Uno stabile senza ascensore può diventare un serio problema per gli anziani, anche autosufficienti, e le persone con disabilità, soprattutto se alle prese con problemi motori. Non uscire di casa, o farlo raramente, potrebbe impedire una normale vita relazionale. Un aiuto concreto arriva dalla Regione Emilia-Romagna, che per la prima volta stanzia dei fondi per installare ascensori e montascale negli stabili di edilizia residenziale pubblica: 2 milioni di euro per il 2018.
Attraverso uno specifico bando, saranno dunque finanziati, oltre a questi interventi, anche lavori per l’abbattimento degli ostacoli presenti in appartamenti o spazi comuni, all’interno dei palazzi, che costituiscono un limite o un impedimento per chi si muove con difficoltà:ad esempio, dislivelli con gradini o rampe troppo ripide, corridoi e servizi troppo stretti, pavimentazioni scivolose.
I Comuni proprietari degli alloggi, destinatari dei contributi regionali, potranno avvalersi delle Acer (Aziende Casa Emilia-Romagna), in qualità di gestoridel patrimonio di Edilizia residenziale pubblica (Erp) per effettuare i lavori. La Regione riconoscerà fino ad un massimo dell’80% dell’importo complessivo delle opere di adeguamento.
In Emilia-Romagna gli edifici popolari sono 6.571, per un totale di oltre 59 mila appartamenti; l’età media dei fabbricati è di 45 anni e circa il 30% dei nuclei assegnatari è composto over 65enni. In particolare, 1.257 fabbricati risalgono al dopoguerra, essendo stati costruiti negli anni tra il 1951 e il 1960, il decennio che ha visto lo sviluppo maggiore.
“Le persone anziane hanno sempre di più la necessità di vivere in modo indipendente e in sicurezza, di avere relazioni sociali che contrastino il rischio dell’isolamento – sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –. La propria casa deve essere il luogo che completa una socialità pienamente vissuta, anche all’esterno, per sé stessi, nel rapporto con gli amici e con la famiglia, e tutti sappiamo bene quanto i nonni e, appunto, gli anziani in generale siano importanti per figli e nipoti e, più in generale, per la trasmissione di esperienze e saperi ai più giovani. Gli interventi che per la prima volta abbiamo deciso di finanziare, dagli ascensori ai montascale, non rappresentano solo una miglioria per un fabbricato o un appartamento, ma significano maggiore libertà e, laddove possibile, poter vivere a casa invece che in strutture di ricovero; interventi che si rivelano ancor più decisivi per le persone con disabilità, che allo stesso modo hanno diritto alla piena autonomia. Un impegno, il nostro – chiude il presidente della Giunta – che confermiamo anche per il prossimo anno con ulteriori due milioni di euro”.
“Arriviamo a questa decisione dopo un percorso d’ascolto degli amministratori e delle realtà locali, dei sindacati dei pensionati e delle associazioni – afferma la vicepresidente della Giunta con delega al Welfare, Elisabetta Gualmini –. La mobilità e l’accessibilità degli anziani nelle case e nelle città sono obiettivi che qualsiasi comunità civile dovrebbe porsi. Non si può pensare di segregare le persone in casa o pensare che la fase della vecchiaia non richieda specifici servizi e altrettanti specifici adattamenti. Abbiamo lavorato molto sulle case popolari – prosegue – cercando una migliore equità. Ora è tempo di occuparci di chi vive in condomini molto vecchi e poco adatti a muoversi anche solo da un piano all’altro. Gli anziani e i bambini, categorie fragili e meno autonome degli adulti, sono da sempre al centro del nostro impegno”.
Erp, oltre 1.200 fabbricati costruiti nel dopoguerra
In Emilia-Romagna gli edifici popolari sono 6.571, per un totale di oltre 59 mila appartamenti (59.449); l’età media dei fabbricati è di 45 anni e circa il 39% risale a prima del 1960, il 26% è stata costruita negli anni compresi tra il 1960 ed il 1980 e i rimanenti edifici (35% del totale) sono di epoca successiva.
In particolare, 1.257 fabbricati (per 8.230 alloggi) risalgono al dopoguerra, essendo stati costruiti negli anni tra il 1951 e il 1960, il decennio che ha visto lo sviluppo maggiore. Stabili, questi, che sono concentrati per lo più nelle province di Bologna (335) e Ferrara (258) e, a seguire, a Parma (140), Forlì- Cesena (130), Modena (114), Reggio Emilia (87), Ravenna (80), Piacenza (65) e Rimini (48). Minore, complessivamente, è l’età degli alloggi, ristrutturati in parte nel corso degli anni.
Sono invece oltre 15.000 gli alloggi di edilizia residenziale popolare costruiti tra il 1970 e il 1980: 5.570 sono ubicati nella provincia di Bologna, 1.808 a Modena, 1.758 a Ferrara; Parma ne conta 1.468, Reggio Emilia 1.053, Ravenna 976, Forlì-Cesena 964, Piacenza 719 e Rimini 698.
Una percentuale elevata di fabbricati, soprattutto quelli meno recenti,non è dotata di ascensore o necessita di interventi per rimuovere le barriere architettoniche all’interno delle abitazioni rendendole in tal modo più comode e funzionali, dal momento che circa il 30% dei nuclei assegnatari è composto da anziani (età superiore a 65 anni).
Bando 2017 per l’abbattimento delle barriere architettoniche: contributi a 633 famiglie
Nel 2017 la Regione, attraverso uno specifico bando, ha finanziato con 2 milioni di euro le opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche domestiche, quindi in abitazioni o nelle parti comuni degli edifici di residenza. Sono state 633 le famiglie che hanno ricevuto i contributi per la realizzazione degli interventi: 491 hanno riguardato persone totalmente invalide e 142 quelle con una invalidità parziale.