La soluzione per lo smantellamento del campo nomadi di via Islanda è ancora lontana.
Nonostante l’accorato appello del Vescovo in occasione della festa del patrono di Rimini il 14 ottobre scorso: “ma il campo di via Islanda è ancora là. Io sono andato a visitarlo: è uno scandalo insopportabile che degli esseri umani debbano vivere da bestie selvagge…..” e nonostante il lavoro della Giunta Comunale per trovare una soluzione condivisa dalla maggioranza del Consiglio Comunale.
Oggi pomeriggio (martedì 21 novembre) la riunione della maggioranza che doveva sancire l’accordo si è conclusa con un nulla di fatto. Anzi con una rottura tra Patto Civico e Pd, Il capogruppo Mario Erbetta ha lasciato polemicamente l’incontro. Il motivo? Il numero delle micro aree dove ricollocare le famiglie sinti che abitano in via Islanda.
Nei mesi scorsi si era raggiunto un accordo di massima di suddividere le 8 famiglie in 5 micro aree. Le altre tre famiglie hanno deciso di andare ad abitare in appartamento.
Le aree individuate erano: Corpolò (via Cupa), Via Feleto (zona Via di Coriano), via Montepulciano a Gaiofana, via della Lontra alla Grotta Rossa e Via Tombari a Viserba.
Nell’incontro di maggioranza il Pd ha proposto di ridurre a tre le micro aree motivando la riduzione con il fatto che anche un’altra famiglia nomade ha deciso di andare ad abitare in appartamento. In totale, a questo punto, rimangono 7 le famiglie da riorganizzare nelle micro aree. Secondo il Pd 3 sono sufficienti. Non solo con sole tre aree si sarebbero ridotti anche i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione.
A questo punto il capogruppo di Patto Civico, Mario Erbetta, ha polemicamente lasciato l’incontro di maggioranza accusando il Pd di non rispettare i patti. 5 erano le aree individuate e 5 dovevano rimanere.
Ora la soluzione è ritornata in alto mare e si attenderà per affrontarla nuovamente il ritorno del sindaco dalla Cina.
