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Erbetta: “Il Comune di Rimini non deve patrocinare il Summer Pride”

Il Comune di Rimini non conceda il patrocinio al Summer Pride del prossimo 27 luglio. E’ quanto chiede in un’interrogazione il Consigliere Mario Erbetta, tenendo conto delle «problematiche avvenute nella scorsa edizione dovute a cartelli dileggianti il Ministro degli Interni Matteo Salvini e offensivi come “Porti aperti come i nostri culi”». 

Erbetta chiede al sindaco di Rimini «se ha intenzione di Patrocinare l’evento oppure di non concedere il patrocinio come hanno fatto di recente i coraggiosi Sindaci di Pisa e Monza a delle manifestazioni simili. La motivazione, a mio parere più che condivisibile, espressa dai Sindaci in questione e che pur ricorrendo in questi giorni i cinquanta dai moti di Stonewall del 27 giugno 1969 (quando la comunità LGBT di New York scese in piazza scontrandosi con la polizia della Grande Mela e diede vita al movimento omosessuale in tutto il mondo), queste manifestazioni hanno perso il carattere di rivendicazione dei diritti propri del movimento omosessuale, ormai quasi nella totalità pienamente riconosciuti, per sfociare in strumentalizzate manifestazioni politiche vere e proprie, un calderone in cui uteri in affitto e porti aperti all’immigrazione si mischiano al dileggio delle Istituzioni e della Religione Cattolica con atti e cori spesso – purtroppo- sconfinanti nella blasfemia». 

«Manifestazioni – prosegue il consigliere comunale che ha abbandonato la maggioranza a sostegno di Gnassi – in cui in prima fila sfilano esclusivamente rappresentanti locali e nazionali del PD, di Potere al popolo di Sel e delle altre forze politiche di sinistra. Questo è accaduto a Milano, a Monza come a Pisa, dove ad aprire i cortei non c’erano carri che rivendicavano diritti civili ma l’esaltazione della capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete nuova icona piratesca di sinistra, colei che pur di far sbarcare degli immigrati in Sicilia non ha esitato a speronare la motovedetta della Guardia di Finanza che le intimava di fermarsi». 

«Credo che un’istituzione come il Comune di Rimini per correttezza istituzionale dovendo mantenere un ruolo super partes non possa legittimare con il suo Patrocinio alcuna manifestazione politica in particolare quelle che dileggiano Ministri, la religione Cattolica (casualmente unica religione a essere presa in giro) ed esaltano la violazione dei più elementari doveri civili. Non esistono diritti più diritti degli altri, come queste manifestazioni ci vogliono imporre, che siano diritti all’utero in affitto, alla disobbedienza civile che porta fino allo speronamento di navi da guerra o all’immigrazione incontrollata. Un’Istituzione seria deve si autorizzare la manifestazione ma non concedere un patrocinio che la porterebbe a essere complice di situazioni sovversive e al di fuori della legalità». 

“Pertanto chiedo – conclude Erbetta – primo, di sapere se il Comune di Rimini ha intenzione di concedere il Patrocinio al Summer Pride 2019 e nel caso lo avesse già fatto di procedere alla revoca dello stesso per le considerazioni fatte in premessa; secondo, di sapere se il Comune quest’anno stanzierà dei contributi economici per la manifestazione Summer Pride 2019 e di che entità». 

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