Secondo i dati dell’Istat, nel 2017 si sono verificati in Emilia-Romagna 17.362 incidenti stradali che hanno causato la morte di 378 persone e il ferimento di altre 23.500. Rispetto al 2016, diminuiscono sia gli incidenti (-0,3%) che i feriti (-0,4%), in misura più contenuta rispetto a quanto osservato a livello nazionale (rispettivamente -0,5% e -1,0%); si registra, al contrario, un aumento del numero di vittime della strada (+23,1%) nettamente superiore al dato nazionale (+2,9%).
Anche nella Provincia di Rimini è stata rilevata la medesima tendenza, con un calo di incidenti (-2,0%) e di feriti (-2,7%), ma un aumento dei morti: 22 nel 2017 contro i 19 dell’anno precedente.
I costi sociali degli incidenti stradali quantificano gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito delle conseguenze di un incidente stradale. Nel 2017 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in oltre 17 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale (287,8 euro pro capite) e in 1.751 milioni di euro (393,5 euro pro capite) in Emilia Romagna; la regione incide per il 10,0% sul totale nazionale.
Il rischio di incidente stradale
Sempre secondo l’Istat, tra il 2016 e il 2017 l’indice di lesività non mostra variazioni significative, attestandosi intorno a 135,5 feriti ogni 100 incidenti; l’indice di mortalità aumenta invece da 1,8 a 2,2 decessi ogni 100 incidenti così come quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100), che sale da 1,3 a 1,6.
L’incidentalità rimane alta nei comuni costieri e lungo l’asse della Via Emilia. La pericolosità è alta in vaste aree della dorsale appenninica e nei territori che gravitano su Ferrara e sui comuni capoluogo emiliani (Figura 2). L’indice di mortalità è stabile nei comuni di Reggio Emilia e Bologna, diminuisce nel comune di Forlì mentre cresce in tutti gli altri capoluoghi di provincia.
Nel 2017 il maggior numero di incidenti (12.500, il 72,0% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 177 morti (46,8% del totale) e 15.947 feriti (67,9%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono dello 0,8% in ambito urbano e del 3,9% sulle autostrade mentre crescono del 2,4% sulle strade extraurbane. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (4,2 decessi ogni 100 incidenti) e nelle autostrade (3,7 ogni 100).
I sinistri stradali avvengono più frequentemente lungo un rettilineo, sia sulle strade urbane (43,4%) che su quelle extraurbane (56,3%). In ambito urbano gli incidenti che avvengono nei pressi di una intersezione rappresentano il 23,3% del totale, seguono quelli che si verificano in corrispondenza degli incroci (20,1%) e nelle rotatorie (7,5%).
Lungo le strade extraurbane il 16,2% degli incidenti si verifica in curva, il 13,4% nei pressi di una intersezione.
I mesi e le ore più a rischio
Nel periodo primaverile ed estivo la concentrazione degli incidenti è più elevata, in coincidenza con la maggiore mobilità legata a periodi di vacanza. Tra maggio e settembre si contano 8.043 incidenti (il 46,3% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 10.932 persone (46,5%) e 178 sono decedute (47,1%) (Figura 5). Quasi il 78% degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati tra le 3 e le 4 (5,8 morti ogni 100 incidenti), tra le 2 e le 3 e tra le 6 e le 7 (5,1), con valori di molto superiori alla media giornaliera (2,2) (Figure 6 e 7). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 39,9% degli incidenti notturni, il 39,7% delle vittime e il 41,7% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 3,5 decessi ogni 100 incidenti.
I comportamenti a rischio e le persone coinvolte
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (74,1%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (5.806 casi, 87 vittime e 7.891 feriti), seguita dal tamponamento (3.571 casi, 36 decessi e 5.605 persone ferite).
La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (5,8 decessi ogni 100 incidenti), seguono l’investimento di un pedone (4,2) e la fuoriuscita del veicolo (4,0). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,6 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,7 decessi).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto della distanza di sicurezza sono le prime quattro cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I quattro gruppi costituiscono complessivamente il 58,7% dei casi.
Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per oltre il 27% (Tavola 14).
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per gli ultrasessantaquattrenni (13,8 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 72,8% delle vittime e il 72,5% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 9,3% dei morti e il 20,2% dei feriti, i pedoni il 18,0% dei deceduti e il 7,3% dei feriti. Il 70,6% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+ mentre il 58,2% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. L’indice di lesività standardizzato è pari a 995,7 per la classe di età 15-29 anni e a 687,0 per quella 30-44 anni (Figure 8-11).