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Linea Gotica, se l’Appennino divide perfino la memoria

Sabato 15 dicembre, nella sala del Buonarrivo in Corso d’Auguto, l’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini ha organizzato la presentazione di un libro importante per conoscere meglio le tante sfaccettature di una delle fasi più drammatiche della nostra storia nazionale, il 1944.

“Comunità in guerra sull’Appennino. La Linea Gotica tra storia e politiche della memoria” è il volume che raccoglie gli atti del convegno che si è svolto nella nostra città in occasione del 70° anniversario dalla liberazione di Rimini, nel novembre 2014. Quell’incontro, durato tre intensi giorni di relazioni, fu organizzato dall’Istituto storico riminese in collaborazione con gli altri Istituti storici della regione ed è stato un momento importante di riflessione storiografica, che ha permesso di fare il punto sullo stato delle ricerche, in ambito nazionale come internazionale, e di dare nuove indicazioni di percorso per chi intendeva proseguire gli studi.

2018, 15 dic. Da sinistra, Mirco Carrattieri, Alberto Malfitano, Paolo Pezzino, Alberto Preti, Paolo Zaghini

A parlare sono stati innanzi tutto i due curatori del volume, Alberto Preti, docente dell’Università di Bologna e di quella di Modena, e Mirco Carrattieri, direttore del Museo della repubblica partigiana di Montefiorino, e coordinatore della rivista on line “E review”, che hanno illustrato la struttura del volume, composta da numerosi saggi organizzati in tre sezioni: la prima dedicata agli aspetti militari, sia quelli delle nazioni combattenti (tenendo presente che le truppe che complessivamente si fronteggiavano provenivano da 38 paesi differenti), sia quelle partigiane; una seconda rivolta alle politiche di occupazione naziste e al governo del territorio lungo la Linea Gotica; una conclusiva che ricostruisce la vita delle comunità investite dalla guerra ma anche l’importante capitolo della memoria di quegli eventi.

In rappresentanza dell’Istituto di Rimini ha parlato Paolo Zaghini, che ne è stato presidente a lungo e fa tuttora parte del suo direttivo, e che ha ricostruito il processo – che lo ha visto protagonista assieme all’allora direttore, Angelo Turchini – che ha portato a ideare un convegno di tale portata proprio a Rimini.

A chiudere i lavori, prima del confronto con un pubblico che si è dimostrato attratto dall’elevato grado della discussione storiografica e assai competente, è stato il quarto ospite, Paolo Pezzino, presidente della rete nazionale degli istituti storici, e studioso di grande spessore, che ha dedicato le sue ricerche più recenti alla ricostruzione delle stragi naziste e fasciste nel tragico periodo 1943 – ’44, e a come quei tragici eventi son passati nella memoria collettiva.

Ne è uscita la descrizione di un’opera, e di un convegno, di valore quanto meno nazionale, al quale hanno contribuito con le loro riflessioni sia storici ampiamente affermati sia giovani ricercatori di valore che in Italia, e non solo, si sono occupati negli anni recenti di Linea Gotica, andando oltre gli steccati localistici.

2018, 15 dic. Alberto Malfitano

Pur non mancando importanti esempi di ricerca locale, a partire, specie per il riminese, dall’instancabile attività svolta per decenni da Amedeo Montemaggi, uno dei temi trattati nel libro, ma ripresi nel dibattito durante la presentazione, è stato proprio quello del localismo, un fenomeno probabilmente inevitabile quando si tratta di affrontare le vicende accadute attorno alla Linea Gotica, che ha catalizzato una miriade di vicende particolari, connesse all’offensiva alleata e alla disperata difesa tedesca, alle azioni partigiane e alle stragi contro i civili, ai fenomeni di sfollamento, ma che va inserito in un quadro più ampio per non perdere la visione d’insieme.

Questo percorso fu intrapreso fin dal 1984 a Pesaro, in un primo convegno nazionale che intendeva allargare lo sguardo ai tanti aspetti di studio che si celano dietro il termine di Linea Gotica, ed è stato poi perseguito in altri importanti appuntamenti, fino al convegno di Rimini del 2014, i cui risultati sono ora racchiusi in questo prezioso volume.

Hanno caratterizzato le relazioni di sabato e il dibattito seguente anche altre questioni, per esempio il rapporto tra Alleati e forze partigiane, accanto a interrogativi come quello sulla presunta maggiore legittimità della Repubblica sociale italiana fornita dalla tenuta militare tedesca sulla Gotica, fino a questioni oggi molto sentite, come la frammentazione dell’offerta culturale e turistica che oggi caratterizza i territori su cui la guerra ha sostato e infierito tra 1944 e 1945.

La “scandalosa mancanza di coordinamento tra le regioni Toscana ed Emilia-Romagna”, come ha sottolineato il prof. Pezzino, è solo l’aspetto più macroscopico di una ancora mancante valorizzazione globale delle drammatiche vicende che hanno investito il vasto territorio tra Adriatico e Tirreno, tra Nord e Centro Italia. Il volume presentato a Rimini, come la discussione finale ha confermato, rappresenta quindi un momento importante per la storiografia nazionale, un apporto prezioso per approfondire e meglio definire la conoscenza di temi molto sentiti, che hanno coinvolto numerosissime comunità, compresa quelle del territorio riminese, e – con il convegno di cui è il frutto – rappresenta l’occasione per rilanciare percorsi di ricerca e di valorizzazione della memoria e della conoscenza nuovi e ancora più pregnanti di quelli in essere.

Alberto Malfitano
Direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini

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