Per ricordare Augusto Randi, ad un anno dalla sua morte, curai una pubblicazione “In ricordo di Augusto Randi (1922-2011)” (La Pieve, 2012) per conto dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini, dell’ANPI e della Fondazione Rimini Democratica per la Sinistra. In stretta collaborazione con la moglie Ottavia e il figlio Lanfranco. Nel volume era ricostruita la sua biografia, raccolte testimonianze, pubblicati estratti di suoi scritti inediti.
Una vita ricca di impegni, politici ed amministrativi, fonte di grandi soddisfazioni ma anche di rammarichi per cose non fatte. Come è giusto che sia per la vita di ogni personaggio pubblico. Ma costruire e realizzare è sempre stato il suo obiettivo, indipendentemente dalla carica ricoperta. Luci ed ombre, successi pieni ed alcuni parziali, ma la stima di tanti per Augusto era qualcosa che travalicava il colore politico e l’impegno amministrativo. L’augurio che mi facevo editando questo volume in ricordo di Augusto Randi era che non fosse interpretato solo come un atto dovuto (Lui non avrebbe mai voluto ciò), ma fosse invece un modo per ricordare in maniera affettuosa per tanti un amico, una persona perbene che aveva lavorato per anni a costruire questa nostra amata, e complessa, città di Rimini.
Augusto Randi è stato un protagonista della vita politica e amministrativa riminese per oltre un trentennio: dall’ottobre 1949, quando venne trasferito dall’organizzazione del PCI regionale dalla sua nativa Imola al partito di Rimini, sino al giugno 1982 quando, per motivi di salute, fu costretto a lasciare ogni impegno politico e amministrativo, mantenendo solo la Presidenza dell’Istituto per la Storia della Resistenza e l’incarico di membro del Direttivo dell’ANPI.
In questo trentennio Randi fu segretario provinciale della CGIL, segretario della Federazione del PCI, Assessore Comunale a Rimini, Assessore Provinciale a Forlì, Consigliere delegato al Circondario di Rimini, Presidente dell’AMIA. Ruoli di primissimo piano in anni di grande trasformazione economica e sociale del Riminese, alla guida per quasi dieci anni, dal 1955 al 1964, del più importante partito della Provincia. Ma sempre una “vita da mediano”: con grande coerenza politica e umana, ma anche con grandissima consapevolezza dei propri limiti.
Proveniva da una famiglia umile, di lavoratori imolesi, senza grandi risorse. Motivo per cui a 10 anni dovette lasciare la scuola e ad andare a lavorare. Cresciuto in un ambiente antifascista, la scelta dopo l’8 settembre di aderire alle forze di resistenza imolesi fu quasi naturale. A 21 anni diventa commissario politico di una delle tre brigate SAP imolesi, quella di Città. Vive i mesi del 1944 contribuendo a costruire il movimento antifascista e resistenziale di Imola, in una situazione di semiclandestinità giocando a rimpiattino con le forze nazi-fasciste che occupavano la città.
Poi i due terribili mesi, dal febbraio all’aprile 1945, in cui catturato dai militi repubblichini viene torturato ed evita solo all’ultimo secondo la fucilazione. Randi di questa terribile esperienza ne ha sempre parlato pochissimo, anche agli amici più cari, quasi a voler rimuovere dai propri ricordi giorni sicuramente dolorosissimi.
Per tutta la vita Augusto rimase legato all’attività dell’ANPI, lavorando per la diffusione della conoscenza della storia dell’antifascismo e della Resistenza, per la difesa dei valori della democrazia sanciti nella Costituzione Italiana.
Eppoi la scelta non facile di abbandonare un lavoro sicuro alla Cogne di Imola, dove era diventato in poco tempo il responsabile sindacale della fabbrica, ma anche dei metalmeccanici imolesi. La politica era parte integrante del suo essere sociale: la gente si “fidava” di Augusto, aveva una capacità di mediazione fortissima nell’affrontare i problemi e nel trovare soluzioni. Non era certamente un teorico, quanto piuttosto uno spirito pragmatico.
Dunque la scelta di diventare funzionario di partito, di cambiare città (cosa comune all’epoca per i quadri comunisti) dove operare seguendo le indicazioni del partito: un “investimento” in risorse umane che il PCI in quei tempi fece per centinaia di giovani quadri impegnati a costruire, e a radicare, l’organizzazione comunista in tutte le province italiane.
