Questa mattina, in piazza Cavour (giovedì 15 novembre) si è svolta la manifestazione di protesta contro i canoni pretesi dallo Stato Italiano. Presenti i dipendenti del Marina di Rimini, diportisti ed amanti del mare. Alla manifestazione, in segno di solidarietà erano presenti anche rappresentanti di altre marine italiane: Friuli, lago di Garda ed altre località.
Sono intervenuti tra gli altri il Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il presidente e proprietario del Marina Blu Luigi Ferretti, Roberto Perocchio di Assomarinas e l’assessore al demanio del Comune di Rimini Roberta Frisoni.
Tutti gli interventi hanno sottolineato l’ingiustizia economica e contrattuale che una norma della finanziaria del 2017 ha aumentato i canoni in modo unilaterale ed insostenibili dal punto di vista economico. Per la Darsena di Rimini il canone è passato da 80 mila euro previsti nel contratto di realizzazione dell’opera sottoscritto con lo Stato a 380 mila euro del 2007.
Il sindaco Gnassi ha proposto di fare una manifestazione nazionale a Roma con tutte le marine italiane. L’Anci ha proseguito il sindaco, si è attivata ed ha proposto un emendamento al decreto fiscale in discussione in parlamento per cancellare gli effetti della norma del 2017. “Se fallisce la darsena lo Stato non riceve nessun canone e si crea un degrado urbano senza precedenti” “Le Marine e le darsene – hanno ribadito gli amministratori riminesi – sono infrastrutture strategiche in un Paese che si affaccia sul Mediterraneo e per questo da sostenere. Così come lo straordinario driver della cosiddetta ‘Blue Economy’, che va dalla marineria, alla nautica e alle filiere ad essere riconducibili. Tutto quello che nel nostro Paese non è avvenuto e non avviene.”. Il Sindaco ha ricordato come Comune di Rimini ed Anci abbiano redatto una proposta normativa e anche un emendamento alla Legge di Stabilità per risolvere alla radice, in via parlamentare, questo incredibile imbroglio che danneggia imprese, lavoratori, città e l’intero Paese.
Luigi Ferretti non ha usato mezze parole: “Con il pignoramento dei conti correnti del Marina non hanno possibilità di pagare stipendi, contributi ed altre necessità. Di fatto l’attività della Darsena è ferma. Se non si sblocca rapidamente il rischio è il fallimento”.
La vicenda della Darsena è una anomalia unica a livello internazionale. Infatti non si tratta di un normale contenzioso tra fisco e un imprenditore. Purtroppo questa vicenda è, per alcuni aspetti, uno spaccato dell’Italia. Un insieme di burocrazia cieca e autolesionista, incredibile cambio delle regole in corso d’opera e groviglio di sentenze tra loro in contraddizione, con organi dello Stato che si ignorano a vicenda. A farne le spese un intero settore, come quello della nautica da diporto che in un Paese turistico dovrebbe essere tratto coi guanti, specie quando c’è gente che ci ha messo fior di soldi. In articoli precedenti chiamamicitta.it ha ripercoso tutti i passaggi che hanno portato a questa situazione.
Ora l’attesa per l’iter parlamentare oltre ai ricorsi giudiziari per sospendere le iniziative dell’agenzia delle Entrate.
Il presidente del Marina Luigi Ferretti