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Alfano: “Sulla questura di Rimini presto parleranno i fatti”

“Della questura di Rimini ne abbiamo già ampiamente parlato poco tempo fa in un incontro a Roma, in compagnia anche dell’onorevole Pizzolante. Ora non voglio dire niente, saranno i fatti a parlare. E succederà presto”. È quanto ha dichiarato il ministro degli interni Angelino Alfano, a Rimini per la campagna per il Sì al referendum del 4 dicembre.

Il Ministro degli Interni ha risposto anche alle domande sulla situazione dei profughi e i problemi di ripartizione fra i  Comuni:

“In Italia abbiamo 8000 comuni, e di questi circa 5000 non collaborano all’accoglienza dei profughi. Non abbiamo milioni di profughi, la quantità numerica sarebbe risolvibile se ogni comune collaborasse con gli altri. E Rimini fa parte delle città che si deve sorbire le conseguenze della mancata collaborazione con i vicini”.

Alfano è venuto a Rimini per intervenire al convegno organizzato dal Comitato di Rimini “Insieme si cambia”. Con lui, l’onorevole Sergio Pizzolante, Giovanni Guzzetta, docente di diritto costituzionale all’università Tor Vergata di Roma, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

All’hotel Savoia, in una sala gremita da circa 300 persone, il ministro ha ribadito la sua posizione sulla riforma costituzionale e sul prossimo del referendum:
“Abbiamo delle istituzioni lente e un parlamento numeroso. La seconda parte della costituzione è una “macchina d’epoca” e noi vogliamo un “motore” nuovo per velocizzare i tempi del processo legislativo e conferire alle istituzioni maggiore efficienza.
Sono certo vincerà il Sì, e abbiamo ancora due settimane di tempo per impegnarci a far valere le nostre ragioni. È da trent’anni che si discute di un differente assetto della Costituzione e i passati tentativi di riformarla hanno sempre fallito, ma noi riusciremo a vincere. C’è troppa confusione tra i doveri dello Stato e delle Regioni, l’iter legislativo è lento e rende inefficienti le istituzioni. Inoltre il numero dei parlamentari è troppo elevato”.

“La gente – ha proseguito Alfano – rievoca le lotte partigiane. Ma i partigiani non sono morti per il bicameralismo paritario e per l’assetto del rapporto tra Stato e Regione, ma per principi ben diversi, come la libertà e l’uguaglianza, che non afferiscono in alcun modo nelle modifiche che fanno parte di questa riforma costituzionale.
Ci sono due categorie di opposizione. Nella prima, che rispetto ma non condivo, in cui si ritrovano quelle persone che temono l’ignoto, e che hanno paura di eventuali modifiche in una Costituzione di cui sono rimasti, tutto sommato, soddisfatti. Come si dice in Sicilia, “megghiu u’ tintu canusciuto ca u bono a’ canusciri”. Della seconda categoria fanno i parte i partiti di opposizione a Renzi, che non appena ha detto che in caso di sconfitta si sarebbe dal mondo della politica, si sono schierati da subito contro la proposta di legge”.

Alfano pone un accento anche sui risvolti economici che la vittoria del Sì apporterebbe al nostro Paese:
“Con il sì, le istituzioni diverrebbero più efficienti, ora invece, la loro lentezza disincentiva gli imprenditori, che così preferiscono intraprendere i loro investimenti all’Estero”.

Benedetta Cicognani

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