.
Purtroppo dentro questo gioco vi sono anche i Comuni rivieraschi che non hanno l’autorevolezza di fare cambiare strada alla politica italiana. La sentenza della Corte Costituzionale rispecchi altre sentenze. Ma evidentemente le Regioni ci provano sempre. La legge regionale Calabra è stata impugnata dal Governo di fronte alla Consulta per due ragioni:
- Vìola, anzitutto, la competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza
- Non rispetta i principi di evidenza pubblica, parità di trattamento, non discriminazione, pubblicità, libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi, ai sensi degli articoli 49 e 56 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Governo ribadendo che “i criteri e le modalità di affidamento di tali concessioni debbono essere stabiliti nell’osservanza dei principi della libera concorrenza recati dalla normativa statale e dell’Unione europea”
Un ultima considerazione. La Corte Costituzionale non fa riferimento alla Direttiva Servizi cosidetta “Bolkestein” ma:
– Agli Articoli 49 e 56 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
– Alla normativa Statale italiana.
Appare evidente che il riordino della materia delle spiagge, sempre più urgente, richiede una legge in linea con l’Europa e le sentenze della Corte Costituzionale.