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Concessioni di spiaggia: i sindacati di categoria al Parlamento in ordine sparso

Nei giorni scorsi si è svolta l’audizione, alle commissioni VI e X della Camera dei deputati dei sindacati dei balneari sul disegno di legge del Governo per un riordino di tutta la materia sulla base di procedure di selezione come vuole la normativa europea ed italiana (sentenze della Corte Costituzionale).

Riassumere tutte le posizioni non è semplice, anche se vi è un punto che pare potrebbe unire tutte le sigle sindacali che hanno esposto le loro proposte nell’audizione. Sdemanializzare una parte di spiaggia. La parte sulla quale insistono i manufatti dei servizi (cabine, bar, ristoranti ecc.). Con la sdemanializzazione, pensano le categorie dei balneari, lo Stato potrebbe alienare la spiaggia direttamente al concessionario che ne diventerebbe il proprietario e quindi fuori dalle norme europee che prevedono i bandi.

I sindacati però si dimenticano che in Italia pensare di privatizzare una parte di spiaggia significa andare incontro ad una vera e propria (giustamente) sollevazione popolare. Comunque, alcuni deputati delle commissioni si sono resi disponibili ad approfondire la sdemanializzazione ed anche la proroga di 45 anni data in Spagna ai concessionari.

Su tutto il resto le posizioni delle varie sigle sindacali sono diverse.

Si va da Federbalneari, che aderisce al sistema delle imprese Confimprese Italia – Confapi, che vorrebbe le evidenze pubbliche subito. Dalla parte opposta vi è Assobalneari di Confindustria che rifiuta in blocco il DDL del Governo. Nel mezzo, Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti e Oasi-Confartigianato che rivendicano un periodo transitorio di trent’anni e ritengono che possa essere accolto dalla Commissione Europea perché non è una proroga, già bocciata dalla Corte di giustizia europea, bensì un tempo necessario per dare modo di adeguarsi al nuovo regime normativo.

Cna Balneatori invece punta sul legittimo affidamento per giustificare l’inserimento nel ddl del “doppio binario” (con bandi solo per le spiagge libere). Quello della Cna appare come un disco rotto che ripete sempre gli stessi concetti, ma che non corrispondono alla realtà. Infatti in Emilia Romagna tutte le spiagge sono date in concessione e le spiagge libere sono per legge previste dalle norme regionali. Un’altra parte delle spiagge della regione sono con destinazione a parchi naturali. Pertanto risorsa finita e non illimitata.

Nel frattempo la Regione Liguria ha presentato la proposta di legge (regionale) che proroga per conto suo di 30 anni le concessioni attuali. Una notizia secondaria, se non fosse che l’assessore regionale della Liguria Scajola è anche coordinatore di tutti gli assessori regionali al demanio. Non a caso ha subito dichiarato che “crediamo che la Liguria stia assumendo il ruolo di capofila in sede di Conferenza Stato-Regioni per incidere anche sul governo».

Insomma, sempre tanta confusione sul riordino della materia. Tra i sindacati di categoria, tra i comuni costieri italiani, tra le Regioni e tra Governo Regioni e sindacati dei balneari. I relatori di maggioranza della legge proposta dal Governo, gli Onorevoli Arlotti e Pizzolante dovranno cercare di fare una sintesi di posizioni molto distanti.

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