Massima solidarietà a Sergio Mattarella. E’ questa in estrema sintesi la posizione del Partito Democratico sia nazionale che locale in seguito al caos istituzionale scoppiato dopo il veto del Presidente della Repubblica alla nomina del professor Paolo Savona al ruolo di Ministro dell’Economia e delle Finanze. Una scelta che ha scatenato attacchi molto forti da parte del Movimento 5 Stelle e della Lega, arrivati a imputare al Capo dello Stato di aver tradito la Costituzione italiana per il suo ‘no’ all’economista.
E’ di una linea diametralmente opposta il PD, che ha da subito fatto scudo all’operato del Presidente della Repubblica, esprimendo la sua vicinanza alle istituzioni e alla democrazia del paese.
Numerosi i politici locali dem che sui social network hanno detto la loro su quanto accaduto al Colle nelle ultime ore. Tra i primi a far sentire la propria voce Maurizio Melucci, che su Facebook non ha risparmiato stoccate ai leader del Carroccio e del Movimento 5 Stelle. «L’argomento 5 Stelle e Lega è: il governo lo fanno i mercati e i poteri forti. Errore. I governi in Italia si fanno rispettando il Parlamento e la Costituzione Italiana. Questa volta siamo arrivati alla farsa. Di Maio e Salvini non si mettono d’accordo su chi doveva fare il Premier e mettono un professore. Poi impongono pubblicamente i ministri ed in particolare Savona. Se ne fregano del ruolo del Presidente del Consiglio incaricato e del Presidente della Repubblica. Mattarella ha fatto benissimo non bene. Ha difeso la Costituzione Italiana». Anche l’assessora regionale Emma Petitti si schiera con il Capo dello Stato e lancia un appello per la coesione. «Mattarella è il garante della Costituzione e della nostra Repubblica. Salvini non ha voluto fare il Governo, l’unico suo obiettivo è sempre stato tornare al voto, lucrando sulla rabbia e il malessere degli Italiani. Ora spetta alla politica uscirne. Il centrosinistra non deve aspettare oltre per riunirsi e mettere in campo una vera azione democratica».
E’ dello stesso parere l’assessore del Comune di Rimini Jamil Sadegholvad, che vede nella mossa di Matteo Salvini una strategia per tornare alle urne. «Ritenevo che un governo M5S-Lega si dovesse fare perché il risultato del voto era stato inequivocabile. Ma mi pare evidente che Salvini ha ottenuto ciò che voleva: tornare alle elezioni col vento in poppa per cannibalizzare un’ulteriore parte dell’elettorato Forza Italia e parte dei cinque stelle. Di Maio credeva e voleva davvero formare il governo, Salvini con una spregiudicatezza inquietante ha fatto di tutto per far saltare il tavolo. Ovviamente agli occhi degli italiani il responsabile sarebbe stato il presidente della Repubblica….questi scherzano col fuoco! Qualcuno forse pensa che abbiamo toccato il fondo ma se l’Italia esce dall’euro e dalla Unione Europea dobbiamo cominciare a scavare….e tanto….».
Sintetico ma chiaro il commento dell’assessore comunale Mattia Morolli sopra una foto del Presidente della Repubblica postata sul suo profilo: «L’interesse dell’Italia prima di tutto. Mattarella un gigante».
Anche i consiglieri PD prendono posizione a riguardo. Simone Bertozzi su Facebook rinfocola: «Dopo un presidente come Napolitano, che pilotava le larghe intese, con approccio totalmente borderline, ce la prendiamo con uno come Mattarella che applica, al netto dei cavilli interpretativi, la Costituzione quasi alla lettera? Sia chiaro: Io ero favorevole alla nascita del governo Conte, perchè adesso basta campagna elettorale. E’ ora che governino per dimostrare al mondo la loro vera faccia». Non manca di esprimere il suo parere anche la consigliera ed ex candidata nel listino proporzionale per il PD Giorgia Bellucci: «Il presidente Mattarella aveva dato il benestare su tutti i ministri, tranne uno. Perché non fare un altro nome? Probabilmente era una recita la vostra. Avete tenuto fermo il paese più di 80 giorni e ora per colpa vostra si ricomincia tutto dall’inizio».
Anche Sergio Pizzolante, in corsa il 4 marzo per il centrosinistra, non resta in silenzio. E ricorda le prerogative del Presidente della Repubblica, riproponendo episodi in cui il Capo delle Stato si è opposto alla scelta di un ministro. Dove, tuttavia, «nessuno per questo ha chiesto l’ impeachment per Pertini, Scalfaro, Cossiga, Napolitano. Nessuno ha chiamato il “popolo” al voto contro una decisione del Presidente della Repubblica. E quelli erano confronti istituzionali nelle segrete stanze del Quirinale. Salvini e Di Maio hanno cercato di umiliare, volutamente, pubblicamente, il Capo dello Stato. O Savona o urne. Un ricatto e due imposizioni pubbliche su terreni di competenza del Presidente! È una azione sovversiva. Diamo il giusto significato alle cose. E infatti Di Maio ieri sera diceva di non credere più alle Istituzioni e alle leggi».