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Inquinamento domestico, quali pericoli e cosa fare nelle nostre case

Non esiste solo l’inquinamento delle polveri fini e degli ossidi di azoto, di cui parliamo ormai quotidianamente. L’Istituto Superiore di Sanità ha appena pubblicato un opuscolo sull’inquinamento domestico (“indoor”), dal titolo “L’aria delle nostre case”.
Con tanti utili consigli pratici.

L’INQUINAMENTO DOMESTICO. Innanzi tutto, da cosa sono inquinate le nostre case?
In cima alla lista c’è il Radon, un sostanza a debole radioattività presente in molti materiali da costruzione, come si vede in questa tabella:

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Questo perché il Radon è presente nel suolo. Vi sono aree dell’Italia il terreno è più ricco di Radon, altre meno. Nel Riminese, per esempio, il suolo è molto povero di questa sostanza. In ogni caso, un’abitazione non adeguatamente arieggiata può portare ad accumuli di Radon e rimane comunque rimane sempre buona norma aprire le finestre durante il giorno al fine di favorire il ricambio di aria per diminuire la presenza dello sgradito ospite. Inoltre, anche se si vive in aree come la nostra, a scarsa concentrazione di Radon, non va trascurato il fatto che i materiali da costruzione provengono ormai da tutto il mondo, quindi un problema reale, anche se piccolo, potrebbe sussistere comunque.

Alto consiglio dell’ISS: non esagerare con i prodotti per profumare l’ambiente: la pulizia non ha odori, è neutra. Quindi è più ragionevole pulire bene che profumare molto.

Ma pulire con cosa? Acqua, aceto o bicarbonato (in soluzione acquosa al 1-2%): una ricetta antica ma ancora infallibile. Ma se ci si affida, com’è più consueto, ai prodotti industriali, è sempre meglio utilizzarli in soluzioni molto diluite.

Mobili nuovi e pareti o suppellettili verniciate di fresco richiedono, dice sempre il documento, vigorosi ricambi di aria, per via  delle sostanze nocive che possono emanare. Oggi esistono in commercio numerosi prodotti biocompatibili, sia fra le pitture murali che nei legni per arredamento e pavimentazioni; prodotti più costosi, che però non contengono collanti e altri elementi che rilascino sostanze nocive.

E i famigerati acari, spesso motivo di di fastidiose allergie specie nei piccoli della famiglia? Nelle stagioni che lo permettono, fare entrare più luce del sole possibile, che toglie umidità e sterilizza gli ambienti. E naturalmente, se gli animaletti sono realmente presenti, intensificare il ritmo delle pulizie.

Poi c’è il fumo del tabacco. È imperativo non fumare in casa, nemmeno vicino alle finestre o ai camini. Il fumo infatti si attacca con facilità alle pareti e ai tendaggi. E le sostanze nocive vengono poi rilasciate lentamente nell’ambiente domestico, anche quando il ricambio di aria ha fatto sparire il caratteristico odore. Insomma, per la sigaretta resta solo il terrazzo o il cortile, senza se e senza ma.

Infine, gli insetticidi: vanno usati solo in caso di vera necessità; se possibile, è sempre meglio utilizzare metodi alternativi, sia per mosche che zanzare.

Come si vede consigli semplici, ma di cui spesso ci dimentichiamo, specie in inverno e nelle stagioni di mezzo.

IL RAPPORTO FRA INTERNO ED ESTERNO. Quello che il documento non dice è che fuori dalla nostra casa non sempre c’è il rimedio per tutto. E cioè: si ha un bel dire di arieggiare l’abitazione, se poi l’aria esterna è inquinata, magari con sostanze assolutamente più dannose di quelle presenti fra le mura domestiche.
Quindi, nei luoghi dove questo problema è grave, l’arieggiamento andrebbe fatto, per esempio, nelle ore con minore traffico, preferibilmente il mattino presto o la sera, quando ci sono concentrazioni più basse di polveri sottili e ossido di azoto.

Ma è evidente che si tratta di palliativi. Il problema dell’inquinamento interno non si risolve senza affrontare quello più generale dell’inquinamento esterno. E qui entrano in campo – o dovrebbero farlo – le pubbliche amministrazioni, gli enti statali e sovranazionali. Da soli possiamo fare ben poco e anche i singoli Comuni hanno scarsissime armi a loro disposizione.

Con l’instabilità politica che si profila all’orizzonte la vedo comunque dura, almeno nel medio periodo. Perché, tanto per cambiare, tutto dipende da quante risorse si investono. Investimenti che sul brevissimo periodo però non “rendono” niente, soprattutto dal punto di vista elettorale. E quando la politica campa alla giornata, ben difficilmente può impegnarsi su temi di ampio respiro e con prospettive che si misurano non negli anni, ma nei decenni. 

Alberto Ravaioli

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