Addio a Paolo Villaggio, morto a Roma all’età di 84 anni. Nella sua straordinaria carriera – non solo di attore: basti ricordare l’attività di paroliere per Fabrizio De Andrè – Villaggio incrociò spesso Rimini, tanto da finire rappresentato in un murale nel Borgo San Giuliano: è quello ispirato a “La voce della luna”, ultimo film di Federico Fellini, dove nel 1990 recitò accanto a Roberto Benigni.
Ma il creatore di Fantozzi, Fracchia e tanti altri personaggi comici, venne spesso a queste parti per vicende personali e drammatiche: suo figlio Pierfrancesco fu uno dei primi ospiti della comunità di San Patrignano e Villaggio fu fra coloro che testimoniarono a favore di Vincenzo Muccioli nel primo processo che lo vide prima condannato e poi assolto.
Così Natalia Aspesi su La Repubblica del 5 dicembre 1984 raccontò quella testimonianza nel tribunale di Rimini:
«Paolo Villaggio è appassionato e irruente, tanto da farsi richiamare dal presidente Righi: racconta la sua storia, identica a quella degli altri genitori di tossicodipendenti, se non per il fatto che lui ha, anzi aveva, denaro: “Dopo questo lungo calvario sono dissanguato: ma fortunatamente da sei mesi mio figlio Pierfrancesco, ventidue anni, è a San Patrignano. Mi raccontò nel febbraio dell’ 81 e io fui preso dal panico. Lo portai in una costosa clinica svizzera, dove gli infermieri gli passavano la roba, poi in un romantico viaggio in Polinesia, poi al Beverly Glenn Hospital di Los Angeles, dove lo tenevano sotto chiave. Si ricominciava sempre da capo, inesorabilmente. Quando finalmente l’ ho accompagnato in comunità, ho provato per la prima volta quello che a noi genitori in queste circostanze viene sempre negato, la speranza».
