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Parcheggi, campeggi, Trc: ma al bilancio comunale di Riccione non ci guarda nessuno?

A Riccione sta ancora infuriando il dibattito, o meglio la caccia al colpevole, sulla questione delle strisce blu, i nuovi parcheggi a pagamento.

Tutti con il ribaltabile alzato.

L’ex sindaco contro il suo ex vice sindaco. L’ex assessore contro il suo ex sindaco. Risultato: nessuno è responsabile o sapeva qualcosa.

Alla diatriba manca però un punto importante. E almeno su quello non ci possono essere dubbi, perché il dato è oggettivo. I nuovi stalli a pagamento dovrebbero portare al bilancio comunale un gettito di 1,9 milioni di euro. Una cifra importante, senza la quale il bilancio non sarebbe stato chiuso. Se il Commissario è dovuto ricorrere a una misura così estrema e impopolare, l’interrogativo vero dovrà essere sulla reale situazione del bilancio comunale. Forse era meno rosea di come si voleva fare credere? L”ex sindaco  e qualche ex assessore, ora candidati, potrebbero chiarire meglio?

Ma questa campagna elettorale riccionese ogni giorno regala una sorpresa. E’ di ieri il sequestro del camping Fontanelle per mancata definizione dei condoni del 1986 e del 1995.

Ed anche questa volta la gara è stata tra chi faceva il comunicato più veloce per scaricare le responsabilità su altri. L’ex sindaco Tosi tanto per cambiare se la prende con chi l’ha preceduta, con chi l’ha fatta cadere. eccetera eccetera.

Il più simpatico è il sorridente Carlo Conti. E’ stato nella giunta Tosi, ma non sa mai nulla. Anzi è sempre colpa del suo ex sindaco. Si solo fosse dimesso prima sarebbe stato più credibile.

Ma tornando al camping, di chi è la responsabilità di ciò che sta succedendo? Se la motivazione sono i condoni, si tratta di una procedura, in attuazione di una legge nazionale, delegata ai tecnici dove il ruolo della Giunta o Consiglio Comunale è praticamente nullo.

In ogni caso, negli ultimi due anni abbondanti Renata Tosi ha avuto tutto il tempo di risolvere il problema mentre era sindaco. Che non l’abbia fatto perché fermata dai “traditori”è risibile. Era settembre 2016 quando il sindaco Tosi affermava:” Non lasceremo nulla al caso, dopo gli incontri dello scorso fine settimana avuti con i gestori e gli operatori dei campeggi, l’Amministrazione seguirà da vicino proposte e progetti che la proprietà presenterà a breve”. I risultati di questa premurosa vicinanza li vediamo oggi. Naturalmente, solo un malizioso detrattore potrebbe osservare che il “partito degli albergatori”, nel 2014 schierato per la Tosi, non si sia mai stracciato le vesti per la sorte dei campeggi.

Intanto l’On. Pizzolante ha terminato i ministri da portare in campagna elettorale a Riccione.

L’ultima visita a Riccione è stata quella del ministro Costa, che ha parlato delle concessioni delle spiagge. I bagnini riccionesi ad ascoltarlo, nonostante la presenza del leader storico Manzi,  non erano poi molti, ma in compenso alcuni erano arrivati anche da Rimini. Immaginiamo che ora l’On Pizzolante passi ai sottosegretari, almeno quelli del Ncd rimasti in carica.

I 5 Stelle hanno presentato il loro programma. I cittadini di Riccione debbono sapere che ogni anno vi sarà almeno un referendum. Infatti ogni progetto che supererà il piano economico finanziario di legislatura dovrà essere sottoposto al parere dei cittadini: o almeno così è scritto nel programma depositato. Chi conosce il funzionamento di un comune – ma dovrebbe saperlo anche il candidato pentastellato Andrea Delbianco, data la sua dichiarata esperienza bancaria –  sa benissimo che a parte la normale amministrazione (chiusura delle buche, asfalti sulle strade, manutenzione degli edifici) tutto il resto si paga facendo ricorso ai mutui. Un credito verso le banche che normalmente ha una durata superiore al mandato amministrativo. Chi pagherebbe tutti questi referendum? Evidentemente anche le amministrazioni successive a quella o quelle, eventuali, dei grillini. Tanti begli argomenti per gli scaricabarile del futuro in tema di bilancio.

Sabrina Vescovi ha avuto da ridire su come viene trattata da (alcuni) mezzi di informazione provocando inevitabilmente la loro risposta piccata. Un errore da non ripetere. La libertà di informazione non va mai messa in discussione, tanto meno da un candidato. Il quale d’altra parte deve sempre ricordare che si sta rivolgendo ai cittadini, non ai giornali. Si vota ai seggi, non in edicola.

La Vescovi – e non poteva essere diversamente dato il clima che è montato negli ultimi anni – continua anche ad essere attaccata sul Trc. Chi lo fa, dà per assodato che si tratti di una iattura e spende senza tema di ridicolo gli argomenti più surreali. Anche perché quelli appartenenti alla realtà iniziano a scarseggiare. Il che toglie sabbia da sotto i ponti a forze politiche che hanno fatto della guerra al metrò di costa la principale, se non l’unica loro ragione d’essere.

E così gli ultras continuano a postarne di ogni. Dalla strage dei pini (già, proprio quegli alberi che nessuna città pianta più per i danni e le spese che provocano) mentre a Rimini si abbattono delle case, al parllelo con la Tav  (235 km e 8,515 miliardi solo per il tunnel base).

Dal mancato collegamento con fiera e aeroporto (e allora ci vorrebbe più Trc e non meno), alle insufficienti barriere anti-rumore (che però, viste in progetto, erano state bollate come “muri di Berlino”).

Dal fatto che il progetto sia vecchio di vent’anni (come se adesso al posto dei bus usassimo delle astronavi), alla conclusione fondata sul nulla che poi i treni non fermerebbero più a Riccione.

Dallo “scempio” inferto a vie e quartieri che da quando esistono scorrono accanto a una delle linee ferroviarie più trafficate d’Italia, alle  alternative più sconclusionate (oltre che infinitamente più costose: teleferica, motonavi, tunnel, soprelevata).

Fino a, tenetevi forte,  le nuove strade (per lo più riminesi, fra l’altro) che renderebbero inutile un nuovo trasporto pubblico. Perché di questo stiamo parlando: un servizio che, quando andiamo in altre città e in altri Paesi, apprezziamo e invidiamo, proprio perché offre alternative al trasporto privato.

Ma comunque la si pensi, il Trc ha ormai dalla sua parte ha argomenti testardi: i fatti. Con il finanziamento, appena approvato, per l’acquisto dei suoi mezzi, non resta il minimo dubbio che l’opera fra breve verrà conclusa ed entrerà in funzione. Si può prenderne atto e guardare al futuro, rimboccandosi le maniche per tirarne fuori il meglio che si può. Oppure si può continuare nelle crociate con la testa nel sacco e fuori tempo massimo. 

L’Arciunès

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