E’ stato reso noto di recente il programma del Movimento 5 Stelle sui temi della salute. Un programma sicuramente molto articolato, dove la nota più rilevante è l’abolizione dei ticket sui farmaci.
Per il resto, a mio parere nella sostanza non ci si discosta dai programmi che ho più volte esaminato di altre forze politiche che governano le Regioni più organizzate nella gestione della salute nel Centro-Nord dell’Italia, sia a guida di Centro-Sinistra che di Centro-Destra.
Questi i punti salienti :
- il SSN attuale deve essere salvaguardato, garantendo equità delle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza; è in pratica la conferma del sistema universalistico che vige (per fortuna) da decenni in Italia e in tutta l’Unione Europea, in cui tutti hanno diritto alle cure, al contrario di quanto avviene per esempio negli Stati Uniti.
- nomine dei Direttori Generali e vertici aziendali sanitari affidate a Comitati di esperti, sganciati dal controllo politico Regionale e che siano dotati di capacità gestionali riconosciute.
- Rescissione del rapporto fra industria del farmaco e sanitari, in particolare i medici, con l’obbligo di rendere pubblici eventuali introiti personali derivanti da collaborazioni con l’industria,
- Formazione scientifica sganciata da sponsorizzazione dell’industria, garantendo indipendenza e qualità.
- Garanzia di informatizzazione in sanità con la elaborazione del fascicolo sanitario elettronico personale.
- Gestione degli appalti in sanità garantendo i costi standard e la centralizzazione degli acquisti.
- Controllo più rigoroso delle strutture private e della libera professione dei medici, verificando l’assenza di conflitti di interesse fra pubblico e privato e un tetto alla libera professione medica eguale al 150% dello stipendio annuo.
- incentivazione della prevenzione secondaria e di quella primaria, valorizzando le politiche di tutela dell’ambiente. Una particolare attenzione all’alimentazione e al consumo consapevole.
- Stretta assoluta sul gioco d’ azzard, con limiti, regole, controlli che ne scoraggino l’uso.
- Formazione specialistica dei medici più semplice con l’introduzione dell’Ospedale di Insegnamento indipendente dalle Università.
- Abolizione dei ticket sui farmaci e trasparenza nel rapporto fra AIFA e Aziende del Farmaco con riduzione del periodo della proprietà intellettuale del brevetto dei farmaci stessi.
NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE
Insomma, come appare evidente a chi di sanità si occupa quotidianamente e non da oggi, nulla di nuovo sotto il sole. In linea di massima un buon programma, per la maggior parte simile a uno di centro-sinistra, salvo qualche dettaglio più o meno rilevante.
Naturalmente, il punto eclatante, quello che in campagna elettorale sicuramente sarà la punta di diamante del modello sanitario pentastellato, è l’abolizione dei ticket dei farmaci . Peccato sia anche il più nebuloso.
Quali farmaci? Immagino quelli di fascia A, ma non è specificato. Soprattutto, non si forniscono cifre, non si spiega come sarebbero trovate le risorse che verrebbero a mancare. E si tace su misure di controllo sull’eccessivo consumismo dei farmaci, che l’abolizione del ticket potrebbe produrre.
Vi è poi un “sentimento” che pervade tutto il documento, dove viene tratteggiato il nostro Sistema Sanitario Nazionale come se fosse in balia lobbies affaristiche e direttori generali incapaci , schiavi dalla politica, con inefficienze e sperperi ovunque.
Con l’ovvia premessa che si può sempre far meglio, la realtà non è però questa. Al di là dei giudizi e dei casi personali, le valutazioni di un servizio sanitario si fanno con numeri e parametri ben precisi e che valgano ovunque. Quei dati collocano il nostro Sistema Sanitario nazionale fra i migliori non solo in Europa, ma nel mondo, con gli indici di qualità più elevati.
Il molto che si può fare per migliorarlo ancora, occorre dirlo: il come e il dove.
