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Rimini, la giunta risponde sulla delibera annullata del “triangolone”

Il Consigliere Giovanni Casadei del gruppo PD ha interrogato la Giunta comunale di Rimini sul passaggio dal Demanio dello Stato al Comune di Rimini delle aree e fabbricati della zona porto canale: il cosiddetto “triangolone”.
Questo il testo dell’interrogazione di Casadei:

Sig Sindaco
la interpello in merito alle aree e fabbricati trasferiti dal Demanio Statale al patrimonio Comunale compresi fra il Viale Cristoforo Colombo, Lungomare Tintori, Largo Boscovich, Piazzale Fellini il cosiddetto “triangolone”.

L’Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Emilia Romagna – con i Decreti del 17/3/2017 e dell’ 11/4/2017 ha trasferito in proprietà al Comune di Rimini le aree ed i fabbricati di cui all’oggetto della presente interrogazione;
Che in data 21/03/2017 e 18/05/2017 è stato fatto verbale di consegna al Comune di Rimini e che da quelle date il Comune di Rimini subentra all’Agenzia del Demanio in tutti i rapporti attivi e passivi in essere;
Che in data 1/08/2017 con delibera N. 212 la giunta comunale di Rimini ha approvato nella quale :
– Inseriva i suddetti beni nel patrimonio indisponibile del Comune;
– Concedeva i suddetti beni in uso agli attuali utilizzatori (già titolari di concessione demaniale marittima permanente da parte dello Stato);
– Rideterminava i canoni come da relazione estimativa redatta dall’Ufficio Acquisti e Alienazioni della Direzione Patrimonio facendo un lavoro fondato sull’equità, valutando caso per caso, in considerazione soprattutto dello stato fattuale dei beni passati dal Demanio all’ente Comune. E’ infatti noto che parte di questi sono compresi di area più immobile sussistente, mentre altri solo l’area.

Che di tale delibera la Giunta ne ha dato notizia con comunicato stampa il 2 agosto 2017;

le chiedo sig Sindaco:
– Per quale ragione la delibera N. 212 del 1/08/2017 è stata annullata dalla delibera di giunta dell’8 agosto 2017 N. 216?
– Per quale ragione era mancante il visto di regolarità contabile, cui andava previamente soggetta?
– Se corrisponde al vero che il Comune di Rimini deve pagare, ogni anno, alla Stato 573.860 euro quale mancato introito delle concessioni in essere dei beni trasferiti al Comune?
– Se corrisponde al vero che la rideterminazione dei canoni da parte dell’amministrazione comunale portava ad un introito di circa 350.000 euro?
– Come intendeva il Comune coprire la differenza tra ciò che paga allo Stato e ciò che avrebbe percepito dai nuovi canoni?
– Se ritiene che le concessioni in essere sia prorogabili agli attuali fruitori oppure si renda necessario un nuovo bando di evidenza pubblica per l’assegnazione?
– Come intende procedere la Giunta dopo l’annullamento della Delibera N. 212?

All’interrogazione ha risposto l’assessore Gian Luca Brasini con delega al Bilancio e Patrimonio.
L’assessore riconosce che il problema è molto articolato. Riguarda il rapporto tra Stato centrale ed Enti locali ed la politica di trasferire sugli Enti Locali le riduzioni dei costi ed il contenimento della spesa. L’assessore porta ad esempio le spese che il comune di Rimini deve sostenere per il Tribunale e che successivamente lo Stato rifonde con grandi ritardi.

Sul “triangolone” l’assessore ricorda l’iter amministrativo ed in particolare il fatto che all’atto del trasferimento delle aree e fabbricati non erano stati calcolati le stime dei canoni delle concessioni in essere. Vi era soltanto una generica clausola che i canoni percepiti dallo stato sarebbero stati detratti dai trasferimenti finanziari dal Ministero dell’Economia al Comune di Rimini. Solo dopo il trasferimento di questi beni al patrimonio disponibile del Comune l’Agenzia del Demanio ha comunicato l’ammontare dei canoni che percepiva (573.000 euro NdR).

L’assessore, anche con un certo disappunto,  ha fatto notare che se la cifra fosse stata resa nota all’inizio della trattiva tra Stato e Comune, difficilmente il comune di Rimini avrebbe richiesto il passaggio. Tuttavia, ha continuato l’assessore, la cifra indicata dall’Agenzia del Demanio non è supportata dai criteri e modalità seguiti per determinare i singoli canoni di concessione. La stima OMI fatta dal Comune di Rimini porta ad una cifra diversa da quella dell’Agenzia delle Entrate.

Per questa ragione l’Amministrazione Comunale di Rimini ha chiesto all’Agenzia del Demanio le modalità seguite. Ancora, ha detto l’assessore non è arrivata alcuna risposta. Sono in attesa dei chiarimenti dell’Agenzia del Demanio.

Il consigliere Casadei ha chiesto che il problema venga discusso in commissione consigliare per gli approfondimenti del caso.

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