Cerca
Home > Primo piano > Rimini. Consiglio comunale con urla ed insulti sulla richiesta di sfiducia a Sara Donati

Rimini. Consiglio comunale con urla ed insulti sulla richiesta di sfiducia a Sara Donati

Il Consiglio Comunale di Rimini che si è svolto giovedì 11 luglio si è concluso verso l’1.30 di notte. All’ordine del giorno vi era la delibera di indirizzo per l’accordo con RFI  per l’area della stazione ferroviaria. Tuttavia non è stata questa delibera a provocare il dibattito trai consiglieri, ma bensì la mozione di sfiducia presentata dalla minoranze nei confronti della presidente del consiglio comunale Sara Donati. Mozione di sfiducia presentata a seguito della gestione di un consiglio comunale di qualche settimana fa.  Da regolamento la mozione di sfiducia sarà discussa nel prossimo consiglio comunale. Lo scontro è avvenuto sulla possibilità richiesta sia da Marzio Pecci della Lega che da Mario Erbetta di poter presentare la mozione di sfiducia. In realtà, secondo i consiglieri di maggioranza si trattava di un espediente per discutere della mozione due volte. Per questo è nata un discussione che è proseguita sino a tarda notte.

La nota di Marzio Pecci

“La opposizione unita ha consegnato la mozione di revoca dall’incarico di Presidente del Consiglio comunale così come aveva anticipato il Capogruppo Lega, Marzio Pecci,  pochi giorni fa per i fatti accaduti nella seduta del 13 giugno 2019. La mozione dovrà essere discussa al più presto e la data, salvo sorprese, sarà quella del 25 luglio 2019.

La mozione di sfiducia, che era stata anticipata al Presidente in Conferenza dei Capigruppo dal  Capogruppo Lega, Marzio Pecci, è stata sottoscritta da tutti i tredici consiglieri di opposizione. Purtroppo il Presidente, da tempo, svolge il proprio ruolo solo a favore della maggioranza violando le norme regolamentari del Consiglio comunale. Questo comportamento non più essere accettato dalla minoranza.

Pertanto l’opposizione, che aveva votato la nomina della Presidente Donati confidando nella correttezza dello svolgimento della funzione, non sentendosi più tutelata propone, alla maggioranza, la mozione di sfiducia e quindi la revoca dell’incarico. Alla maggioranza, da subito, diciamo chiaro che qualora la maggioranza rifiutasse di proporre un nuovo nominativo di garanzia dei diritti dei consiglieri, confermando la fiducia alla attuale Presidente, si creerebbe, all’interno del Consiglio comunale, una frattura insanabile, tra maggioranza ed opposizione, che causerebbe gravi danni ai cittadini e le responsabilità ricadrebbero tutte sulla maggioranza.

I tentativi del Presidente del Consiglio di scongiurare la presentazione della mozione di sfiducia, anche impedendo lo svolgimento della Commissione di controllo e garanzia, ricorrendo ad errate valutazioni interpretative del regolamento, sono stati tutti neutralizzati da una opposizione ferma e determinata nello svolgimento del proprio mandato così come aveva promesso al proprio elettorato.”

 

Ultimi Articoli

Scroll Up