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Valeriano Fantini, l’uomo che faceva i sindaci di Riccione

A metà degli anni ’70, nel 1976, venni eletto Segretario provinciale della FGCI. Il mio predecessore, Sergio Gambini, era dovuto partire militare. La stessa cosa capiterà a me nel 1977 e mi sostituì Luciano Natalini.

In quegli anni la Federazione Giovanile Comunista aveva mille iscritti (993 nel 1974, 1008 nel 1975, 1063 nel 1976, 774 nel 1977) ed era capillarmente presente in tutti i Comuni della Provincia. Ma il Circolo più attivo e numeroso era quello di Riccione, con quasi duecento iscritti, dove si andava formando la nuova classe dirigente comunista riccionese degli anni ’80 e ’90. Segretari del Circolo riccionese in quegli anni furono Massimo Spaggiari, Daniele Montebelli, Gabriele Guglielmi, Nicoletta Coccia, Andrea De Nicolò. Ma con loro c’erano anche i futuri sindaci Massimo Masini, Daniele Imola, Massimo Pironi. E c’era Valeriano Fantini, per diversi decenni la mente politica più lucida del PCI riccionese. Ricordo, il giorno del funerale di Valeriano, il saluto di Masini che invitava a “individuare tempi, modi e forme per riflettere e approfondire il suo ruolo e la sua influenza rilevante e significativi nella vita politica e istituzionale cittadina dalla metà degli anni ’70 alla sua scomparsa”.

Con questi compagni riccionesi diventai amico e lo sono rimasto nel corso degli anni, al di là delle vicende politiche che ognuno di noi ha poi vissuto. Mischiando il sacro e il profano loro erano presenti al mio matrimonio nel 1978 e io ero presente al matrimonio di Masini nel 1990 e a quello di Fantini nel 1999. Ero a cena con Fantini ed altri amici un sabato sera quando ci annunciò che il lunedì si sarebbe ricoverato per alcuni esami di accertamento sullo stato della sua battaglia che stava combattendo da alcuni anni contro un maledetto tumore al colon. Purtroppo da quel ricovero non ne uscì più e il 18 marzo 2013, a soli 56 anni, ci lasciò.

Valeriano Fantini era nato l’1 dicembre 1957, secondo di cinque fratelli. Quando aveva otto mesi fu colpito da poliomelite, rimanendo fortemente segnato nella capacità di mobilità che Lui poi combattè nel corso di tutta la sua vita. Ricordò Massimo Pironi al momento della sua scomparsa: “Siamo stati adolescenti assieme. La prima immagine che ho di lui, ora, è quel suo modo di scendere al volo dalla bicicletta, lui che aveva le sue difficoltà nel camminare: la lanciava contro la cancellata e scendeva al volo. Era anche il suo modo di affrontare la vita”.

Settembre 1984. Riccione, Festa de L’Unità. Da sin. Valeriano Fantini, Daniele Montebelli, …, Marino Imola

Studente al liceo Scientifico “Volta” di Riccione con Masini, Guglielmi, Imola con loro si iscrisse nel 1974 alla FGCI e parteciparono alla loro prima esperienza politica: la campagna sul referendum del divorzio. Si laureò in Giurisprudenza a Bologna nel 1986.

Divenne Consigliere Comunale per il PCI l’8 giugno 1980. Entrò in Consiglio con altri giovani: Nicoletta Coccia, Masini, Imola. Sarà riconfermato nelle elezioni del 12 giugno 1985 e del 6 maggio 1990, e siederà in Consiglio sino ad aprile 1995.

Al 13° Congresso della Federazione del PCI riminese nel febbraio 1983 venne eletto membro del Comitato Federale (in carica sino a marzo 1986).

