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I medici di famiglia di Rimini si ribellano: lettere a cittadini e istituzioni

I medici di famiglia di Rimini continuano a far sentire la loro voce. E scrivono due lettere aperte, una rivolta ai cttadini e l’altra alle istituzioni. Spiegando agli uni in che condizioni si ritrovano a fare il loro lavoro, alle altre cosa servirebbe perchè possano continuare a farlo.

LETTERA APERTA DEI MEDICI DI FAMIGLIA AI CITTADINI
I medici di famiglia ci sono e non hanno mai smesso di esserci.
Così come c’è una piccola percentuale di persone che protestano a gran voce contro i provvedimenti del Governo e del Ministero della Salute (vaccini, greenpass, restrizioni…) ma la stragrande maggioranza senza far rumore collabora per uscire da questa pandemia, allo stesso modo ci sono stati tanti strilloni che hanno insultato pubblicamente tutti noi medici di famiglia per qualche mancata risposta o per aver disatteso le aspettative, mentre la stragrande maggioranza di noi, per quanto imperfetti, sta continuando a lavorare silenziosamente a testa bassa per tutti.

Anche i medici sono lavoratori
Chi si lamenterebbe di trovare il fruttivendolo o la banca chiusi la domenica? E chi pensa che i dipendenti degli ipermercati quando fanno orario continuato o quando lavorano nei festivi lo facciano gratuitamente?
Noi medici di famiglia allo stesso modo dovremmo poter osservare i momenti di riposo previsti per ogni lavoratore e come per tutti sarebbe giusto avere riconosciuto il lavoro straordinario, anche in caso di pandemia (perché tutto il personale assunto in più per questa pandemia, se ci pensate, ha regolare contratto con tanto di riposo e retribuzione). Nel nostro caso non è stato così.
Se un medico di famiglia per sua volontà e disponibilità o senso di abnegazione lavora oltre l’orario, risponde anche nel weekend e si rende disponibile ad aiutare i suoi pazienti anche in mansioni che non gli competono, per quanto l’assistito possa esserne soddisfatto o addirittura riconoscente, ciò non significa che la tale disponibilità debba diventare un’aspettativa o addirittura un atto dovuto o ancora peggio una pretesa. Quindi se il medico di famiglia non risponde H24 e 7 giorni su 7 o se non esegue compiti che non gli competono, non sta facendo nulla di strano: per soddisfare queste necessità ci sono rispettivamente i servizi di Continuità Assistenziale e gli organi e i percorsi dedicati.

Il carico di lavoro è veramente alto
Se vi capita di trovare occupato il telefono del medico o della segretaria o della guardia medica è perché il flusso di chiamate è intenso e continuo; se non ricevete immediatamente risposta ai messaggi è perché il vostro è l’ennesimo degli innumerevoli che riceviamo.
Purtroppo gli adempimenti burocratici che le istituzioni ci impongono sono aumentati a dismisura, e moltiplicati per il numero di richieste dovute alla pandemia hanno finito per occupare la maggior parte della nostra attività lavorativa: questo non solo rallenta le operazioni causando ritardi e attese, ma toglie tempo a quella che è la vera professione medica e ancora peggio rischia di distrarci pericolosamente aumentando la possibilità di errore.
Noi MMG e Continuità Assistenziale della provincia di Rimini esprimiamo grandissima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi, infermieri, OSS e a tutto il personale sanitario come noi impegnato a fronteggiare la pandemia e che come noi sta vivendo momenti di grandissimo stress psicofisico.

Vogliamo poter fare bene il nostro lavoro
Vogliamo gestire le patologie in acuto, fare diagnosi, proporre terapie, monitorare i pazienti con patologie croniche, farci propositivi nella medicina preventiva, accompagnare i pazienti nei momenti più critici della loro vita e poter curare il nostro aggiornamento professionale.
Per fare questo abbiamo bisogno di voi, cittadini ed istituzioni: aiutateci ad aiutarvi!

