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Rimini spese tribunale. Il Tar del Lazio respinge il ricorso di Rimini ma accoglie quello di Torino. Il Governo dovrà pagare

Da anni va avanti un contenzioso tra Comune di Rimini (tutti i comuni sedi di Tribunali sono nella stessa situazione) e ministero di Grazia e Giustizia per vedere riconosciute le spese sostenute per il funzionamento degli uffici giudiziari. Un Decreto del presidente del consiglio del 10 marzo 2017 cerca di risolvere il problema e di saldare il debito con i Comuni.

In realtà soltanto parzialmente. secondo i dati Anci-Ifel i 300 milioni che saranno assegnati in 30 anni ristorneranno ogni Comune (circa 800 quelli interessati) del 67% dei costi totali sostenuti e riconosciuti tra il 2011 e il 2015. In altre parole, il Ministero pagherebbe solo una parte della cifra, diluendo il rimborso nell’arco di tre decenni, senza interessi. Per quanto riguarda il Comune di Rimini il ministero ha proposto un indennizzo per le spese sostenute per la gestione del Tribunale pari a 1,262 milioni rispetto al credito maturato di circa 4,4 milioni.

Oltre ad una decurtazione delle spese realmente sostenute i Comuni per vedersi riconosciuto il rimborso dovevano anche a rinunciare “ad azioni, anche in corso, per la condanna al pagamento del contributo a carico dello Stato, ovvero  a  porre  in  esecuzione  titoli  per  il diritto al pagamento del medesimo contributo. A  tal  fine  i  Comuni interessati  depositeranno  presso  il  Ministero   della   Giustizia dichiarazione di  rinuncia  a  qualsiasi  ulteriore  pretesa  per  il medesimo  titolo,  unitamente  al  provvedimento  di  estinzione  del giudizio  o  della  procedura  esecutiva,  ovvero  dichiarazione   di inesistenza di giudizi o procedure esecutive pendenti.”

Il Comune di Rimini non ha aderito alla proposta del Governo ed ha fatto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ricorso poi spostato presso il TAR del Lazio.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la sentenza. Il  Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del Comune di Rimini. Il motivo è spiegato nella sentenza. “Osserva il Collegio che l’eventuale accoglimento del ricorso può dar luogo ad una rimodulazione, in termini più sfavorevoli, del finanziamento/contributo attualmente previsto a favore degli altri comuni sede di uffici giudiziari, individuati nell’Allegato D al D.P.C.M. 10 marzo 2017, che debbono quindi essere considerati soggetti controinteressati (cfr. T.A.R. Lazio, Roma, Sez. I, 11 dicembre 2018, n. 11977). Tuttavia, nel caso di specie, il ricorso non è stato notificato ad alcun controinteressato, in violazione della regola di cui all’art. 41 conseguendone l’inammissibilità non sanabile mediante ordine di integrazione del contraddittorio.” In definitiva il Comune di Rimini doveva notificare il ricorso a tutti gli 800 comuni facenti parte della tabella D che suddivide il finanziamento. La sentenza del TAR del Lazio 

Tutto finito? Assolutamente no. Dopo poche settimane, sempre il Tar del Lazio e sempre la sezione prima accoglie il ricorso del Comune di Torinosempre sulla stessa materia e decreto. Per la giustizia amministrativa, questa volta, si tratta di “un atto illegittimo, emesso da un organo non competente a intervenire in materia”. “Il decreto, oltre che per incompetenza e violazione delle leggi n. 392/1941 e n. 232/2016, risulta viziato anche per difetto di istruttoria in quanto, nonostante l’espressa previsione della legge di bilancio che chiedeva ai d.P.C.M. attuativi di esplicitare, oltre alla modalità di riparto del fondo, anche i relativi “criteri”, non ne ha indicato alcuno e, anzi, ha provveduto nella tabella D a una quantificazione degli importi da assegnare agli enti locali beneficiari che risulta del tutto avulsa rispetto al raffronto con le spese riferibili ai singoli Comuni.” “Il ricorso va pertanto accolto, con assorbimento di ogni altra censura e va, di conseguenza, annullato l’art. 3, comma 4, del d.P.C.M. del 10 marzo 2017 nella parte in cui, a mezzo del richiamo alla tabella D, definisce la somma spettante al Comune ricorrente.”

La sentenza del Tar del Lazio riferita al Comune di Torino

Appare abbastanza evidente che il contenzioso tra Comuni e Governo continuerà anche in sede di Consiglio di Stato.

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