Sarà il primo dei giovani a divenire Assessore comunale nel luglio 1985 con il Sindaco Terzo Pierani. Daniele Imola fu il capogruppo del PCI in Consiglio per 10 anni: un partito che aveva una maggioranza schiacciante (19 consiglieri su 30 nel 1980, 25 su 40 nel 1985, 22 su 40 nel 1990, 15 su 30 nel 1995) e ne divenne il Segretario politico dal 1984 al 1985 (lo sostituì poi Nicoletta Coccia). A Fantini venne data l’importante e delicata delega all’urbanistica con il compito di scrivere il nuovo Piano Regolatore in sostituzione di quello vigente dal 1968.

Alla fine del 1989 la segretaria Coccia pose il problema della sostituzione del Sindaco Pierani alla guida della città ormai da quindici anni. Sostenuta in questo orientamento dai giovani “leoni” del PCI che nel decennio erano cresciuti politicamente. Fra questi anche Fantini. Ma al termine di un lungo e aspro confronto all’interno del Partito il Comitato Comunale di Riccione bocciò la proposta della segreteria di cambiare Sindaco e venne ricandidato per la quarta volta Pierani. La segreteria del PCI riccionese si dimise in blocco e la Federazione riminese incaricò Tiziano Solfrini di guidare il Partito riccionese sino alle ormai ravvicinate elezioni amministrative del 6 maggio 1990. Dopo vari incontri la segretaria Coccia e la segreteria ritirarono le dimissioni per affrontare la campagna elettorale. Subito dopo però si dimisero nuovamente e il partito fu guidato per alcuni mesi da Giancarlo Gennari e Ezio Venturi. In autunno venne nominato il nuovo segretario Arnaldo Cesarini.

Novembre 1991. Da sin. Massimo Masini, Valeriano Fantini, Carla Lunedei

In una lunga intervista sulle vicende riccionesi di quegli anni rilasciata a Daniele Montebelli e Ezio Venturi per la redazione del libro “Viale don Minzoni 1. Il Partito Comunista Italiano a Riccione” (Casa del Popolo Riccione / La Piazza, 2015) Sergio Gambini, Segretario della Federazione del PCI riminese dal 1985 al 1991, scrisse: “Il rinnovamento era vero, percepibile, evidente, un gruppo dirigente nuovo si era affacciato alla vita politica. Pierani era invece il personaggio più in vista rimasto della vecchia generazione e difendeva questa sua posizione con tenacia. Il gruppo che guidava allora il partito di Riccione, al suo interno aveva una serie di distinzioni naturali nella personalità dei singoli compagni, ma io comunque lo percepivo come un gruppo sostanzialmente unito e animato da una solidarietà ed un impegno comune per introdurre forti elementi di discontinuità nella politica amministrativa del Comune. Conoscevo molti di loro dai tempi della FGCI. Montebelli, Masini, Imola, Fantini, meno Nicoletta Coccia perché era venuta dopo. Il gruppo si era fatto le ossa combattendo contro i vecchi dirigenti, giocando anche sulle loro rivalità e scalzandoli progressivamente dalla guida del partito. Cesarini ne era un po’ il padre nobile, proveniva da una generazione diversa, ma rappresentava un punto di riferimento cui i ‘giovani’ si rivolgevano volentieri”.

La nuova Giunta (PCI-PSI-PRI) guidata da Pierani si insediò il 21 luglio 1990. In Giunta, fra i giovani, oltre a Fantini riconfermato, entrò Massimo Pironi. Ma i tempi per il ricambio erano ormai maturi: il 7 novembre 1991 il Sindaco Pierani rassegnò le dimissioni. La nuova Giunta eletta il 28 novembre 1991 vide diventare Sindaco Massimo Masini. Fantini e Pironi vennero confermati ed entrò in Giunta anche Daniele Imola. Chiamato in causa in una vicenda giudiziaria su questioni urbanistiche (molto strombazzato sulla stampa locale) ne uscì pulito, senza nessuna ipotesi di reato a suo carico.
Fantini uscì dalla Giunta il 31 gennaio 1994 a seguito di un rimpasto complessivo della stessa operata dal Sindaco Masini.

