L’Odissea di Omero. Il poema epico che racconta le avventure di Ulisse, un eroe così fuori dal tempo da essere stato sentito moderno in ogni epoca, la nostra compresa. Ed è proprio per questo motivo, per questo fedele racconto del fragile animo umano alle prese con le avversità della vita ma sempre assetato di conoscenza, che Fabio Facchini ha deciso di rappresentare quest’opera. L’Ulisse del 26enne da Vigevano (PV), diplomato alla Galante Garrone di Bologna e vincitore come miglior attore del “Premio Nazionale Teatrale T.M. Plauto” nel 2016, andrà in scena, questo sabato (ore 21,00), al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano.
Facchini, da quanto veste i panni dell’attore?
«Ho cominciato quando avevo sedici anni con una compagnia locale e con la scuola, ma è da sette anni che è diventata una professione, oltre che una passione».
Cosa significa recitare per lei?
«Forse può sembrare poco poetico ma per me recitare significa lavorare. Secondo me, ci si dimentica troppo spesso che è un lavoro, a tutti gli effetti, che richiede un impegno costante e giornaliero. È molto più pratico di quello che si possa pensare. Un mio maestro, Vittorio Franceschi, mi ha insegnato che ‘un buon attore deve essere un bravo artigiano».
È stato il teatro a scegliere lei oppure è stato lei a scegliere il teatro?
«Diciamo che ci siamo trovati. Dieci anni fa, un lunedì sera, la mamma di un amico mi portò ad assistere alle prove di questa compagnia in cui recitava. Quella sera scattò qualcosa in me, quindi in questo senso possiamo dire che ‘il teatro mi ha scelto.’ Ma da lì in poi sono io che ho scelto lui, intraprendendo questo percorso».
Cosa ci dovremo aspettare sabato al Massari?
«Lo spettacolo che vedrete al Massari è una sorta di Odissea ‘ante litteram.’ C’è questo narratore, un viandante di cui si conoscerà l’identità solo alla fine, che racconta ai presenti delle disavventure di Odisseo e dei suoi compagni, di suo figlio Telemaco e dei Proci, dei battibecchi tra gli dei, trasformandosi via via in tutti i personaggi, mostri compresi. Quello che vedrete è un Ulisse molto umano, un eroe coraggioso e allo stesso tempo sensibile, ingegnoso ma anche fortunato. In grado di accecare un ciclope e di commuoversi sognando la propria casa».
Oltre all’Odissea sta lavorando a qualche altro spettacolo?
«Prossimamente sarò in scena sempre con l’Odissea e con un altro spettacolo comico che si rifà più alla tradizione del cabaret e della commedia inglese, che ho scritto insieme ad altri miei quattro colleghi della compagnia WunderWurst Project».
Nicola Luccarelli