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Assessore di Rimini Kristian Gianfreda: “Parto per l’Ucraina”

“Partirò domani per Leopoli. Insieme all’associazione Papa Giovanni XVIII, mi recherò prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città ucraina per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare”.

Ad annunciarlo è l’assessore alla Protezione sociale e alle Politiche della salute del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda, che ha deciso di aggiungere “gambe e mani” alla voce e ai pensieri che si sono levati per la pace e la solidarietà nei confronti dell’Ucraina.

“Non so chi ha scritto come si comincia una nuova guerra quando si perde la memoria di quella precedente  – scrive annunciando la sua decisione – . E’ vero. Quella che si sta combattendo in queste ore ai confini dell’Europa, in Europa, è la prima guerra vista, raccontata e provata nel proprio quotidiano da due generazioni di italiani. Il dolore esce dai libri di storia, da un film e invade tutto il nostro  spazio esistenziale anche qui in Italia. Ieri due generazioni di italiani hanno letto e sentito una parola antica e quasi sconosciuta nello stesso tempo: nucleare. Chi ne conosce il significato pensava di averla chiusa per sempre, anni fa, in un baule in fondo al mare; per tanti altri un termine vago, solo evocativo. Eppure adesso è nelle nostre vite. A Kiev come a Rimini. Questa è la guerra delle due generazioni che hanno conosciuto solo la pace”.

“Ma questo non vuol dire stare in casa riparati nelle proprie certezze – continua – , del ‘tanto succede molto lontano da qui’. Tocca a noi, adesso. Sabato e domenica abbiamo riempito le piazze d’Italia al grido di ‘no alla guerra’, abbiamo con le lacrime agli occhi organizzato aiuti e sostegni per le famiglie ucraine, persone che conosciamo, di cui siamo amici. Nella rappresentazione del mondo, dalla pandemia in poi, la voce della comunità nazionale e internazionale è stata forte, potente, sorprendente. Quella voce è forte perché unica ed è forte perché è la somma di milioni di quelle stesse parole. Io sono solo una di quelle voci. Ho deciso in queste ore di aggiungerci gambe e mani. Partirò domani per Leopoli. Insieme all’associazione Papa Giovanni 23, mi recherò prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città ucraina per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare. Si stanno organizzando ora i primi corridoi umanitari. Ora è venuto il momento di riprendere coscienza e zaino per aiutare chi ha bisogno, facendo quel poco o quel tanto che ognuno di noi può fare. Questa è la prima guerra di chi è nato sotto la bandiera della pace e delle armi ha solo sentito dire o raccontare. Leopoli confina con Rimini, Italia”.

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