Per alcuni anni svolse a tempo pieno il mestiere di funzionario dell’INPS di Rimini, in cui era stato assunto a metà degli anni ’80. Poi nel 1999 Daniele Imola, eletto nuovo Sindaco di Riccione nelle elezioni del 13 giugno 1999, lo nominò Presidente della GEAT. Incarico che ricoprì per otto anni, sino a novembre 2007.

Il 27 febbraio 1999 sposò Monica Tommasini (1963- ) e il 25 febbraio 2002 nacque la loro figlia Linda. Si trasferirono a vivere nella vicina Misano Adriatico.

27 febbraio 1999. Un giorno felice per Valeriano Fantini: il suo matrimonio con Monica Tommasini in Comune a Riccione. Da destra si riconoscono Paolo Zaghini, Francesco Masini, Massimo Pironi, Daniele Imola, Monica Tommasini, Valeriano Fantini, Marina Gambetti, Massimo Masini, Sergio Gambini, Maurizio Melucci

Nel 2008 il Sindaco di Rimini Alberto Ravaioli lo nominò Commissario unico di Anthea, una società “in house” che ha lo scopo di conservare, valorizzare e gestire il territorio e il patrimonio dei Comuni di Rimini, Santarcangelo di Romagna e Bellaria Igea Marina, gli enti pubblici che ne sono soci. I Soci nel 2010 lo confermarono Presidente di un Consiglio di Amministrazione composto da tre membri: Lui, Roberto Celli e Gianluca Conti. Direttore Tommaso Morelli.

A fine marzo 2011 i Comuni riminesi soci di HERA lo indicarono per il Consiglio di Amministrazione della grande multi utility. Presidente del CdA Tomaso Tommasi di Vignano e direttore Maurizio Chiarini.

Dirà il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi alla sua scomparsa: “Aziende che Valeriano ha guidato con la stessa passione, attenzione, disponibilità e cura per il territorio e per la comunità che lo hanno fatto apprezzare nel corso della sua militanza politica ed esperienza amministrativa. Un’altra dote di Valeriano è sempre stata quella di saper coniugare il pensiero ad una straordinaria capacità realizzativa, dote che gli ha consentito di essere considerato un ‘problem solver’, caratteristica non frequente nell’ambito della pubblica amministrazione”.

Fantini fu uomo di potere vero, riservato, al centro di mille relazioni e ramificazioni nella città e nel mondo economico riminese, capace di creare progetti politici di lungo periodo dentro al suo partito ma anche con tante alleanze in altre formazioni politiche, attento ai rapporti con la stampa e il mondo dell’informazione. Come sempre quando uno è protagonista di battaglie e duri confronti si crea nemici e Valeriano ne aveva diversi. Ma fu anche uomo generoso, come rivelò dall’altare il parroco don Concetto il giorno del funerale, ricordando la sua disponibilità ad aiutare e a fornire risorse economiche per chi aveva bisogno: privatamente, senza pubblicità.

Ha combattuto per alcuni anni una dura battaglia contro un tumore. Più volte operato e sottoposto ad intense cure mediche di chemioterapia. Nonostante ciò non mollò mai: la famiglia e il lavoro erano per lui la cura migliore. Lucido sino alla fine, tanto da chiamare giovedì 14 marzo, pochi giorni prima dell’ultimo ricovero in Ospedale a Cattolica, il presidente di Hera Holding Tomaso Tomasi di Vignano per dirgli addio e comunicargli che era arrivato alla fine della sua battaglia contro il male.

