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“Chiamateci pure ciechi, ma dateci tutti i diritti”

Favorire la piena attuazione dei diritti umani, civili e sociali dei ciechi. È con questo scopo che è stata creata l’UIC (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti). Questa associazione, nata nel 1920 a Genova, opera a livello nazionale, regionale e provinciale ed è diventata, ormai, un punto di riferimento importante per tutte quelle persone che hanno questa particolare disabilità. Abbiamo chiesto a Pier Domenico Mini, 64 anni, Presidente dell’UIC Rimini, di spiegarci i tanti progetti e le iniziative che vengono portati avanti ogni anno.

Pier Domenico Mini

Presidente, innanzitutto è più corretto dire cieco o non vedente come ultimamente si usa?

«Va benissimo dire cieco, è più diretto».

Quando è stato aperto lo sportello UIC di Rimini?

«Nel 1995».

Che tipo di servizi offrite a queste persone?

«L’Unione favorisce l’equiparazione sociale e l’integrazione in ogni ambito della vita civile, con particolare riferimento all’integrazione scolastica, alla formazione culturale, all’istruzione professionale, al collocamento lavorativo, all’attività ricreativa e fisico sportiva. Inoltre si occupa anche della prevenzione attraverso l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità. Cura la registrazione e la diffusione di libri delle più svariate materie e di periodici su CD. Il catalogo è ricco di opere che a richiesta possono essere gratuitamente registrate. Fornisce strumenti ed ausili tiflotecnici come orologi parlanti, tavolette e punteruoli per la scrittura braille, ausili informatici e cellulari».

Da quante operatori è composta questa associazione?

«Il consiglio direttivo è composto da 7 persone: Presidente, Vice presidente, consigliere delegato e 4 consiglieri. Poi ci sono volontari: giovani del servizio civile, parenti e amici che svolgono saltuariamente questo tipo di servizio e alcuni pensionati che ci danno una mano».

Quanti ciechi e ipovedenti esistono in Italia e a Rimini e provincia? Sono più donne o uomini? Qual è la loro l’età media?

«Nel territorio di Rimini sono 680 le persone con disabilità visiva. I servizi che noi offriamo sono rivolti a tutte le persone che hanno difficoltà visive, non solo ai soci. In Italia sono circa 375.000, in maggioranza sono donne e l’età media è di 65 anni».

Come riuscite a portare avanti le vostre iniziative?

«Con il tesseramento dei soci, con contributi di privati e con l’organizzazione di cene al buio ed altre manifestazioni».

Quanti soci conta l’UIC a Rimini?

«I soci della nostra associazione sono 120».

Siete soddisfatti di quello che siete riusciti a fare per le persone con disabilità visive?

«Sì, siamo molto soddisfatti. Siamo sempre alla ricerca di nuovi progetti per soddisfare tutte le persone e in questo momento stiamo lavorando per organizzare la giornata nazionale del cane guida, che si terrà in ottobre».

Nicola Luccarelli

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