LETTERA APERTA DEI MEDICI DI FAMIGLIA, PEDIATRI DI LIBERA SCELTA E CONTINUITA’ ASSISTENZIALE ALLE ISTITUZIONI

Ai decisori e dirigenti delle istituzioni politiche e sanitarie:
immaginate di essere in una guerra sanguinosa e di avere a disposizione un reggimento di Alpini addestrati alla battaglia; immaginate di chiuderli in un ufficio per giorni, settimane, mesi, a fare fotocopie dell’elenco del telefono. Questo è ciò che state fattivamente realizzando con i protocolli pandemici che coinvolgono i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta italiani convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale.
Burocrazia
In questo momento abbiamo un carico burocratico di tale portata, di tale complicazione e di tale inutilità che oltre a sovraccaricare la nostra possibilità di rispondere a tutte le richieste ci impedisce di svolgere in maniera seria e sicura il nostro lavoro, a discapito nostro e dei nostri assistiti.
Informazioni fuorvianti
I servizi di informazione come il 1500, ma anche servizi preposti a specifiche funzioni come il DSP o i reparti ospedalieri, rimandano continuamente il paziente alla consultazione del Medico di Medicina Generale o al Pediatra di Libera Scelta: nella stragrande maggioranza dei casi questo è inappropriato, non risolve il problema del paziente, e costituisce un pericoloso intralcio alla nostra professione. Chiediamo che tutti gli organi deputati alla diffusione di informazioni pongano particolare attenzione a non dare notizie contraddittorie e fuorvianti che finirebbero per gravare sul nostro lavoro.
Potenziamento dei servizi
Alcuni servizi pubblici del sistema sanitario si sono manifestati di fatto insufficienti: il DSP che ha la più alta competenza in materia di malattie infettive diffusive si è trovato ripetutamente in crisi nell’affrontare l’enorme mole di richieste (ampiamente previste con mesi di anticipo dall’analisi statistica dei dati) e nell’attuare ad esempio un’azione efficace di tracciamento per il contenimento dei contagi; la Continuità Assistenziale nei turni notturni prefestivi e festivi si trova un carico enorme di richieste da gestire, talvolta inappropriate perché non si tratta tanto di visite urgenti ma di gestione anche solo burocratica dei casi o dei contatti covid; il servizio di informazioni nazionale, i contatti del DSP e della C.A. non sono mai immediatamente raggiungibili dai pazienti per l’alto numero di chiamate. È necessario potenziare adeguatamente tali servizi a seconda delle rispettive competenze fino alla dichiarazione di cessato stato di emergenza per la pandemia.
Tavoli di lavoro
Se le categorie dei MMG e dei PLS possono in qualche modo contribuire al miglioramento di queste dinamiche, è necessario che le azioni siano prima concordate sul piano pratico e anche economico e che venga lasciata la libertà di adesione ai professionisti in quanto non tutti potrebbero avere disponibilità logistiche o attuative per soddisfare le azioni richieste. Perché questo sia realizzabile è necessario il coinvolgimento dei rappresentanti della categoria; una possibilità potrebbe essere l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente.
Comunicazione
Non è più tollerabile che si annuncino anticipatamente sui social non istituzionali le azioni del Governo e delle Regioni e i protocolli operativi senza che noi ne abbiamo comunicazione e senza che le Aziende Sanitarie abbiano avuto la possibilità di mettere in atto l’organizzazione e le risorse necessarie; l’impatto dei pazienti che si riversano a chiedere anzitempo le prestazioni a noi MMG e PLS, che siamo ovviamente ignari e impreparati, costituisce non solo un ulteriore impedimento allo svolgimento della nostra attività ma anche un elemento di delusione e conflitto che mina il rapporto di fiducia medico-paziente.
Mansioni inappropriate o inutili o ridondanti
▪ Certificati INPS:
– È inutile che i certificati di malattia per covid debbano essere redatti dai MMG quando c’è un provvedimento di isolamento o quarantena emanato dal DSP che definisce inizio e fine del periodo di assenza dal lavoro: che questi siano inviati direttamente all’INPS (o all’INAIL dove previsto) e considerati validi come certificato di malattia (o infortunio).
– Chiediamo che venga esplicitata la possibilità di certificare la malattia in contumacia: la legge prevede che un medico certifichi lo stato di malattia in presenza del lavoratore, ma in caso di covid il DSP obbliga il paziente a non lasciare il proprio domicilio, e la pandemia impone in ogni caso che il soggetto sintomatico non possa frequentare luoghi aperti al pubblico (farmacie e studi medici).
– Chiediamo che venga introdotta la possibilità per il paziente di autocertificare lo stato di malattia: molte malattie non sono infatti dimostrabili clinicamente, come la cefalea o i disturbi d’ansia, inoltre far girare pazienti con segni e sintomi di malattie infettive comporta, oltre l’evidente disagio per il soggetto malato, anche la potenziale diffusione di infezione in ambienti, come gli ambulatori medici, frequentati anche da persone fragili.
▪ Greenpass e certificazioni di esenzione o differimento della vaccinazione: tutto ciò che riguarda le certificazioni covid e l’eventuale esenzione o differimento dalla vaccinazione covid deve essere gestito dalle apposite commissioni o dai DSP. Non è compito del MMG né dei PLS né della C.A.
Accessibilità dei dati e dematerializzazione
Per consentire l’accesso alle informazioni utili alla gestione dei pazienti è necessario che siano resi visibili in cartella clinica anche i referti di visite ed esami eseguiti in regime di ricovero ospedaliero o DH o di accesso in PS che attualmente non risultano consultabili. La dematerializzazione effettiva delle impegnative e di tutti i tipi di ricetta farmacologica consentirebbe ai pazienti di evitare disagi e perdita di tempo.

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