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A Santarcangelo la prima birra artigianale della Valmarecchia

Una grande passione per la birra. È quella che ha spinto l’ingegnere informatico Marco Brussolo (37 anni), e il buyer di abbigliamento Michele Del Vecchio a creare, qualche settimana fa, il Birrificio Artigianale Noiz, a Santarcangelo di Romagna. Ma perché due persone con esperienze lavorative tanto diverse hanno deciso di buttarsi anima e corpo in questa nuova avventura? Lo abbiamo chiesto ad entrambi, così come di raccontarci come sta andando questa loro nuova attività.

Marco, che cos’è per voi la birra artigianale? Perché, secondo lei, sta avendo così successo?

«Per noi è essenzialmente una grande passione e opportunità. Una passione perché rappresenta un collegamento ad un passato di produzioni artigianali che, negli anni, hanno subito un processo di industrializzazione che ne ha fatto un po’ perdere le unicità. Una grande opportunità, perché ci permette di creare, sperimentare e dare luogo alla nostra idea di un prodotto che è un vero aggregante sociale. Sicuramente il successo che sta avendo il movimento birraio italiano è dovuto al fatto che ogni consumatore ha una forte dose di curiosità e vuole sperimentare gusti e prodotti del territorio, ama imparare a percepire i diversi sapori per poter realizzare i corretti abbinamenti gastronomici e vuole sapere come nasce e come viene fatto un prodotto per poterne valutare la genuinità e la freschezza».

Marco, quando avete deciso di aprire il birrificio? E perché proprio a Santarcangelo?

«Visto che sognare non costa nulla, ho iniziato a farlo dopo le prime produzioni casalinghe, circa una decina di anni fa. Il progetto si è poi concretizzato un paio di anni fa quando, parlando con Michele, abbiamo maturato l’esigenza di metterci in gioco in questo difficile progetto. La scelta di Santarcangelo non ha un motivo peculiare, siamo ragazzi di Rimini e volevamo aprire un’attività nel nostro territorio, si è presentata l’occasione giusta a Santarcangelo e l’abbiamo subito percorsa con entusiasmo, diventando così il primo birrificio artigianale della Valmarecchia».

Marco, che cosa significa Noiz?

«Noiz da noise (in inglese “rumore”, ndr), che per noi simboleggia la voglia di farsi sentire, di arrivare un po’ a tutti, come riesce a fare la musica; voglia di farsi ascoltare, se necessario, “alzando un po’ la voce”. Non materialmente. ma tramite il sound espresso dalle nostre birre, che tiene tempo ed equilibrio: un sound inconfondibile. Il nome ha anche una parte romantica e rappresenta due amici uniti da passione e voglia di creare qualcosa di proprio, di unico».

Michele, quanti tipi di birra producete?

«L’offerta attuale è di 4 birre tutte ad alta fermentazione: una English Golden Ale, un’American Pale Ale, un’American Brown Ale e una Oatmeal Stout. Nel prossimo autunno usciremo anche con una Dark Strong Belgian Ale. La nostra offerta è rivolta a privati, locali e distributori. Le birre più richieste sono, come è facile immaginare, le birre cosiddette “chiare”, che hanno un appeal maggiore anche per chi si approccia per le prime volte ad una birra artigianale».

Quanti, invece, i litri prodotti fino ad ora?

«Circa 8000 litri di birra, ma abbiamo inaugurato da poco più di un mese per cui siamo veramente agli inizi».

Siete soddisfatti di quello che siete riusciti a realizzare?

«Sì, siamo molto contenti e orgogliosi del progetto che abbiamo e stiamo mettendo in piedi. Per noi è un sogno che diviene realtà. Ma questo è solo il principio e c’è ancora tanta strada da fare, per cui continueremo a tirarci su le maniche e a impegnarci per dare ai nostri clienti la miglior birra artigianale possibile».

Nicola Luccarelli

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