Augusto negli appunti che pubblicai lascia trapelare le difficoltà che incontrò nell’affermarsi come segretario del più grande partito della provincia, di come non fu mai un leader carismatico quanto invece un onesto ed instancabile quadro politico chiamato a svolgere (a volte) un compito più grande di Lui.
23 dicembre 1965. 7° Congresso della Federazione Comunista Riminese (Sala dell’Arengo, 27-29 dicembre 1965). Augusto Randi al microfono
Amarissime le annotazioni scritte nel paragrafo “Gli amici”: “nel PCI l’amicizia in senso compiuto non esisteva. Stima si, ma non di più”.
Come segretario dovette affrontare la crisi del Comune di Rimini e il suo commissariamento; le competizioni elettorali durissime del 1956, 1957, 1961 dove la DC produsse il massimo sforzo per conquistare Rimini, così come era accaduto per le altri grandi città romagnole (Cesena, Forlì, Ravenna) e fu sconfitta; il dibattito sul 20. Congresso del PCUS e la denuncia dei crimini di Stalin; la discussione dell’8. Congresso e la costruzione della “via italiana al socialismo”; le manifestazioni contro l’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici; la costruzione della nuova città turistica ed il consolidamento del PCI da partito della campagna a forza di governo della città.
Fra i segretari comunisti riminesi Randi fu quello che occupò per più tempo questa responsabilità: dal 25 luglio 1955 al 10 marzo 1964. Il suo avvicendamento Randi invece, contrariamente ad altri episodi della sua vita, lo raccontava spesso, con soddisfazione. Gli piaceva dire che era stato Lui a decidere quando e come uscire, rifiutando un incarico romano che sentiva non appartenergli e valutando che fosse comunque ora di passare la mano ad una nuova generazione di dirigenti che negli ultimi anni della sua segreteria erano cresciuti e stavano scalpitando.
Nel 1976 Randi diventa Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini, nato cinque anni prima, e succede a Veniero Accreman. Col suo pragmatismo Augusto costruisce operativamente l’attività, individuando il Direttore in Stefano Pivato, reperendo le risorse economiche per allestire mostre, pubblicare libri ed editare per molti anni (dal 1979 al 1986) la rivista “Storie e Storia”.
Quest’ultima, per anni, fu il cuore dell’attività di ricerca dell’Istituto. Firma inoltre una convenzione con il Comune di Rimini perché la sede dell’Istituto fosse ospitata all’interno del Palazzo della Biblioteca Gambalunga, la più importante istituzione culturale della Città: per anni si è battuto perché l’Istituto fosse un centro di ricerca storica al servizio della conoscenza e dello studio (non dimentichiamo che il polo universitario arriverà a Rimini molti anni dopo). Ed ancora l’inizio dell’attività didattica con le scuole attraverso la convenzione con il Ministero della Pubblica Istruzione per avere un docente “comandato” da destinare a ciò: Carla Catolfi, Antonio Mazzoni, Loretta Nucci, Lanfranco Maggioli collaborarono con Lui per una presenza attiva nel mondo della scuola riminese. E si avvarrà della collaborazione amministrativa e di segreteria per lunghi anni di Dante Magnani.
Sarà Presidente dell’Istituto per oltre vent’anni, riuscendo a consolidare nel Riminese la presenza di questa piccola associazione di cittadini e studiosi grazie alle infinite attività messe in campo e alla valorizzazione di tanti giovani studiosi (ma non solo). Randi aveva fatto dell’Istituto un luogo d’incontro d’esperienze diverse ed aveva creato nel corso degli anni un mix quanto mai eterogeneo per provenienza politica all’interno dell’organismo dirigente. Comunisti, socialisti, cattolici, libertari, repubblicani hanno tutti contribuito in qualche modo alla ricerca storica, in varie fasi, dell’Istituto ed ognuno ha contribuito a creare il nostro importante patrimonio archivistico, oggi fondamentale, ed imprescindibile, per ogni ricerca sul Novecento riminese.
NOTA BIOGRAFICA
23 marzo 1922. Augusto Randi nasce a Imola da Renato e Norina Frascali, ultimo di tre fratelli
1933. Ottenuta la licenza elementare, Augusto a 11 anni va a lavorare facendo vari mestieri sino all’età di 19 anni, nel 1941
1941. Per un anno e mezzo si arruola nel Corpo dei Pompieri di Bologna
17 settembre 1942. Arruolato come aiuto motorista in aeronautica presso l’aeroporto di Udine
9 settembre 1943. Abbandona il reparto e torna a casa a Imola
1944. Dal ritorno a casa Augusto si avvicina alle formazioni antifasciste e partecipa alla organizzazione, dal febbraio 1944, delle SAP imolesi. Viene nominato vice-comandante commissario delle SAP di Città. Per oltre un anno organizza, e combatte in mezzo a mille difficoltà, la resistenza alle forze nazi-fasciste fra le mura della Città.
