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Riccione a una settimana dal voto e candidati ad anni luce dalla realtà

Ultima settimana di campagna elettorale a Riccione.

I 5 Stelle hanno schierato l’On. Luigi Di Maio, possibile candidato premier per il movimento di Beppe Grillo. Come si dice, un pezzo da 90. Pertanto, al pari di tutti i big nazionali, non sapeva nulla dei problemi di Riccione ed ha parlato di altro.

Più interessante per i 5 Stelle l’intervento che ha preceduto Di Maio da parte del candidato sindaco Andrea Delbianco.

Ha riassunto il lavoro fatto: ”Il programma elettorale dei 5 Stelle è fattibile e non ci sono voli pindarici”. Ha trovato “una città spaccata… quartieri che si lanciano i sassi, viali che si lanciano i sassi l’uno contro l’altro”. Non è che Delbianco ha sbagliato città e pensa di essere capitato nel mezzo di una intifada araba?. Va bene in campagna elettorale ogni sparata non è mai abbastanza grossa, ma quando si parla del luogo dove si vive e che si intende amministrare, un minimo di aderenza con la realtà non guasterebbe.

Ma forse Delbianco si riferisce ad altre “sassaiole”, quelle del “fuoco amico”. Infatti per i 5 Stelle è intervenuto anche Luca Bosco, che si candida a queste elezioni come consigliere comunale. E’ l’economista del gruppo. Ha analizzato i dati ed ha proposto una soluzione rivoluzionaria: “Al fine di agevolare le imprese e l’occupazione locale senza alcuna forma di pressione sugli imprenditori, ma con degli incentivi, il M5S intende introdurre una serie di riduzioni dei tributi locali per coloro che intendono avviare una nuova attività economica nel Comune di Riccione e che assumeranno almeno il 70% del personale tra i residenti nel Comune.” Quindi, se non abbiamo capito male, se un imprenditore apre una nuova attività al Riccione ed assume personale di Miramare, Coriano o Misano non avrebbe diritto a nessun incentivo.

Ora, siccome il MoVimento di Beppe Grillo si presenta come il più strenuo difensore della Costituzione Italiana, dal punto di vista giuridico non c’è bisogno di spiegare al grillino Bosco quanti articoli della Carta costituzionale è riuscito a infrangere tutti in una volta, da quelli che tutelano l’eguaglianza fra i cittadini a quelli che riguardano la libertà di circolazione di persone e beni nella Repubblica italiana. Invece, dal punto di vista politico, è probabile che la Lega Nord possa chiedere le royalties per un’idea di carattere etnico-razziale degna del miglior (o peggior) Borghezio.

Per Forza Italia interviene ogni ora Andrea Dionigi Palazzi. Ex capogruppo degli Azzurri durante il mandato Tosi, è stato l’unico a non sapere che il suo gruppo medesimo stava togliendo la fiducia a Renata Tosi. Per tale “merito” la direzione regionale di Forza Italia lo ha nominato segretario cittadino. Orgoglioso del nuovo ruolo, cerca di superare il suo capo Silvio Berlusconi, terrorizzando i Riccionesi con l’incubo del ritorno dei comunisti (pare anche dei Cosacchi) che occuperanno Piazzale Roma cantando Kalinka.  A tale abbondanza di argomenti, anche il commentatore si arrende.

Carlo Conti, candidato per Patto Civico, ha le idee chiare su tutto. Si è occupato anche di sociale, povertà ed associazioni del volontariato. Dice “Abbiamo oggi più che mai la necessità di creare una rete tra la pubblica amministrazione e le associazioni di volontariato e sociale che operano nel nostro territorio, consentendo e dando loro possibilità di essere finanziate e valorizzate al meglio e all’amministrazione di integrare i suoi servizi con quelli resi dall’associazionismo”. Il dilemma è sempre lo stesso: il Carlo Conti candidato di oggi è lo stesso Carlo Conti, assessore della giunta Tosi, che ha sfrattato le associazioni del volontariato nel 2015? 

Sabrina Vescovi ha voluto spiegare i suoi riferimenti culturali, per l’attività politica ma soprattutto per la sua vita. Apriti cielo. C’è chi la critica perché ha citato solo Pertini e Papa Francesco e non altri riferimenti del riformismo laico e socialista. C’è chi, con notevole caduta di stile, allude al monumento a Pertini al Ghetto Turco di Rimini, solo per poter parlare di fantomatiche sudditanze a un  “principe del Ghetto Turco”.  

Ma forza e coraggio, siamo agli ultimi fuochi: domenica parleranno finalmente i Riccionesi.

L’Arciunès

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