Per esempio, nel documento del M5S non si fa cenno a uno dei nostri problemi maggiori, cioè delle disparità di produttività e qualità dei servizi fra le varie Regioni italiane. Differenze che vanno a cozzare con la stessa Costituzione italiana per le discriminazioni che si vengono a creare fra i cittadini; vanno lentamente livellandosi e verso l’alto, ma restano intollerabili.
Anche il documento sulla Spending Review 2016 pubblicato dal Governo, che ho recentemente esaminato e commentato, analizzando i dati del SSN ha individuato 32 situazioni locali (Aziende Sanitarie od Ospedaliere) al di sotto dei parametri standard e che hanno avuto dal Ministero tre anni di tempo per riportarsi a norma.
Per il resto, solo alcuni punti che vorrei sottolineare.
I Direttori Generali. E’ una vecchia liturgia pensare che una “commissione di esperti” che li nomini possa migliorare la situazione. Tutto dipende invece da quanta libertà di scelta viene loro data e ‘dalle regole di ingaggio’. Se le regole sono quelle dell’assistenza per tutti, dell’efficienza e del corretto funzionamento e non quello del guadagno – in risorse per la struttura che dirigono, per la concorrenza esercitata nei confronti delle altre strutture territoriali – , allora meglio dei direttori nominati dal presidente della Regione. Ormai, con gli Albi Nazionali della Dirigenza Aziende sanitarie , è finita l’epoca dei politici sistemati e incapaci.
Oggi se un direttore non raggiunge gli obiettivi va a casa e avanti un altro: almeno così è nel Centro-Nord. Dunque tutto si gioca su quali obiettivi porre, cioè su quale politica sanitaria praticare.
Conflitto di interesse fra medici e aziende farmaceutiche. Ma il problema in Italia non è più questo, ma semmai quello del reperimento rapido dei farmaci innovativi per i pazienti. Problematica di cui nel documento non c’è traccia.
Giusta comunque la pubblicazione delle eventuali collaborazioni economiche, Infatti, nella realtà è già così.
Ma il problema del rapporto con le aziende farmaceutiche va affrontato a livello europeo, anche per evitare le cervellotiche e spesso astruse disposizioni dell’AIFA sull’utilizzo dei farmaci , fonte di una burocrazia divenuta ormai insopportabile.
Anche la proposta di accorciare il periodo di validità del brevetto dei farmaci, è una proposta che l’Italia da sola non può attuare, in quanto su questo vigono accordi internazionali. D’altra parte, non saprei quali vantaggi potrebbe portare in termini generali e di produzione di nuove molecole innovative, il che resta la priorità assoluta.
Sulla formazione delle varie figure professionali e dei medici (in termine tecnico ECM) non vedo nulla di nuovo. Se non che sostenere che il sistema della corruzione in sanità si stia spostando in questo settore mi pare quanto meno fantasioso.
Nulla di nuovo per quanto riguarda i rapporti con le strutture private (nel programma non viene specificato se convenzionate o non convenzionate): viene riaffermato il principio già vigente della loro dipendenza dalle strutture pubbliche. E nulla di nuovo nemmeno per quanto attiene alla libera-professione dei medici.
Due note di qualità: l’introduzione del termine di ‘Ospedali di Insegnamento’ appare apprezzabile, ma debbo dire che anche il centro-sinistra ha più volte fatto tentativi in questo senso senza però mai realizzare molto di concreto.
Anche il capitolo dedicato al gioco d’azzardo inteso come patologia – la ludopatia – merita attenzione. Regole più rigide in questo settore appaiono auspicabili.
Concludendo, un quello del Movimento 5 Stelle è sì un programma pervaso da un fumus ossessivo e catastrofista su alcuni temi come lobbies, malaffare e così via: non che non esistano in assoluto, ma si affrontano meglio con la volontà di applicare le leggi attuali più che affastellarne di nuove o inventarsi controlli “terzi” che tali sarebbero solo sulla carta, ma soprattutto non anndrebbero alla radice dei problemi.
Ma nella sostanza i principi base di questo programma potrebbero essere tranquillamente sottoscritti da qualsiasi partito di centro-sinistra.
Si può ragionare, direi. Se vorranno.
Alberto Ravaioli