Consiglio Comunale a Rimini sui nomadi. Si tratta di un consiglio comunale, tematico, chiesto dalla minoranza per conoscere la volontà della Giunta Comunale sulle modalità del superamento del campo nomadi di via Islanda.
Un consiglio comunale partecipato dal pubblico. Infatti nei mesi scorsi, l’amministrazione comunale di Rimini, ha presentato un progetto alla Regione per il bando riferito all’inclusione sociale dei Sinti e lo smantellamento del campo di via Islanda. Tra le varie ipotesi l’individuazione di micro aree dove collocare singole famiglie nomadi.
Sulle ipotesi di micro aree sul territorio del comune di Rimini si sono sollevate le proteste dei cittadini che si sono costituiti nel comitato “ProRimini e che rappresenta i comitati sorti a Torre Pedrera, Orsoleto, Gaiofana e Villagio Primo Maggio.
A dire il vero l’amministrazione comunale non ha mai formalizzato nessuna proposta ma tra indiscrezioni e strumentalizzazioni di alcune forze politiche la protesta è comunque salita di pressione. È salita a tal punto che la minoranza politica del consiglio comunale di Rimini ha promosso, appunto, un consiglio comunale tematico sui nomadi.
Un Consiglio Comunale dove non è cambiato nulla rispetto alla soluzione del problema; non si è fatto un solo passo in avanti per trovare una proposta condivisa con i territori ed i cittadini.
Il Vice sindaco Gloria Lisi ha provato ha delineare i confini e gli obiettivi del progetto. Ha affermato:“Siamo qui per risolvere il problema e riportare la legalità in via Islanda”, ha esordito ha spiegato che si tratta di “45 persone iscritte all’anagrafe riminese su 9.000 che seguiamo. Nel campo c’è una situazione di pericolo, ci sono 13 bambini e cinque malati gravi. Dobbiamo difendere i diritti di tutti”. Ogni progetto abitativo, sottolinea, “sarà calibrato sulle famiglie”, comunque “le aree non sono ancora state definite e non è possibile una stima di massima sulla spesa”.
L’impressione è quella di una occasione persa per risolvere un problema di civiltà. Passare da una situazione di degrado sociale, culturale e sanitario ad un progetto di inclusione.
La notizia, purtroppo, è lo schieramento delle forze dell’ordine e non il merito del problema.