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Lutto alle scuole “Fermi”, Mario Lo Conte stroncato da un malore in una camera d’albergo

“Mario era un amico, non tanto un cliente. Dormiva spesso nel nostro piccolo hotel che è poco più grande di una casa qui a Rivazzurra. Era venuto qui anche in queste settimane in cui sto restaurando parte dell’albergo“. A parlare è Stelvio Mignani, titolare dell’hotel di Miramare Villa Lavinia. In una delle stanze di questa piccola pensione nella mattinata di oggi 23 marzo è stato rinvenuto il cadavere di Mario Lo Conte. Originario di Ariano Irpino in Campania, dove vivono i suoi familiari, tra pochi giorni avrebbe compiuto 58 anni ma – quasi sicuramente – un malore se l’è portato via nel sonno. La compagna di Mignani, una volta entrata in camera l’ha trovato disteso sul letto con gli occhi sbarrati.

Lo Conte lavorava come insegnante di sostegno alle scuole medie Enrico Fermi di Viserba già da qualche anno. “Tempo fa – spiega Mignani – fu cliente dell’hotel vicino al nostro. Veniva spesso in vacanza a Rimini una città che amava sin da ragazzino quando era venuto in vacanza le prime volte“. Da quando era stato assunto alle scuole “Fermi” il 57enne pernottava a Villa Lavinia quando si trovava a Rimini. “Faceva settimanalmente il pendolare – racconta Mignani – ogni fine settimana tornava ad Ariano Irpino per stare vicino alla moglie e al figlio di 13 anni”.

Nella mattinata di oggi la segreteria dell’Istituto scolastico riminese aveva contattato il titolare dell’hotel vicino a Villa Lavinia. Era stato lui ad avvisare Mignani. “Ho chiesto alla mia compagna di andare in hotel e abbiamo fatto la macabra scoperta. Quasi sicuramente è morto lunedì notte visto che da martedì mancava a scuola. Era solito lasciare l’auto sotto il nostro hotel per andare a scuola in bus. Ecco perchè non avevamo subito pensato al peggio quando abbiamo notato che anche di giorno era rimasta lì“.

Lo Conte stimato e benvoluto da tutti quelli che aveva conosciuto a Rimini coltivava il sogno di aprire al più presto uno studio di architettura a Rimini. “Mario era anche architetto – spiega ancora l’albergatore –  Ci teneva molto“.

 

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