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Riccione, meno 10 al voto e sale il nervosismo

10 giorni al voto. Cresce l’attivismo dei candidati e crescono anche le furbizie per qualche voto in più. La più curiosa è la moltiplicazione delle sedi elettorali. Dopo la ritirata dei lenzuoli con scritto vota Renata dai balconi per manifesta illegalità, si è passati a tappezzare negozi sfitti con i manifesti dei candidati. Il tutto è regolare perché il luogo si qualifica come sede elettorale!

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Il candidato Conti invece ha i manifesti fuori degli spazi elettorali. Evidente non per responsabilità sua, ma della ditta delle affissioni. Ma comunque fa gioco.

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Il Trc non è più l’argomento principale della campagna elettorale, anche se qualche irriducibile non molla la presa. Stefano Caldari è convinto che il metrò sia inutile perché “ non ci faremo imporre dal PD della Vescovi o da chiunque altro, di far diventare la stazione di Riccione periferica per fare fermare i treni veloci a Rimini.” Forse Caldari usa poco il treno, ma dovrebbe sapere che la stazione di Riccione è “periferica” da sempre: secondo la classificazione RFI appartiene alla categoria silver: “stazioni/ fermate medio/piccole”. In estate oltre ai regionali, ci sono le fermate straordinarie di intercity e frecce bianche (il cui anticipo al 25 maggio, fra l’altro, è rivendicato come merito proprio dalla giunta Tosi). Caldari dovrebbe sapere che in media sulla linea adriatica vi è una freccia bianca ogni ora in entrambe le direzioni di marcia. E che i treni veloci (tutti i treni veloci, quelli di un tempo e quelli di oggi, compreso il Freccia Rossa) fermano già a Rimini (categoria RFI gold:“impianti medio/grandi”) da quando è stata realizzata la ferrovia, senza bisogno di complotti piddini.

I 5 Stelle nel loro programma prevedono la realizzazione di un portale di destinazione dove poter pubblicizzare e commercializzare tutta l’offerta turistica di Riccione. Evidente che nessuno ha informato i 5 Stelle che tale portale esiste già. Si chiama Visitriccione.

Il più nervoso in questo scorcio di campagna elettorale è l’On Pizzolante. Ora se l’è presa con R’Week per un articolo in cui si ventilavano accordi sotto banco tra Rimini e Riccione e tra il Pd e Patto Civico a Riccione. Il tutto ampiamente smentito dai diretti interessati. Se l’è presa con l’ex assessore Roberto Biagini per le concessioni demaniali. Però anche chi non ammette di essere contraddetto qualche volta se ne deve fare una ragione. E soprattutto non è elegante minacciare querele per delle congetture politiche, voci di corridoio od altro.

Il Pd ha organizzato un corso, per i candidati, sulla comunicazione e su come vincere le elezioni. Chiamando l’esperto delle campagne elettorali del Pd Riccardo Fabbri. Si è passati da Aristotele a Trump. Dal Logos all’Ethos al Pathos senza tralasciare Martin Luther King, Nixon e l’Apollo 11. Alla fine la conclusione è stata semplice: confermare il proprio elettorato e possibilmente aumentarlo. Se alla fine prendi più voti dei tuoi avversari hai vinto. Pare che in democrazia abbia sempre funzionato così. Ma ora lo dice anche l’esperto.

L’Arciunès

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