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Bando periferie, perché i tempi per Rimini si allungano

L’annuncio, a livello nazionale, lo ha dato il presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro lo scorso 19 maggio: “L’avevamo garantito: saranno finanziati tutti i 124 progetti presentati. Oggi possiamo dire con orgoglio che quell’impegno è stato mantenuto”.

La notizia, ovviamente positiva, è stata ripresa anche a Rimini con un comunicato dell’amministrazione comunale del 20 maggio:Il progetto presentato dal Comune di Rimini e riguardante la riqualificazione urbana e ambientale dell’area nord rientra dunque ora ufficialmente nei programmi finanziati”

Ma è proprio così?

Andiamo con ordine. Lo stanziamento iniziale per il bando periferie era di 500 milioni ed è stato sufficiente per finanziare solo 24 progetti dei 124 presentati.

Rimini si è classificata 102.ma, ma con la legge di bilancio 2017 si sono aperti nuovi spiragli. Infatti il dispositivo prevede la possibilità di finanziare tutti i progetti con due distinti fondi da 800 milioni.

Il primo fondo è di competenza del Cipe, il Comitato per la programmazione economica, che lo scorso 3 marzo ha già deliberato in tal senso, destinando l’importo di 798 milioni di euro al Fondo Sviluppo Coesione. Ma i tempi restano lunghi, perché ad oggi la delibera deve essere ancora formalizzata, poi inoltrata alla Corte dei Conti e infine pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Il secondo fondo è competenza del Presidente del Consiglio. La firma sul decreto, dopo che le commissioni parlamentari hanno espresso parere favorevole lo scorso 9 maggio, era in programma per il 23 maggio alle 12, ma i tragici eventi di Manchester hanno costretto a rimandare.

Questione di giorni dunque; ma non è certo questo doveroso rinvio a dilatare i tempi.

Il fatto è che il testo del DPCM prevede la suddivisione del finanziamento in tre anni : 270 milioni per il 2017, altrettanti 270 per il 2018 e infine 260 milioni per il 2019.

Ed è qui che per Rimini si allungano i tempi.

I primi 270 milioni, infatti, non saranno certamente sufficienti a far scorrere la graduatoria fino al 102.mo posto; potranno esserli quelli del 2018, ma più probabile che siano i 260 del 2019.

Infatti la delibera del Cipe del 3 marzo che ha assegnato 798,17 milioni al “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie” ha anche stabilito che le risorse sono ripartite per 603,90 milioni di euro in favore delle città e dei comuni del Mezzogiorno e per 194,27 milioni di euro in favore delle città e dei comuni del Centro Nord. Pertanto i progetti del Mezzogiorno avranno una priorità che supera la stessa graduatoria con i punteggi assegnati ad ogni progetto.

Senza contare, poi, il fatto che il DPCM a firma Gentiloni (scaricabile a fondo pagina) nasconde un’insidia: “Le risorse individuate – recita – sono portate in aumento delle disponibilità di bilancio del Fondo sviluppo e coesione”. Ma a questo punto serve un’altra delibera CIPE?

Insomma pare di capire che ci vorrà ancora del tempo.

Nel frattempo la Cassa Depositi e Prestiti  ha previsto per gli Enti coinvolti la possibilità di accedere ad un fondo che consentirà di sostenere le spese di progettazione degli interventi di riqualificazione, senza oneri per interessi o commissioni. A fine mese in  una riunione dell’Anci si chiariranno le modalità per accedere a questo prestito.

Qui il DPCM con il finanziamento bando periferie.

 

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