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E Paolino lancia da Rimini il tortellino come street food

Un nuovo modo di fare ristorazione. È quello che sta portando avanti il trentenne riminese Paolo Filippini con il suo Paolino Tortellino. Un locale, a Rimini, dove la pasta e in particolare i tortellini diventano un cibo da strada. Dopo la piadina, la pizza al taglio, il fish and chips o il kebab, arriva il classico tortellino da degustare, però, nell’apposita confezione, magari passeggiando in giro per la città. Un’idea certamente innovativa quella di Paolo ed è per questo che gli abbiamo rivolto alcune domande per capire qualcosa in più su questo nuovo ‘street food.’

Paolo Filippi

Paolo, quando è nato Paolino Tortellino?

«Paolino Tortellino è nato a dicembre, quindi sono circa quattro mesi che il locale è aperto. Ho fatto crescere e maturare questa idea nel giro di 8 mesi ed è stato davvero molto impegnativo, ma alla fine le cose sono andate bene e siamo riusciti a partire».

Pensi che questo take away di tortellini possa prendere piede anche in altre città italiane? Stai pensando di aprire altri locali come quello di Rimini?

«Sì, ci stiamo strutturando per portare il brand anche in altre città come Milano e Roma, ma è ancora tutto in fase embrionale. Per il momento, stiamo puntando a valorizzare il punto vendita di Rimini, che è una piazza importante e difficile allo stesso tempo, ma stiamo avendo già parecchie soddisfazioni».

Fate la pasta fresca vero? Quante ne producete al giorno?

«Sì, esatto. Facciamo tortellini con spinaci, sugo di carne, sugo di pesce e anche fritti. Produciamo circa un centinaio di kg a settimana».

Quante persone sono impiegate in questa attività?

«Ci sono io insieme ad altre quattro ragazze. Tutti devono saper fare tutto, perché Paolino Tortellino vuole essere un’azienda semplice e replicabile al 100%».

Tu sei riuscito a lanciare un nuovo business. Secondo te, per i giovani italiani c’è ancora speranza di poter cambiare le cose e creare qualcosa di positivo?

«Secondo me, per i giovani c’è la possibilità di fare impresa, ma per realizzare e realizzarsi devono credere in un grande sogno, un po’ come ho fatto io. Bisogna pensare a cosa realmente si ha bisogno e poi spaccarsi le ossa, lavorare duro per trasformare il sogno in realtà».

Nicola Luccarelli

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