14 febbraio 1945. Augusto viene catturato dai brigatisti neri di Imola e portato in carcere. Qui viene duramente interrogato, torturato, per avere informazioni sulla armi e sull’organizzazione delle SAP cittadine. Non parla. Rimane in carcere a Imola sino ai primi di aprile, quando venne prelevato, assieme ad altri partigiani, e trasferito nel carcere di Budrio. Imola viene liberata dalle truppe alleate il 14 aprile 1945. Augusto e gli altri, minacciati di fucilazione dai brigatisti neri, vengono invece abbandonati nel carcere e liberati dai partigiani. Il 22 aprile 1945 Augusto rientra a casa.
1945. Dirigente dell’ANPI imolese, dirigente dei giovani comunisti.
1946. Viene assunto come idraulico alla fabbrica Cogne di Imola. Diventa segretario del comitato di fabbrica e segretario del sindacato metalmeccanici di Imola. Entra nel Comitato Federale del PCI bolognese.
21 aprile 1946. Sposa Ottavia Caprara (2 marzo 1923-15 giugno 2016)
12 aprile 1948. Nasce il figlio Lanfranco
Fine 1948. Ad Augusto la Federazione comunista di Bologna chiede di diventare funzionario di partito. Accetta. Frequenta per tre mesi, ad inizio 1949, un corso alla scuola di partito. Viene inviato per un mese a Parma e poi, il 20 ottobre 1949, viene destinato a Rimini.
1949. Il 29-30 aprile si svolge il Congresso costitutivo della Federazione Comunista riminese. Segretario viene eletto Ilario Tabarri. Augusto, in ottobre, assumerà la responsabilità dell’organizzazione, ed entra nella segreteria federale.
1952-1955. Augusto diventa segretario della CGIL riminese
1955. All’inizio dell’anno Augusto si dimette da Segretario della Camera del Lavoro e viene inviato ad un corso di sei mesi alla Scuola di Partito a Roma, alle Frattocchie. A marzo il segretario della Federazione comunista riminese Mario Soldati si dimette e viene trasferito a Roma. La Federazione per alcuni mesi viene retta dal ravennate Agide Sammaritani. Al suo rientro a Rimini, Augusto, nel Comitato Federale del 28 luglio, viene nominato nuovo Segretario del PCI riminese.
1956-1970. Augusto è eletto Consigliere Comunale nelle elezioni del 27 maggio 1956, 31 marzo 1957, 23 aprile 1961, 9 maggio 1965.
1964. A febbraio Augusto rifiuta di trasferirsi a Roma e di andare a lavorare con Luigi Longo alla Commissione Lavoro. Ma dopo 9 anni da Segretario ritiene di aver terminato questa esperienza e si dimette. Il Comitato Federale del 10 marzo elegge nuovo segretario Francesco Alici. Augusto entra in Giunta Comunale a Rimini, Sindaco Walter Ceccaroni. E’ Assessore alla Polizia Municipale e diventa il protagonista della istituzione dell’isola pedonale del centro storico di Rimini.
7 giugno 1970. Augusto viene eletto in Consiglio Provinciale a Forlì ed entra, il 30 luglio, in Giunta. Presidente Silvano Galeotti (PSI). Viene rieletto il 15 giugno 1975 e rientra in Giunta sino al 16 maggio 1978.
1976-2000. Augusto diventa Presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Rimini, succedendo a Veniero Accreman. Lo rimarrà sino all’aprile 2000, per ben 23 anni. Sarà l’unico incarico che manterrà dopo il forzato “pensionamento” per motivi di salute nel giugno 1982.
1977-1980. Il 12 maggio 1977 Augusto entra nell’Assemblea del Comitato Circondariale. Il 16 maggio 1978 assume la carica di Consigliere delegato all’Ambiente. Presidente Marino Bonizzato (PSI). Lo rimase sino al novembre 1980.
1980-1982. Dal novembre 1980 Presidente dell’AMIA di Rimini sino a giugno 1982. Augusto si dimise per problemi di salute
2 aprile 2011. Augusto muore.
Paolo Zaghini