La dipendenza è una cosa seria. Cadere nel tunnel della droga, dell’abuso di farmaci, dell’alcool, della ludopatia e del tabagismo è facile, ma non è altrettanto semplice trovare la forza per uscirne. Ed è per questo che esistono i centri di disintossicazione, per aiutare queste persone a stonare libere. Centri specializzati come il SerT di Rimini. La Dott.ssa Daniela Casalboni, direttrice del Sert di Riccione dal 1990 (dal ’90 al 2007 c’erano due SerT divisi a Rimini e Riccione), e di quello unico dal 2008, ci spiega come funziona la struttura, quanti infermieri operano al suo interno e snocciola qualche dato sulle persone che sono state prese in cura nel 2016.
Da quanto tempo il SerT di Rimini opera a livello provinciale?
«I Sert (Servizi per le Tossicodipendenze) sono stati istituiti dalla Legge 309 del 1990; prima dei Sert vi erano i CTST (Coordinamento Tutela Salute Tossicodipendenti) ed i CMAS (Centro Medico di Assistenza Sociale). Vi è sempre stata una organizzazione ‘provinciale’, ancora prima della istituzione della provincia di Rimini, in quanto la prima sede è stata istituita a Rimini e a Riccione, e poi inizialmente istituito un centro per la somministrazione del metadone. Però, le attività diagnostiche e terapeutiche erano maggiormente svolte presso la sede di Rimini, in quanto a Riccione vi erano unicamente un medico una infermiera e una assistente sociale per un numero limitato di ore. Con la crescita del fenomeno della dipendenza da sostanze presso le due AUSL di allora, quella di Rimini e quella di Riccione, si sono andate a consolidare delle equipe con funzioni di accoglienza diagnosi, cura e prevenzione con progettualità integrate. Le equipe sono diventate realmente multidisciplinari quando la Legge 209/90 e i decreti attuativi allegati hanno stabilito i tipi di professionalità necessari per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze. Con la costituzione della AUSL di Rimini, il Sert ha assunto una dimensione provinciale con una unica direzione e più sedi: Rimini-Riccione-Centro alcol fumo-Novafeltria-carcere».
Su quanto personale può contare il Sert di Rimini?
«Le figure professionali impiegate sono le seguenti: 1 sociologo,1 amministrativo, 6 educatori, 6 assistenti sociali, 10 infermieri, 3 psicologi e 9 medici: 3 dei quali a part time».
Quante persone con dipendenze si rivolgono al SerT in un anno?
«Nel corso del 2016, ultimi dati disponibili già elaborati, hanno ricevuto un trattamento 2.987 soggetti dei quali 1.454 sono stati presi in carico per un lungo progetto di cura.
In sintesi dei 2.987 soggetti che hanno effettuato un trattamento, il 44,5% non era mai stato conosciuto dai servizi, il 53% aveva un problema di droghe o farmaci. L’età media era di 39,6 anni Il 19,8% erano femmine e nel 11,% non era italiano. Dei 1.454 presi in carico con progetti prolungati, con un aumento del 3,6% rispetto al 2015, erano nel 20,8% nuovi casi».
Quale sono le principali dipendenze che vengono trattate al SerT?
«La problematiche principali sono state nel 59% droghe o farmaci: 72,8% eroina, 17,7% cocaina, 10,1 % cannabis e nel 3,8% altro. Il 29,7% aveva problemi di alcol, il 9% di tabagismo, il 2,1% di gioco d’azzardo problematico. L’eta’ media è 43,5 anni; nel 25,4% dei casi femmine; 9,9% non italiani; 93,2% residenti; 40,4% occupati regolarmente; 24,2% scolarità medio alta; 60% celibe».
Quanto dura il periodo di trattamento? In che cosa consiste esattamente?
«Premesso che la tossicodipendenza è considerata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità n.d.r), una patologia cronica e recidivante con cause biopsicosociali, dovute a molteplici fattori che hanno agito in sinergia, i trattamenti di disintossicazione brevi, inferiori a 21 giorni, si sono dimostrati scarsamente efficaci. Il trattamento deve consentire, oltre ad una modifica dello stile di vita, una modifica dei circuiti cerebrali assuefatti all’uso di sostanze, il cosiddetto sistema dopaminergico della gratificazione, anche per non mettere il soggetto a maggior rischio overdose. Per cui le terapie di solito hanno una durata prolungata e sono spesso ‘di mantenimento’, con scalaggi molto lenti. Questo è vero soprattutto per la tossicodipendenza da eroina. Naturalmente trattandosi di persone con storie e caratteristiche diverse i trattamenti e la loro durata vanno individualizzati e concordati con il paziente, modificandoli in base all’andamento del progetto di cura. Per i soggetti con problematiche di alcol e gioco d’azzardo sono attivi dei gruppi di auto mutuo aiuto: alcolisti anonimi e giocatori anonimi, che sostengono il paziente e i suoi familiari per lungo tempo, in quanto partono dall’assunto che la loro astinenza è temporanea e sono sempre a rischio.
Per i tabagisti, invece, vi è un programma di cura che dura circa 6 mesi, ma anche in questo caso la tempistica dipende dalle caratteristiche del soggetto, dal rapporto con al sostanza, dalla sua situazione sociale e familiare e dalla compresenza di altri disturbi somatici o psichici».
Prevenire è sempre meglio che curare anche in questi casi oppure no?
«Diciamo che dal pubblico in generale sarebbe auspicabile una attenzione e finanziamenti costanti, auspicio che peraltro riguarda tutte le branche della pubblica amministrazione, quella sociale e sanitaria in particolare. A livello personale auspico sempre, inoltre, politiche il più possibili inclusive e non marginalizzanti».
Nicola Luccarelli