Numerose le testimonianze fatte alla sua scomparsa. Il Presidente della Provincia Stefano Vitali: “la sua enorme capacità di lavoro e di relazione e la sua intelligenza finissima, negli ultimi trenta anni ha dato un contributo decisivo alla modernizzazione del territorio riminese. Eccezionale e esemplare la sua volontà di portare avanti, nonostante la malattia, la professione sino agli ultimi istanti della propria vita, la migliore testimonianza di un uomo che non si è mai tirato indietro”.
Il Segretario provinciale del Partito Democratico Emma Petitti: “Con lui perdiamo l’amministratore capace e lungimirante, l’amico leale e brillante. Il suo sguardo acuto sulla realtà ne fanno una figura luminosissima di manager pubblico che ha messo l’interesse collettivo sempre al primo posto, in ogni azione e in ogni scelta”.

2003. Riccione. Presentazione del volume “Legati a un granello di sabbia. Breve storia di Riccione nel divertimento” di Enea Abati e Carlo Andrea Barnabè ; immagini fotografiche di Pico Zangheri ; collaborazione di Marina Giannini, Manuel Spadazzi, Teresio Troll (GEAT, 2003 e ristampa 2004). Da sin. Marina Giannini, Valeriano Fantini, Carlo Andrea Barnabè

Il Resto del Carlino nel ricordare il suo lungo curriculum sottolineò che aveva “sempre avuto un ruolo di primo piano nel PCI-PDS-DS, kingmaker nelle elezioni degli ultimi tre sindaci di Riccione, un cervello finissimo unito alla capacità di vedere lontano”.

Ma vorrei chiudere con il ricordo che gli dedicò la Famija Arciunesa nel numero di giugno 2013 con un articolo intitolato “Fantini, l’uomo che fabbricava sindaci”. “Ha segnato gli ultimi trent’anni della vita politica, Valeriano Fantini. Lo ha fatto da dietro le quinte, con l’acume dei grandi tattici e la passione civile dei predestinati. Anche per l’uscita ha scelto il passo felpato, la discrezione, la stessa che ha praticato nei giorni di gloria e in quelli della malattia. Una sofferenza terribile che ha addomesticato, fino a spegnersi in silenzio, ma vivendo fino all’ultimo soffio (…). Un curriculum pesante ma che non racconta il reale ruolo svolto negli anni da Fantini. L’uomo che fabbricava i sindaci. O li affossava, come accadde agli esordi con Terzo Pierani (…). Fantini fu quello che più di altri si espose nel progetto, cosa che ‘re Terzo’ non gli avrebbe mai perdonato. Fantini scelse per sé il ruolo di consigliere, e per Massimo Masini quello di sindaco. E fu sempre Fantini a decretare la fine di quel ciclo con la decisione di appoggiare la candidatura di Daniele Imola, e di farsi interprete della continuità nella discontinuità, garante degli equilibri precari che hanno attraversato da sempre la storia della sinistra riccionese. Dieci anni e ancora un’altra svolta, sofferta e cruenta. Con il tentativo dei ‘rivoluzionari’ di sacrificare Valeriano Fantini, individuato come totem della vecchia guardia per farsi largo. Sbagliando completamente tattica e bersaglio. Ottenendo solo una pesantissima sconfitta. Fantini avrebbe potuto restare neutrale invece fu costretto a schierarsi con Massimo Pironi e lo trascinò verso l’affermazione alle primarie. Tre uomini e un grande cervello. Non a caso, alla sua morte, i tre sindaci hanno voluto tributare a Fantini quello che lui aveva sempre tenuto nascosto: il ruolo di numero uno. Nulla di sorprendente, per chi lo conosceva a fondo”.

2008 ca. Riccione. Da sin. Giancarlo Gennari, Daniele Imola, Valeriano Fantini

La mattina del 20 marzo 2013 oltre un migliaio di persone, dentro e fuori la Chiesa Stella Maris di Fontanelle, tributarono a Valeriano Fantini l’ultimo saluto. Masini, Imola e Pironi lo salutarono con ricordi affettuosi, da amici di lungo corso.

12 dicembre 2007. Riccione. da sin. Tommaso Morelli, Valeriano Fantini

Paolo Zaghini

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