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Rimini, folla per l’addio a Lou Pesaresi. Gnassi: “Grazie per questo sorriso che ci lasci”

Erano in tanti questa mattina a gremire la chiesa di San Raffaele Arcangelo di Rimini per l’ultimo saluto a Lou Pesaresi. Alla fine della funzione religiosa, ha pronunciato il commiato il professor Giorgio Mazzotti: “Gli ho insegnato a ballare e lui è stato insegnante per me”.

Fra i presenti anche l’ex sindaco di Rimini, l’onorevole Andrea Gnassi, che ha anche scritto un lungo post dedicato a Luciano Pesaresi:

Ciao Lou. Ti stiamo ricordando, hanno scritto di te in tanti qui nella nostra Rimini. Pensandoti e leggendo le cose che ti scrivono gli amici, c’è questo dolore per te, che sei stato una persona unica, irripetibile. Che se ne va così, colpita, sola.
Grazie Lou, grazie per la tua essenza che non era mai una “parte”, anche quando una parte la facevi recitando o ballando. Eri quell’essenza lì, creativa, leggera, amante di ogni tratto che non sta in nessuno schema. Sia al bar a prendere un caffè, in banca al lavoro o con le tue performance, le tue ricerche e i tuoi inciampi. Che comunque andassero a finire lasciavano leggerezza, sorriso e sgomento che poi finivano per non trovare mai risposta certa alla domanda se eravamo noi a sorprenderci e anche a ridere o eri tu in fondo a divertirti vedendo la gente, appunto, divertita, sorpresa e sgomenta.

A pensarci bene, in quanti riescono ad avere questa dote nella propria essenza? Non credo ci sia persona oggi che ti pensi e che scriva di te che non sia attraversata dal senso di dolore e di perdita per la comunità; e allo stesso tempo però, sempre pensandoti, non provi affetto e sorrida un po’.

Solo pochi sanno lasciare una cosa così. A me succede pensando allo Slego, quando, appena ragazzi con Thomas Balsamini che cominciava a prenderne le redini, il tuo Willie il Coyote si infranse su un pannello di legno crollando a terra e i tuoi “tulle” in una danza di serpenti presero fuoco. E poi al Cinema Teatro Italia, ora Teatro degli Atti, quando fu epica la performance che ti vide uscire dalla vasca di latte e attaccare il pubblico.

Grazie per questo sorriso che ci lasci, che non è banale, per niente. Perché è vero che le radici e la terra contano. Ed è vero che sei stato un figlio incredibile di Rimini, un tassello che forse solo qui e così poteva esserci e contribuire alla “scena” di questa città: da quella anni ’80 e ’90 a quella underground, a quella in definitiva che fa unica Rimini.

Perché è ancora vero, come si è scritto, che sarai in quella storia di Rimini che non finisce (quasi mai) nella storia ufficiale della città. Ma è anche e ancora vero che è grazie a persone come te che ci permettiamo di essere unici e liberi, naïf e internazionali, irriverenti e temerari, con quella marcia in più che, quando la usiamo, ce n’è per pochi.
Ed è vero infine che con questi tratti (che erano i tuoi) conquistiamo prima di altri dimensioni profonde, solo all’apparenza cosi lontane da sorrisi e leggerezza, come quelle delle libertà, degli affetti, della sessualità e dei diritti civili.

Ps: Lou, ciao. Mi piace pensare che se queste cose te le avessi dette incrociandoti, mi avresti riso sonoramente in faccia girandomi le spalle, o mi avresti mandato a quel paese. Sia leggero e ancora coraggioso il tuo viaggio.
🎈❤️ Andrea

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