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Il giovane violino di Verucchio scoperto da Einaudi: primo disco e debutto a Rimini

La passione per la musica che si trasforma in lavoro. È quello che sta provando a fare Federico Mecozzi, giovane musicista di Verucchio. 26 anni, violinista e polistrumentista di indubbio talento, scoperto dal grande maestro Ludovico Einaudi, a gennaio  lancerà il suo primo album Awakening -Il Risveglio. Gli abbiamo chiesto qualcosa in più sul suo conto e che cosa rappresenta per lui la musica.

Federico Mecozzi

Mecozzi, quando è scoppiato il suo amore per la musica?

«A 5 anni, ho imbracciato la prima chitarra e in breve tempo avevo già deciso che avrei fatto il cantautore, complice una passione per le canzoni di De André, magari anomala a quell’età. Dai 5 ai 12 anni, ho appunto studiato chitarra e mi sono dilettato a scrivere canzoni. Poi è arrivata la svolta, ovvero la scelta del violino al Conservatorio. E quello è ben presto è divenuto il mio strumento».

È cresciuto a pane e musica?

«In casa mia si è sempre respirata la musica. In particolare, mio padre è un grande appassionato di musica antica e barocca, ma anche di tutte le epoche successive fino alla moderna compresa. Quindi, già da bambino, avevo fatto l’orecchio verso la musica classica. Successivamente, con lo studio del violino, nonché della direzione d’orchestra, l’ho approfondita e ne ho colto sempre più la bellezza. È stato un arricchimento fondamentale, che si è aggiunto alla mia predilezione per quella cosiddetta “leggera”».

Ha detto che si è diplomato al Conservatorio, giusto?

«Sì, prima, a livello scolastico mi sono diplomato al liceo linguistico. Parallelamente, ho frequentato l’Istituto Musicale Lettimi, dove mi sono diplomato in violino sotto la guida del Maestro Domenico Colaci. Anni fa, mi sono anche avvicinato alla direzione d’orchestra. Anche se non l’ho portata avanti come avrebbe meritato, è stata un’esperienza estremamente formativa e affascinante che, ogni tanto, mi piace rivivere. Però applicata sempre al mondo delle contaminazioni come, ad esempio, l’orchestra che suona arrangiamenti di musica leggera».

Si è ispirato a qualche musicista?

«Beh, credo a tutti. Noi musicisti abbiamo diversi riferimenti che influiscono sulle nostre scelte e nello stile, probabilmente anche compositivo. Come ho già detto, la passione per De André mi aveva spinto da bambino ad imparare a suonare la chitarra e scrivere le prime canzoni. Quando, a 12 anni, ho scelto il violino, c’era una vaga ispirazione ad Angelo Branduardi e a Mauro Pagani, due musicisti e violinisti “alternativi”, originali, che ammiravo molto».

Federico Mecozzi accompagna alle tastiere Andrea Amati

Mi parli del suo primo album.

“Awakening” uscirà il 25 gennaio. Il 26 gennaio avrò l’onore di presentarlo in concerto al Teatro Galli di Rimini. Questo mio primo album è per me un “risveglio”, perché dopo anni di bellissime collaborazioni, che stanno comunque proseguendo, avevo bisogno di produrre qualcosa di unicamente mio, qualcosa che mi rappresentasse e potesse esprimere un sunto di tutte le mie esperienze artistiche, ma anche umane. Mi piacerebbe che questo disco potesse essere un risveglio anche per chi lo ascolta, un risveglio in luoghi e in tempi diversi. Dentro ci sono tante influenze: da varie tradizioni musicali del mondo e anche dei secoli passati, da quella celtica a quella araba, da quella barocca all’elettronica. Come dicevo, tutto ciò che ha “contaminato” il mio modo di vedere la musica».

Quali altri progetti ha nel cassetto?

«Mi trovo di fronte ad un momento così significativo ed impegnativo per me che fatico ad immaginare altri nuovi progetti in un futuro prossimo. Nel frattempo, sto portando avanti varie collaborazioni intraprese già da diversi anni, prima fra tutte quella con Ludovico Einaudi, col quale stiamo lavorando ad un nuovo progetto e allo stesso tempo sto proseguendo con i concerti».

Nicola Luccarelli

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