“Up&Down”. È questo il titolo dello spettacolo che andrà in scena al Teatro Nuovo di Dogana, a San Marino, questa sera di sabato 4 maggio, alle ore 21. Sul palcoscenico ci sarà l’attore, regista, scrittore e comico livornese Paolo Ruffini insieme ad un cast d’eccezione formato da ragazzi con la sindrome di Down. Abbiamo voluto chiedere all’ideatore di questo show, che sta portando in giro per l’Italia, che cosa si dovrà aspettare il pubblico sammarinese.
Chi è Paolo Ruffini?
«È un ragazzino che ha da poco compiuto 40 anni, e che ha un grande amore: il cinema, e uno splendido amante: il teatro. Ma, soprattutto, ha il privilegio di fare un mestiere che gli permette di far sorridere le persone».
Perché ha deciso di mettere in piedi questo spettacolo?
«Perché il teatro è un’urgenza. In un’epoca in cui siamo più social che sociali, diamo più spazio ai reality che al reale, il teatro è verità, è sociale come il salotto di casa e reale come le persone che calcano il palcoscenico.
Come dico sempre, Up&Down è uno spettacolo che parla anche di te, solo che tu ancora non lo sai, perché sono convinto che se c’è qualcosa che ci accomuna tutti è proprio la diversità, e questa rappresentazione racconta proprio la bellezza dell’essere unici, diversamente normali e normalmente diversi».
Lei è il regista, ma i protagonisti sono altri, vero?
«Sì, gli attori della Compagnia Mayor Von Frinzius, diretta da Lamberto Giannini, con cui condivido il palcoscenico, sono disabili. E nello spettacolo parliamo di abilità e disabilità; ma non riferita al numero di cromosomi, quanto piuttosto alla bellezza, alla meraviglia. Quanti di noi cosiddetti “normali” sono disabili alla felicità? In questo spettacolo esprimiamo il concetto che un limite può diventare un’opportunità, una risorsa da poter portare in scena».
Sarà un’esperienza unica per chi vi verrà a vedere a teatro, giusto?
«Esatto, può definirsi un’esperienza a cui partecipare. È happening che sfugge al nostro controllo perché non dipende solo da chi è sul palco, ma anche dal pubblico in sala, dalle sensazioni che si condividono. La verità è che Up&Down è continuamente irripetibile, io stesso non so mai cosa succederà».
Lei ha scritto anche un libro sul tema.
«È appena uscito e si intitola “La Sindrome di Up”, edito da Mondadori. Ho voluto raccontare, partendo dall’esperienza dello spettacolo teatrale, le tappe di quello che è stato un vero e proprio viaggio verso la felicità. Perché questi straordinari attori, con cui ho avuto il piacere di lavorare, che negli anni sono diventati miei amici, mi hanno insegnato davvero molto. Nel libro li descrivo come supereroi con il potere inconsapevole non solo di compiere l’impossibile, ma anche di insegnarti a fare altrettanto. Da loro ho imparato che la felicità è possibile, bisogna solo accorgersene, scoprirla nelle piccole cose che diamo per scontato, come perdersi in un abbraccio o fermarsi a guardare le nuvole. Approfittate della felicità è un talento, e i miei amici con la sindrome di Down lo possiedono. Sono loro che mi hanno “contagiato” con la sindrome di Up».
Nicola Luccarelli