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Bagnini e chioschisti ricorrono al Tar contro il delivery. Confcommercio: “Guerra di retrovia”

Il consorzio chioschisti di Rimini e la cooperativa bagnini di Marina Centro presenteranno ricorso al Tar tramite l’avvocato Luigino Biagini contro l’ordinanza balneare del Comune di Rimini. Nel mirino la possibilità data ai clienti degli stabilimenti di ordinare cibo in asporto dai ristoranti e dalle attività che lo consentono esterne all’arenile. In sostanza non concessionari di stabilimenti o chioschi e ristobar.

A parlare era stato Marco Mauri, presidente del consorzio chioschisti. “Non è accettabile l’ingresso in spiaggia di attività economiche terze che valicano il perimetro per fare consegne sotto all’ombrellone”. Allo stesso modo ai bagnini è invisa la regola di presenziare fino alle 22.

Pronta è arrivata la condanna di Confcommercio.

“Non crediamo che puntare i piedi contro l’Ordinanza balneare del Comune di Rimini – ha scritto in una nota il presidente Gianni Indino – addirittura ricorrendo al TAR, sia l’atteggiamento giusto per la ripartenza del nostro turismo. Quella dei ristobar di spiaggia e degli stabilimenti balneari contro il servizio delivery sull’arenile aperto a tutti gli esercizi – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini – sia una guerra di retrovia che si poteva risparmiare, a maggior ragione alla luce delle difficoltà che l’emergenza Covid ha creato ai pubblici esercizi, mentre gli stagionali di spiaggia hanno operato senza limiti l’estate scorsa e ora riaprono le proprie attività dopo la naturale pausa invernale.

Crediamo che offrire più opportunità di scelta per i pasti a riminesi e turisti che frequentano il mare sia un valore aggiunto per la nostra offerta turistica e non lesa maestà ai concessionari di spiaggia. La domanda c’è e lo dicono i numeri della stagione passata, l’offerta invece in certe zone è scarsa quantitativamente, mentre in altre non permette ai clienti di fare scelte sul tipo di pietanze da ordinare.

La nostra priorità è la costruzione di un’offerta turistica appetibile e sicura, che garantisca la sopravvivenza di più attività possibili. I chioschisti fanno bene il loro lavoro, sono una risorsa importante, ma nelle precedenti estati non sono riusciti a servire pasti sotto l’ombrellone in maniera consona e organica. Allo stesso tempo vogliono vietare che una pizzeria, un ristorante, un gelataio possa consegnare in spiaggia i prodotti ordinati dal cliente. La concessione però non trasforma la spiaggia in monopolio assoluto.

Siamo delusi dalla mancanza di volontà di fare sistema che stanno presentando gli operatori di spiaggia, che da una parte si arrogano diritti di pertinenza sui pasti, dall’altra invece “aprono” ad attività che ben poco hanno a che fare con i servizi balneari. Non si può solo prendere, a volte serve anche dare. Guardando sull’arenile della nostra provincia, poi, pare una questione solo in salsa riminese. Dobbiamo constatare purtroppo che si perde un’occasione di fare sistema nonostante ci si stia avvicinando ad una delle stagioni turistiche più difficili di sempre”.

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