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Rosy Bindi: “A Rimini più mafia di quanta ne abbiamo saputo trovare”

“A Rimini c’è certamente più mafia di quanta siamo in grado di vedere. Queste zone sono troppo interessanti per la criminalità organizzata. E c’è tutta una serie di indicatori, di reati spia, di presenze di personaggi di un certo calibro, che devono far tenere l’attenzione al massimo livello”.

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Così Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, al termine della sua seduta a Rimini. Era la prima volta che l’organismo parlamentare si riuniva a Rimini. Con la presidente Bindi, c’erano l’onorevole riminese Giulia Sarti (M5S) e il senatore Enrico Buemi (Pd). 

Dopo aver ascoltato i Prefetti di Rimini, Forlì e Ravenna, la magistratura e le forze dell’ordine, la conclusione cui è giunta la Commissione è molto semplice: in riviera servono più mezzi. Di ogni tipo: non solo più uomini, ma anche più sedi e meglio attrezzate – e qui torna il punto dolente della questura di Rimini – e più unità specializzate: “Bologna e Ancona, – ha spiegato la Bindidove esistono i reparti delle varie forze di polizia che posseggono gli strumenti per tracciare le attività mafiose, sono troppo lontane da qui. E anche la Procura distrettuale antimafia di Bologna non è sufficiente per fronteggiare una situazione come quella della Romagna e di Rimini in particolare, con la rilevanza economica e sociale che hanno”. 

“Quando si deve ricorre a Bologna o Ancona quando ci sono da fare indagini su certe criticità – ha proseguito la presidente – dà un vantaggio alle organizzazioni criminali e questo non lo possiamo concedere. La Romagna e Rimini in particolare richiedono un’attenzione particolare”.

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Ma quali sono i segnali che preoccupano di più la Commissione? “La concentrazione in questo territorio – risponde Rosy Bindi – sia numerica che per il calibro delle persone, di esponenti di ‘ndrangheta, camorra, cosa nostra, mafia pugliese, che soggiornano qui per loro scelta e da tempo. E poi un consumo di stupefacenti sicuramente allarmante, insieme alla presenza di mafie straniere, in particolare albanese, che controllano sia questi traffici che la prostituzione. Ci sono delle attività che sono ritenute di solito interessanti per le mafie, come la grande industria del turismo con tutto quello che vi è collegato, il divertimento, i locali notturni. E c’è il gioco: le mafie non aprono più bische clandestine, ma cercano di farsi dare le concessioni dallo stato per il gioco cosiddetto legale. In realtà il gioco legalizzato ha assorbito quello illecito, senza farlo scomparire. Qui insomma da una parte abbiamo una situazione ideale nella quale le mafie possono svolgere le loro attività tradizionali, come droga e prostituzione e poi riciclare in attività economiche, e d’altra parte troppi indizi, troppi reati spia, ai quali non corrisponde una capacità di individuare i modi di agire, gli affari, le presenze. Certamente non siamo di fronte a insediamenti mafiosi,  ma esiste un quadro che ci fa pensare di aver trovato meno mafia di quel che in realtà c’è”.

Dunque la Commissione proporrà una presenza più specializzata sia da parte della magistratura che delle forze dell’ordine per snidare quelle mafie che non possono non esserci, dati i presupposti e gli indizi.

Giulia Sarti ha aggiunto: “La collaborazione fra le forze dell’ordine qui è notevole e il lavoro è ottimo, c’è però bisogna di rinforzare a partire dalle sedi. Inoltre una maggiore attenzione in questo territorio va rivolta anche a chi potrebbe essere di supporto a certe attività: i professionisti, le banche, i notai, gli avvocati. Qui non c’è la violenza, ma chi commette reati economici ha bisogno di quelle figure. Ci siamo anche occupati dell’aeroporto di Rimini, dove fin a pochi mesi fa nella compagine societaria appariva un personaggio, Sebastiano Buglisi, che era stato interessato da diversi procedimenti penali assieme al figlio; ora è stato escluso dalla società perché moroso e non per quei precedenti e anche questo è stato oggetto di discussione e in ogni caso ci sarà un costante monitoraggio anche sulla situazione dell’aeroporto”.

Enrico Buemi, da parte sua, ha affermato di “non aver riscontrato in altri territori un tale eccesso di presenza di personalità di spessore criminale rilevante”. “A tale presenza deve corrispondere una pari attività di contrasto – ha concluso il senatore – ma non mi pare che emerga, nonostante l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine nella limitazione delle risorse disponibili. Dunque c’è un debito nazionale nei confronti di questo territorio che deve essere rapidamente riequilibrato, altrimenti tutto quello ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine viene vanificato dallo squilibrio delle forze in campo”.

Domani la Commissione sarà a San Marino. “Ma sappiamo – ha tenuto a sottolineare Rosy Bindi – che rispetto ai grossi problemi del passato il clima a San Marino è cambiato. Forse qualche anno fa avremmo trovato più da fare, oggi c’è più collaborazione, tutti ce l’hanno confermato“.

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