Abbiamo già esaminato in un precedente articolo la situazione europea dei trasporti, con numeri e dati che dimostrano un impatto sull‘ambiente e sulla salute assolutamente da non trascurare.
Ed è emerso con chiarezza che il problema l’abbassamento della produzione di polveri sottili da parte del traffico appare non più rinviabile.
Ma quali sono gli obiettivi che la Commissione Europea per l’Ambiente indica per gli anni 2020, 2030 e 2050 ai Paesi Europei, nel Documento appena pubblicato? (1)
Esaminiamoli accuratamente.
OBIETTIVI 2020
La prima misura che i Paesi dell’Unione europea dovranno adottare sarà approvare i nuovi standard di Laboratorio per valutare con maggiore precisione la quantità di polveri fini e di altre particelle emesse dai nuovi veicoli immessi in commercio.
E’ nota, come abbiamo già sottolineato, la discrepanza che si è venuta a creare fra i test di laboratorio e le emissioni reali: nella realtà le polveri sottili emesse sono risultate quasi il 40% in più rispetto ai calcoli effettuati coi vecchi parametri. È lo “scandalo Wolkswagen”, come battezzato dai media.
In parte si trattava di un meccanismo fraudolento. Ma c’entrava anche la vetustà dei parametri di controllo delle emissioni, risalenti al 1997.
L’attuale procedura elaborata da una Commissione di esperti europei chiamata ‘Worldwide harmonized vehicole test procedure’, con nuovi test di laboratorio più aderenti alla realtà, sarà introdotta in un futuro vicino, per eliminare queste incongruenze.
Questo è il primo obiettivo da raggiungere, sul quale trovare l’accordo di tutti gli stakeholders interessati, pubblici e privati. Un compito non agevole vista la complessità del problema, anche se ormai l‘accordo è vicino.
Il secondo passo sarà portare le emissioni di CO2 per veicolo a 95 gr di CO 2 per km, dagli attuali 119.6 gr, e di 147 gr per km di CO 2 per van e camion, dagli attuali 175 gr.
Si richiede un grande impegno, quindi, da parte dei produttori.
Il terzo gradino sarà portare il consumo di energia per trasporto da fonti rinnovabili al 10%, utilizzando combustibili diversi dai derivati del petrolio: prevalentemente elettricità, ma anche combustibili biocompatibili.
Obiettivi facili da declinare teoricamente, ma difficili da realizzare e controllare rigorosamente. Penso ad esempio al traffico per merci su gomma nel nostro Paese, così diffuso quanto oggi ben lontano da quegli obiettivi.
GLI OBIETTIVI 2030 e 2050
Gli obiettivi per questi anni appaiono molto meno definiti. Ma alcuni limiti ben precisi e molto impegnativi sono già stati posti.
Il primo è la diminuzione del 20% della emissione di CO 2 per tutti i trasporti entro il 2030 e il secondo una diminuzione di grande rilievo per il 2050.
In particolare: meno 40% produzione di CO 2 per il trasporto marittimo, meno 70% dell’uso di petrolio per il trasporto su strada,
Per quanto riguarda i trasporti aerei, non sono stati posti limiti particolari, se non una compensazione economica tramite i passeggeri per il maggior consumo di carburante e produzione di CO 2, aumento dovuto in particolare all’incremento per motivi turistici del traffico aereo. Una misura molto generica e a mio parere poco incisiva, come dimostra la realtà, essendo la norma per molta parte disattesa dalle Compagnie anche attualmente. La crisi del settore influenza grandemente queste decisioni. Il miglioramento dei motori degli aerei, auspicato dal Documento, fa parte del miglioramento tecnologico e i cambiamenti in questo settore appaiono per molta parte ancora da realizzare.
UN CAMBIAMENTO CULTURALE
Ma i cambiamenti dovranno essere non sono solo normativi, ma anche di tipo culturale.
Vi sono città come Amsterdam o Copenaghen, o quelle della Finlandia, dove il trasporto in bicicletta ha raggiunto livelli molto elevati, giungendo a percentuali del 40%, impensabili da noi.
La costruzione di piste ciclabili sicure e protette e soprattutto le facilitazioni per il trasporto casa lavoro, con possibilità di ristoro e pulizia personale nei luoghi di lavoro, prima di mettersi all’opera, per i medi e lunghi tragitti (come ad esempio in Svizzera); la possibilità di parcheggi scambiatori macchina-bicicletta nei centri cittadini, con un maggior utilizzo del trasporto pubblico, appaiono tutte soluzioni perseguibili con il tempo, a ma soprattutto solo se avverrà un cambio di mentalità della popolazione.
Ma occorrerà anche attenzione a non desertificare i centri cittadini. Si dovranno scegliere soluzioni di mobilità che favoriscano l’accesso ai centri cittadini sia per i residenti che per i turisti.
Il trasporto merci dovrà privilegiare quello su ferro rispetto a quello su gomma. Ma andranno anche favoriti il riuso del cibo non deteriorato e l’utilizzo di prodotti a km zero. Anche sul tipo di alimentazione andrebbe fatto un ragionamento, favorendo più vegetali e frutta rispetto a carni sia rosse che bianche. Ma questo fa parte di un altro capitolo che vedremo a parte.
Non dimentichiamo però che tutti questi risultati non arriveranno da soli: occorreranno programmazioni concertate a tutti i livelli – nazionale, regionale e locale – e soprattutto sostanziosi finanziamenti.
VALORIZZARE IL TRC
A questo proposito ritengo che noi di Rimini dovremo fare in fretta a valorizzare il TRC, il trasporto rapido costiero, ormai in fase di completamento, con la rimodulazione di tutto il traffico cittadino, pubblico e privato.
Il TRC è una delle opere più importanti del nostro territorio, che ci metterà a breve sulla scia delle città più moderne in Europa.
Alberto Ravaioli
(1) Towards clean and smart mobility, transport and environment in Europe
European Environment Agency
EEA SIGNALS 2016
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