Appena diventato ministro del Turismo con delega anche al Demanio, Gian Marco Centinaio, si era posto l’obiettivo, per le concessioni di spiaggia, di “uscire dalla Bolkestein il più presto possibile”.
Poi aveva istituito un tavolo tecnico con le associazioni di categoria del settore per definire una proposta da discutere in Europa.
Poi aveva pensato ad un doppio binario. Le spiagge libere subito ad evidenza pubblica e per le concessioni in essere un adeguato periodo transitorio prima di arrivare alle evidenze pubbliche.
Poi aveva dichiarato che la proposta di legge a cui stava lavorando avrebbe comportato per l’Italia una procedura di infrazione da parte dell’Europa.
Poi si era accorto, il ministro, che cresceva la preoccupazione di alcune associazioni di balneari per il respingimento da parte della maggioranza giallo-verde di emendamenti di alcune forze politiche di minoranza che proponevano di prorogare le attuali concessioni per 50-90 anni.
Poi alla fine è arrivata la proposta di proroga delle attuali concessioni per 15 anni, con tanto di trionfante comunicato stampa.
Scrive il Ministro Centinaio: “Era una mia priorità su cui ho messo la faccia e mi sono battuto. Oggi posso finalmente dire che per il mondo balneare siamo riusciti a muovere qualcosa e portare a casa la prima vittoria. È stata raggiunta in Senato l’intesa che consente per i prossimi 15 anni di prorogare l’esclusione della Direttiva Bolkestein al comparto balneare. Abbiamo raggiunto un primo obiettivo, fondamentale, in quanto ci consentirà di lavorare ancora meglio per trovare una soluzione definitiva e permetterà ai balenari di programmare le loro attività e fare gli investimenti che meritano”.
Ebbene, non si si vede nessuna vittoria, ma al contrario una sconfitta netta per i balneari e per la politica.
Vediamo il perché:
– La proroga di 15 anni avrà come primo effetto l’avvio della procedura di infrazione da parte dell’Europa. Vi sarà una sanzione amministrativa, che nel caso dell’Italia ammonterà da un minimo 8.916.000 euro per la somma forfetaria e oscilla da 10.753,5 a 645.210 euro al giorno per la penalità di mora a seconda della gravità dell’infrazione
– La proroga di 15 anni è in contrasto con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 Luglio 2016 ed è in contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale italiana che si è pronunciata in più di una occasione su leggi regionali.
– La proroga di 15 non fermerà i ricorsi di fronte ai Tar e Consigli di Stato, che non porranno fare altro che applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea e le sentenze della Corte Costituzionale Italiana.
– La proroga di 15 anni lascerà nell’incertezza totale tutta la categoria degli operatori balneari, per le ragioni sopra descritte, bloccando per un periodo ulteriore gli investimenti ed il ricambio generazionale. E’ dal 2008 che regna questa incertezza. In particolare tutto il comparto del turismo balneare sarà fortemente penalizzato dal blocco per la riqualificazione degli arenili e dei water front.
– La proroga di 15 anni lascia inalterati gli attuali canoni demaniali con veri e propri privilegi in alcune situazioni. In tutto lo Stato incassa dalle concessione demaniali 103 milioni di euro, a fronte di un’evasione, secondo l’agenzia del demanio, del 50%. Questa proroga inoltre avviene mentre sulle spiagge sono in corso verifiche sulle infiltrazioni delle organizzazioni criminali come nel caso di Ostia. La proroga rischia di vanificare anche questa attività di legalizzazione.
In conclusione, un vero e proprio pasticcio in salsa giallo-verde che per mantenere i privilegi di monopolio degli attuali concessionari impoverisce tutto il comparto del turismo balneare.