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Paolo Pagliarani: “Per amor di cinema, lasciate perdere le recensioni dei social”

Esiste il giornalista e il critico. E se anche le due figure, spesso e volentieri, cammino a braccetto lungo il difficile sentiero dell’informazione, non lavorano per lo stesso obiettivo. Perché? Semplicemente perché uno ricerca la verità, mentre l’altro cerca di analizzare come si è arrivati a una determinata verità, il modo in cui l’autore ci ha voluto raccontare la sua verità. La verità di uno spettacolo teatrale, di un film, di un libro, di una qualsiasi opera d’arte. Difficile mestiere, quello del critico: temuto e adulato, indispensabile quanto esso stesso “criticato”.

Paolo Pagliarani, riminese di 54 anni, è su entrambi i lati della barricata: si è affermato nella critica cinematografica ma è anche giornalista; attualmente è addetto stampa e responsabile della programmazione per il Cinema Teatro Tiberio di Rimini.

Paolo Pagliarani (a sinistra) con con Cristiana Capotondi

Paolo Pagliarani (a sinistra) con con Cristiana Capotondi

Pagliarani, da quanto veste i panni di giornalista e critico cinematografico? E’ sempre stato appassionato di cinema?

«Ho iniziato nel 1984 sul settimanale Il Ponte di Rimini, settimanale per il qualche tengo tuttora la mia rubrica di recensioni settimanali “Cinecittà”. Il cinema è sempre stata una delle mie passioni, assieme alla musica, del resto vivevo a Santarcangelo a 50 metri dal Supercinema (allora sala parrocchiale), ed è lì dentro che si è consolidato il mio animo cinefilo».

Per essere dei buoni critici sul lavoro, bisogna esserlo un po’ anche nella vita?

«Credo siano necessari uno spirito critico e analitico, una capacità di osservazione attenta e curiosa e uno spirito non troppo disfattista, in grado di poter analizzare correttamente un’opera cinematografica. Sì, certo aiuta la capacità di osservazione e di analisi del quotidiano».

Pagliarani e Paolo Virzì

Pagliarani e Paolo Virzì

A livello locale, esistono molti giornalisti che hanno scelto questa strada?

«Sulle testate locali non sono molti, mi viene in mente Antonio Maraldi che tiene una rubrica sul Corriere Romagna, anche perché gli spazi deputati alla critica cinematografica sulla stampa locale sono molto esigui».

Quanti film ha recensito in questi anni?

«Ho scritto recensioni anche per La Voce di Romagna, difficile quantificare, tengo una media di circa 45 film recensiti all’anno sul settimanale Il Ponte, ai quali bisogna aggiungere la collaborazione quotidiana con la Voce per almeno 6 anni, con una media di 400 film recensiti ogni anno».

Paolo Pagliarani incontra Terry Gilliam

Paolo Pagliarani incontra Terry Gilliam

Secondo lei, il mestiere del critico è ancora tenuto in grande considerazione, o a causa di internet e di facili recensioni, ha perso il suo smalto?

«A parte i nomi storici della critica cinematografica, o almeno quelli rimasti, per il resto ci sono nuove firme interessanti (ottimi i collaboratori di Film Tv), mentre sono particolarmente affranto dalla miriade di pseudo recensioni su internet e social redatte molto spesso da persone che intanto hanno scarsa conoscenza del linguaggio e della storia del cinema e poi si basano più su umori e sensazioni, magari polemiche (anche troppe), che su analisi approfondite. Ma questo è per me un problema generale del web che ha offerto spazi ed ha messo molto in crisi la serietà del lavoro giornalistico in generale».

Ravello

Pagliarani a Ravello

Se ritornasse indietro, sceglierebbe ancora il mestiere di critico?

«Beh sì, quello che sto facendo mi piace, anche perché mi consente di lavorare anche in campo organizzativo per il Cinema Tiberio e per rassegna cinematografiche come La Vela Illuminata (dal 24 luglio al 10 agosto in varie sedi in provincia di Rimini) e Cinepicnic. (dal 12 al 15 agosto al Parco Marecchia di Rimini). D’inverno invece sono molto attivo a livello scolastico, proponendo nelle scuole elementari, medie e superiori, percorsi sul linguaggio cinematografico, molto apprezzati da studenti ed insegnanti».

Nicola Luccarelli

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