Filippo Sacchetti, assessore al comune di Santarcangelo, sul suo profilo Fb, spiega i motivi della sua presenza alla serata organizzata dai sostenitori dell’area Orlando.
“Anche se (per fortuna) scrivo poco, oggi vorrei riprendere un fatto, che è segno dello stato del PD riminese. Esce un articolo online dove vengo inserito tra i partecipanti ad una cena che avrebbe fondato un’associazione che fa capo a uno dei candidati al congresso nazionale. Pioggia di chiamate e parole di traverso, battutine compiacenti e scherno. Bene. Sono stato un’oretta dopo mangiato, c’erano persone riunite in modo conviviale e almeno per quanto mi riguarda non ho fondato nessuna associazione o preso parte a un sabba di corrente. Ultimamente sono anche stato alla presentazione del libro di Renzi, all’incontro con Giachetti sul tema delle carceri e dovunque mi abbiano invitato. Forse sbaglio o non ho capito come funzionano le cose. Faccio questo, con una passione messa sempre più a dura prova, perché dal mio punto di vista stare in un partito vuol dire partecipare alla discussione, che purtroppo si fa sempre meno nelle sedi ufficiali e sempre più tra “amici”. Noi dobbiamo smettere di pensare che esistano 3 o 4 PD e che uno deve decidere in quale stare. Di PD ce n’è uno soltanto. Che ha una forma complessa, articolata, spesso scontrosa, ma alla fine, forse, è l’unica forza democratica che ancora dà la speranza a chi partecipa e prende parte di dare un contributo al senso collettivo delle cose. La forza della democrazia sta proprio nel fatto che tutti possono intervenire ma poi alla fine si deve fare sintesi. Per questo l’unità del partito va difesa. Conquistata e difesa. Solo così si può essere forti e fare proposte coraggiose per cambiare la realtà in cui viviamo. Divisi perdiamo. E noi siamo troppo bravi a farci del male, a infilare il coltello nella piaga di divisioni spesso infondate, del passato, personali, piene di rancori. Il rischio è che si passi tutto il tempo a guardarsi le dita dei piedi piuttosto che alzare la testa e dimostrare di sapere andare lontano, di essere affidabili. Questo è il polso di una situazione dannosa nella quale spero il buon senso faccia la sua parte e che alla fine se ne esca con un sorriso.”
